Cronache

Depuratore Sinarca pronto ma nessuno lo vuole. Cercasi ditta per evitare “rischio ambientale”

In una determina dirigenziale il Comune certifica che il depuratore del porto è al collasso: «La qualità della depurazione al porto va peggiorando, serve con urgenza l’attivazione del nuovo impianto per evitare rischi di incidenti ambientali rilevanti». Il problema è che nonostante il collaudo già fatto, la Crea gestioni si rifiuta di prendere in gestione il modulo del Sinarca e alla scadenza della proroga, il 30 giugno prossimo, farà le valigie. L’Amministrazione comunale cerca quindi un nuovo gestore, ma deve fare presto.

A Termoli c’è un «rischio probabile di incidenti ambientali rilevanti». Non lo dice la minoranza, né qualche detrattore dell’Amministrazione Sbrocca. È uno dei passaggi più rilevanti della determina dirigenziale firmata dall’ingegner Gianfranco Bove, dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Termoli, nella quale si dà il via libera a un’indagine di mercato per cercare con urgenza una ditta che si prenda carico del nuovo depuratore del Sinarca. Perché la bella notizia è questa, il modulo di depurazione a Termoli nord è pronto e collaudato, va solo messo in funzione. La cattiva notizia è che il tempo passa e l’impianto del porto è al collasso, tanto che altri sversamenti in mare non si possono escludere.

Ricapitolando: il depuratore principale di Termoli, quello alle spalle del porto, continua a denunciare carenze. Le certifica la stessa determina di Bove. Primo campanello d’allarme: «Il principale impianto depurativo a servizio della città sito in zona porto – scrive il dirigente – presenta attualmente un calo di efficienza depurativa». In particolare risulta insufficiente «il parametro Cod, che rappresenta la misura indiretta della sostanza organica».

Il secondo campanello d’allarme rappresentato da Bove mette in evidenza «il trend negativo» nonostante l’intervento di manutenzione «eseguito da Crea su autorizzazione del Commissario dell’Egam prima della scorsa estate con il ripristino della funzionalità di tutti i biorulli e il dosaggio massivo di reagenti per coadiuvare la sedimentabilità del refluo».

Il terzo campanello d’allarme è forse il peggiore. «I report acquisiti dall’unità di controllo incaricata dal Comune hanno evidenziato un peggioramento della qualità dello scarico apparentemente correlato sia a deficienze di processo che a carenze strutturali dell’impianto al porto».

Ultimo, ma non per importanza, campanello d’allarme, «anche la Procura di Larino, nel disporre il sequestro preventivo delle condotte rotte ha rilevato, secondo la perizia resa dal consulente del pm, “l’inidoneità dell’impianto a depurare l’intero quantitativo di reflui che vi affluisce“». Tradotto, quel depuratore non ce la fa più.

Da qui l’urgenza di alleviare almeno parzialmente il carico di quell’impianto, col nuovo modulo del Sinarca, per il quale dopo più di dieci anni finalmente ci siamo. In seguito al contenzioso che ha portato il Comune a rompere il contratto con l’Ati capeggiata dalla ditta Dondi, i lavori hanno finalmente avuto un’accelerata, nonostante i mille lacci burocratici che l’avevano fatti incagliare. A marzo scorso il cantiere è stato chiuso e proprio una settimana fa, l’8 maggio scorso, il direttore dei lavori, ingegner Ferruccio Blardi, ha protocollato l’avvenuto collaudo e avviamento del modulo, con una spesa totale che supera i 322mila euro.

Tutto a posto? Manco per sogno. Il Comune è ai ferri corti con un’altra ditta, la Crea Gestioni, figlia della più nota Acea, la stessa società che gestisce l’acqua pubblica a Roma. È l’azienda che dal 2007, ex Sigesa, gestisce le acque urbane termolesi e dopo un periodo di collaborazione con l’esecutivo Sbrocca, proprio sulla questione depuratore del porto è entrata in aperta polemica. La cosa va avanti da circa un anno e si era già capito da quando, nell’aprile 2017, la Crea rifiutò un’ulteriore proroga al servizio di gestione idrica. Così il contratto in essere scadrà il 30 giugno di quest’anno.

In pratica fra 45 giorni Termoli si troverebbe senza gestore, in attesa finalmente che l’Egam, l’ente regionale di governo della risorsa idrica molisana, prenda in mano la situazione. Palese quindi che la stessa azienda romana abbia rifiutato di prendersi carico dell’avviamento del depuratore a Termoli nord. Come certifica la determina dirigenziale dell’8 maggio scorso, il Comune ha diffidato la Crea a «mettere in atto urgentemente tutte le procedure necessarie per la presa in carico del nuovo presidio depurativo in funzione di supporto al depuratore del porto, onde fronteggiare le relative criticità, non ricevendo però assicurazione alcuna di adempimento».

Risposta della Crea? Nessuna. «La società Crea Gestioni S.r.l., nonostante ripetuti inviti e la diffida ultima, non ha manifestato alcun concreto interesse a condividere con il Comune una soluzione negoziata per la presa in carico anche del nuovo depuratore del Sinarca». Ma quell’impianto risulta determinante per evitare di peggiorare le cose. Si sa infatti che è costruito per servire a pieno regime 12500 abitanti equivalenti (misura che riguarda la portata dei reflui e non i cittadini) e la sua messa in funzione immediata solleverebbe il depuratore del porto di 6767 abitanti equivalenti, alleggerendo così il carico dell’impianto portuale proprio nel periodo di massimo sforzo, quello estivo.

Ora questa rottura totale che potrebbe essere pagata proprio dai cittadini. «Il sistema cittadino della depurazione, in relazione all’andamento negativo della qualità dello scarico a mare del depuratore al porto, necessita di essere urgentemente coadiuvato dalla messa in esercizio del depuratore Sinarca per evitare rischi di incidenti ambientali rilevanti. La situazione, infatti, in relazione alla copiosa corrispondenza intercorsa con il soggetto gestore e con gli organismi di controllo, è tale da potersi identificare in uno scenario di rischio probabile» si legge nel documento ufficiale.

Se non siamo all’emergenza, ci siamo molto vicini. Per questo, nell’approvare la perizia tecnica dell’ingegner Blardi, il dirigente ai Lavori Pubblici avvia contestualmente un’indagine di mercato «per l’affidamento in concessione del servizio e per l’avvio e l’esercizio provvisorio, per la durata di sei mesi, dell’impianto di depurazione in località Sinarca». (sdl)

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