Attesa per Cannavacciuolo, telecamere per il Parente show. Battute e assaggi fra le bare

Mentre il noto chef si fa attendere, le riprese del programma tv "O mare mio" sono iniziate con la sfida fra tre personaggi locali. Uno di loro è Primiano Bavota, imprenditore di un’impresa funebre che, come nel suo spirito, ha accolto la troupe fra le bare, offrendo un tipico rinfresco molisano e scatenandosi fra gag e slogan da scrivere sui manifesti.

Sul canale Nove prossimamente il Primiano Bavota show. Battute, gag, spuntini sulle bare, slogan da manifesti funebri. Tutto questo in un’ora di registrazione. Si sa ancora poco della puntata termolese di “O mare mio”, nuova trasmissione che vede protagonista lo chef Antonino Cannavacciuolo. Lui, volto noto come giudice di Masterchef, si fa attendere oltre il previsto, ma oggi 3 maggio dovrebbe essere a Termoli. Intanto Primiano Bavota, imprenditore titolare di un’agenzia funebre, il suo show l’ha già fatto e ha intenzione di continuare.

Il 45enne larinese trapiantato a Termoli, per tutti il Parente o come dice lui “Parè”, è uno dei tre “concorrenti” di questa sorta di gara fra cittadini comuni che si mettono in gioco nella preparazione di un piatto tipico per le telecamere di “O mare mio”. Ieri mattina 2 maggio sono iniziate le riprese. Una troupe di circa quindici persone e composta quasi per intero da giovanissimi, ha girato prima le strade del Borgo vecchio con due telecamere e un drone per le riprese dall’alto.

Quindi nel pomeriggio spazio ai tre concorrenti. Uno di loro è appunto Primiano Bavota, uno che non si lascia intimidire dalle telecamere. Ha accolto la troupe nel suo ufficio di via Stati Uniti e si è prestato al gioco. Ha indossato un frac iniziando a dare disposizioni ai suoi assistenti: «Scrivi così: ‘In città o in campagna, sempre Bavota ti accompagna’» fra le risate di cameramen e assistenti di produzione.

Quindi si è calato nel personaggio, letteralmente. Si è steso in una bara, ha finto di lucidarne altre. Non ha mancato di dimostrare l’accoglienza molisana, offrendo agli ospiti un rinfresco coi fiocchi: panzerotti, salsiccia, pizza, frittata con gli asparagi, caciocavallo e un vino rosso Merlot. La produzione di “O mare mio” ha dimostrato di apprezzare.

Per ultimo, un’intervista in cui ha dato il meglio di sé, con scherzi, battute sul tema della morte e la sfida lanciata ai suoi avversari. Oggi si replica, o meglio si cucina. A lui toccherà mettere insieme tradizione e innovazione, preparando “u scescille”, il piatto tipico termolese a base di mollica di pane e pomodoro, con l’aggiunta del pesce, nello specifico il merluzzo. Perché altrimenti si chiamerebbe “O mare mio?”. Mentre dalla troupe nulla trapela e viene mantenuto il “segreto d’ufficio”, l’attesa è su chef Cannavacciuolo. Chissà cosa dirà quando scoprirà che dovrà assaggiare un piatto fra bare e manifesti funebri.

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