Era cominciato come un gioco, ma ben presto si è trasformato in qualcosa di diverso. Qualcuno, fra i giovanissimi alunni della scuola media di Petacciato, turbato da quello che vedeva, aveva cominciato a raccontare a casa cosa succedeva quando il bidello si trovava solo con alcuni ragazzi. A parlare di “strani” filmati a sfondo sessuale che circolavano, e non solo. Racconti poi confermati da decine di alunni davanti ai carabinieri prima e al Tribunale dei minori poi. E per l’ex bidello, un 55enne di Montenero di Bisaccia, erano scattate le manette.
Lunedì 28 maggio a Larino ci sarà l’udienza preliminare per il collaboratore scolastico già arrestato in seguito alle indagini eseguite dai carabinieri della stazione di Petacciato. Le ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip del Tribunale erano arrivate ai riscontri trovati dall’Arma. Non solo racconti, ma anche file sul computer della scuola che nascondevano immagini pedopornografiche.
Insomma, abbastanza per far scattare l’accusa di pedopornografia e abusi sessuali su minori. Una vicenda molto delicata, cominciata dalle segnalazioni arrivate alla caserma di via Adriatico. Per la maggior parte degli alunni sentiti con la tutela di psicologi ed esperti, quelle attenzioni da parte dell’uomo non erano niente di più che semplice complicità di un adulto con adolescenti. Ma in altri casi erano emerse situazioni più gravi, e perfino atti osceni e, in un caso, atti sessuali.
Una vicenda scabrosa della quale a Petacciato si era parlato molto poco in quegli anni, attorno al 2015. All’epoca dei fatti non mancarono reazioni di incredulità: possibile che un padre di famiglia, conosciuto peraltro e con un passato senza ombre, potesse essersi lanciato in comportamenti così inqualificabili e orrendi? Oggi che la magistratura e i carabinieri hanno concluso le indagini, nel riserbo più assoluto, è il momento di dare la parola alla giustizia.
Il 28 maggio l’uomo dovrà sostenere l’udienza preliminare davanti al Gup di Larino, assistito dal proprio legale. Starà quindi alla giustizia stabilire se l’ex bidello, che chiaramente non lavora più nella scuola e sul quale grava il divieto di fare rientro in paese, sia un pedofilo da condannare oppure una vittima di “dicerie” e accuse che non trovano sostegno negli elementi di prova.
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