Convenzioni che non funzionano: il caso

Arriva in condizioni disperate al Cardarelli ma il reparto è chiuso. E al Neuromed non c’è posto

Un anziano di Campobasso è arrivato in condizioni disperate all’ospedale di contrada Tappino: aveva una perdita di sangue nel cervello ma da mesi il reparto di Neurochirurgia non è più attrezzato per questo tipo di emergenze perché il servizio è gestito dal Neuromed di Pozzilli. "Come spesso accade - la denuncia del Movimento 5 Stelle - non c’era posto. E non c’era neppure negli altri ospedali vicini tanto che, dopo sei ore di attesa, l’uomo è tornato a casa". Tragedia sfiorata "ma investiremo il presidente Toma del problema, la vita dei cittadini non può aspettare la politica" queste le parole del consigliere regionale Andrea Greco.

E’ arrivato in condizioni serissime al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli. Tragedia sfiorata per un anziano di Campobasso giunto a contrada Tappino con un versamento di sangue alla testa.
A raccontare l’epilogo di questa «ennesima prova dell’assurdo stato di impasse in cui versa la sanità molisana» sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Angelo Primiani e Andrea Greco i quali hanno riferito l’accaduto. Una storia, quella raccontata, accaduta già in passato a causa dello smantellamento del reparto di Neurochirurgia. A fine marzo di un anno fa l’Unità operativa complessa è sparita dall’offerta sanitaria pubblica: il reparto non c’è più mentre sono rimaste intatte le sue funzioni. Questo almeno nelle intenzioni del protocollo che l’Asrem ha firmato con il Neuromed di Pozzilli il 31 marzo del 2017.
Protocollo che garantiva le emergenze (e non gli interventi in elezione, cioè programmabili) grazie alla collaborazione con neurochirurghi pubblici e privati. Non solo. Lo stesso accordo prevedeva anche che i casi più complessi venissero trasferiti nell’Irccs di Pozzilli.
Ed è esattamente il caso di questo uomo giunto ieri mattina al pronto soccorso. Purtroppo per lui al Neuromed – dove doveva essere trasportato date le condizioni di salute – non c’erano posto. Questo hanno riferito i consiglieri pentastellati che in più occasioni, facendo loro anche le preoccupazioni di tanti utenti, cittadini e comitati ospedalieri, avevano messo in guardia i molisani sul fatto che la struttura privata non riserva posti per il pubblico.
E infatti, siccome al Neuromed (convenzionato col pubblico) non c’era posto, è partita la richiesta di trasferimento «nei reparti di Rianimazione delle strutture San Giovanni Rotondo, Foggia, Pescara, Benevento, Teramo. Dopo 6 ore di attesa, l’anziana moglie dell’uomo, sfinita e colta dalla rassegnazione, ha firmato per riportare a casa il marito in condizioni gravissime».

Alla fine l’emorragia cerebrale è stata arrestata grazie al personale Asrem «ma lo denunciamo da anni: non è ammissibile che un cittadino non possa ricevere cure adeguate, a maggior ragione se in condizioni critiche. La Regione Molise ha il dovere di garantire almeno le condizioni minime sufficienti a tutelare la cittadinanza nei casi di emergenza. Ovunque, soprattutto nel nosocomio individuato come perno dell’intero Sistema Sanitario regionale. Il Molise continua a vivere in una sorta di limbo. Da anni, ormai, si parla di fusione pubblico-privato in Sanità, ma non se ne conoscono i dettagli, né soprattutto la cittadinanza conosce e riconosce i benefici di questa riorganizzazione».
Greco e Primiani, una volta fuori dal Pronto soccorso, sono andati dritti in via Genova: «Il Presidente Toma – hanno detto ancora – non c’era ma lo investiremo immediatamente e formalmente della questione. La vita dei cittadini non può aspettare la politica e certe cose non devono accadere. Mai».

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