Cronache

Tunnel, scatta l’ora dei ricorsi: “Procedura illegittima”. Primo round al Tar, poi in Procura

Movimento Cinque Stelle, Comitato No Tunnel e Fiba Confesercenti pronti a ricorrere al Tar contro il progetto di riqualificazione urbana del centro cittadino. Per il consulente urbanistico, il docente Beniamino Di Rico «il procedimento seguito è illegittimo, lo dicono le norme e i precedenti. Bisognava fare l’assoggettabilità alla Vas o la stessa valutazione ambientale strategica». I legali annunciano: «Ci riserviamo di rivolgerci alla giustizia amministrativa, penale e contabile».

La strada che porta alla realizzazione del Tunnel di Termoli trova un nuovo ostacolo, stavolta di tipo giudiziario. Movimento Cinque Stelle, Comitato No Tunnel e Fiba Confesercenti sono pronti a presentare uno o più ricorsi, dopo le valutazioni dei legali, per impedire la realizzazione dell’opera. Uno dei motivi principali dell’opposizione davanti ai giudici è di carattere urbanistico, come spiegato dal consulente, l’architetto e docente universitario Beniamino Di Rico. «Andava fatta prima l’assoggettabilità alla Vas o la stessa valutazione ambientale strategica, lo dicono le norme e i precedenti» ha affermato Di Rico sottolineando quella che secondo lui è una «procedura illegittima. Non si tratta di un vizio di forma, è proprio insanabile».

La presentazione del ricorso, o meglio della volontà di farlo perché materialmente il ricorso non c’è ancora, è avvenuta nel pomeriggio di martedì 17 aprile al bar Sottovento del porto turistico Marina di San Pietro, a Termoli. «Da questo momento non si discute più» ha messo in chiaro le cose Nick Di Michele, consigliere comunale di opposizione. «Insieme a noi del Movimento Cinque Stelle nel ricorso ci sono il Comitato No Tunnel e Fiba Confesercenti che ci darà una mano anche economicamente». Chi invece non ha chiesto un euro sono i legali e il consulente urbanistico.

Quel consulente che per altro aveva già avuto modo di confrontarsi con l’urbanistica termolese ai tempi del contenzioso fra Comune e Blu Costruzioni. «La procedura seguita dall’Amministrazione comunale – ha affermato il professor Di Rico in conferenza stampa – è illegittima. L’intero progetto è in contrasto con la pianificazione urbanistica prevista dal Piano regolatore generale».

Il punto focale per Di Rico è proprio la variante al Prg che dovrebbe passare in consiglio comunale giovedì prossimo 19 aprile. «L’illegittimità è insanabile. L’assoggettabilità alla Vas o la Vas stessa servono per due cose: capire i reali impatti ambientali prima, durante e dopo l’opera e permettere una pianificazione che prevede una condivisione sociale della città». Un tema che oltretutto era già emerso in sede di commissione consiliare, quando il Rup Livio Mandrile, rispondendo al consigliere di opposizione Michele Marone, aveva negato che questo passaggio fosse necessario.

I legali che stanno vagliando il caso non hanno chiarito se il ricorso sarà unico o ce ne sarà più di uno. «Non intendiamo scoprirci troppo, ma ci sono diversi profili di illegittimità e potremmo rivolgerci alla giustizia amministrativa, penale e contabile». Qualora il ricorso al Tar dovesse ottenere una sospensiva, i tempi si allungherebbero di molto e questo potrebbe mettere a serio rischio l’intero progetto.

L’Amministrazione comunale ha accelerato in questi ultimi giorni, convocando per giovedì 19 aprile il consiglio comunale, proprio perché ha i giorni contati o quasi. Fra approvazione in Consiglio, tempo per le osservazioni e controdeduzioni e passaggio conclusivo in assise, servono ancora dei mesi prima del sì definitivo. Il cantiere per ottenere il finanziamento pubblico va aperto giocoforza entro il 31 dicembre, pena appunto la cancellazione di quei fondi comunitari. Ecco perché una sospensiva del Tar potrebbe essere una mannaia per l’opera.

Contestato dagli avvocati sia l’uso dei fondi pubblici, i famosi cinque milioni di euro cui si vanno a sommare gli oltre 14,9 milioni di contributo privato, sia l’approvazione con modifiche del Consiglio dei Ministri e in particolare il «me ne frego davanti ai dubbi di natura architettonica. Non c’è dubbio che sotto piazza Sant’Antonio ci sia una necropoli». Gli avvocati sono pronti a colpire, pur senza specificare ancora dove è puntato il mirino. «Abbiamo le idee chiare per i vizi esistenti. Quest’opera sarebbe devastante per Termoli».

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