Cronache

La stampante 3D per le nuove opportunità di lavoro. Studenti entusiasti: “Ci apre un mondo”

Il liceo artistico Jacovitti di Termoli è al passo coi tempi: da qualche mese infatti gli studenti del corso di arti figurative possono imparare ad utilizzare la stampante 3D. E così si aprono per loro le porte di un futuro ricco di possibilità. «Con questi studi vorrei poter studiare animazione o illustrazione - afferma Arianna, a cui si aggiunge anche la voce di Valentina - questo mondo diventa interessante e ci permette di avere più opportunità per il lavoro visto che possiamo allargare le nostre conoscenze». E lo studio coinvolge anche i docenti che si adeguano ai tempi con i ragazzi e con le nuove strumentazioni della scuola.

Si chiama Pla, è plastica ed è “comunemente” chiamato acido polilattico. Comunemente per chi è addetto ai lavori, perché invece per tutti gli altri è qualcosa di complicato, ma basta vederlo per capire che si tratta di una bobina con una sorta di filo, rosso o blu tra i più comuni, che si misura a chili e serve per realizzare qualsiasi cosa con la stampante in 3D. E per il liceo artistico Jacovitti di Termoli e per i suoi alunni e docenti è la novità dell’anno.

Quel nuovo arrivo in aula che ti apre le porte di un mondo nuovo, sconosciuto, diverso e che forse non avevi considerato, ma con cui piano piano prendi la mano. Quella novità che ti spalanca le porte verso orizzonti che non conoscevi e che ti costringono a rivedere le cose anche in fatto di futuro.

Perché con la stampante in tre dimensioni arrivata a scuola da qualche mese le occasioni e anche le giornate sono cambiate, e non solo per gli alunni che si sono ritrovati a dover imparare ad utilizzare un nuovo strumento, ma anche per i docenti che insieme a loro restano letteralmente affascinati da quell’aggeggio. Con cui puoi realizzare qualsiasi oggetto, dai personaggi famosi di cartoni e fumetti, a nuove identità, passando per case, chiese e pure grattacieli.

Infatti tra i lavori messi in cantiere c’è anche un progetto di collaborazione con la diocesi di Termoli per ricreare la cattedrale della città adriatica in miniatura, «una sorta di guida multimediale e interattiva, basterà toccare ogni parte della struttura per avere tutte le informazioni» spiega il professor Carafa. Una novità che coinvolgerà non solo gli studenti, ma anche i tanti turisti. Un modo innovativo per mettere in pratica ciò che si impara a scuola e renderlo utile anche agli altri.

Il modo migliore per capire è vederla all’opera. E non solo la stampante, ma anche gli alunni e i docenti alle prese con uno strumento che ha cambiato un po’ anche l’organizzazione della didattica con un nuovo apporto. Non hanno di certo abbandonato il lavoro manuale, tra creta, argilla, terracotta, forni, attrezzi, pennelli, tavolozze e poi quaderni e libri per studiare le materie più classiche e libri per la storia e la storia dell’arte. «E mai potremmo – raccontano -, qui riusciamo a unire la tradizione e l’innovazione. Anzi, il punto di forza è proprio quello, questo legame che si crea tra le discipline e anche tra gli strumenti».

Hanno affiancato ai testi un nuovo strumento e si sono appassionati. «Per questo – raccontano alcune studentesse del quarto anno del corso di arte figurative, per la prima volta alle prese con una stampante con dei lunghi tempi di realizzazione ma particolarmente affascinante ed entusiasmante – abbiamo rivalutato tanti aspetti, non solo per il futuro lavorativo che si amplia notevolmente visto che impari ad utilizzare uno strumento che rappresenta l’evoluzione ma – aggiungono – anche perché puoi realizzare qualsiasi cosa e questo è un divertimento che ti permette di imparare».

E per loro adesso il futuro sono le nuove prospettive del disegno digitale, quello con cui creare nuove storie e nuovi personaggi e riportare in vita e rendere più moderni gli antichi volti. «Mi piacerebbe fare animazione o illustrazione – rivela Arianna mentre davanti allo schermo del pc trasforma in pochi secondi un cubo in un animaletto – per dedicarmi ai videogiochi o ai cartoni animati».

Per Luna e Valentina invece «il futuro è il cinema, vogliamo dedicarci al montaggio e ai video. Ci piacerebbe intraprendere questa strada, ma intanto non ci dispiace imparare ad utilizzare la stampante in 3D, saper utilizzarla è un punto a nostro favore e in futuro potrebbe rivelarsi utile».

Talmente tanto appassionate che «ogni giorno – spiega il professor Michele Carafa – arrivano con qualche scoperta nuova». «Perché – spiegano le alunne – navighiamo su internet e scopriamo programmi da poter utilizzare sulla stampante per fare tutto». Ad esempio? I personaggi di Cocco Bill, il cowboy nato dalla matita di Jacovitti a cui la scuola è dedicata, o ancora vasi dalle varie forme e dimensioni, castelli fantastici e poi grattacieli e volti di ogni tipo.

Qualsiasi cosa. Basta utilizzare il programma con il computer e anche una lavagnetta per disegnare più facilmente e in maniera più spedita, così sullo schermo appare il volto del professore, «perché prof – rivela Kyra mentre, in pochissimo tempo, tra tavoletta, matita e computer tira fuori occhi, naso, bocca e mento da una sfera – stavolta ho deciso che proverò a disegnare lei e chissà che poi non stamperemo la sua miniatura».

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