Politica

Parco del Matese, “sarà una seconda Fiat”. Ma la ’fabbrica di monnezza’ lo mette in pericolo

La valorizzazione dell’ambiente e del turismo è uno dei temi più ricorrenti nella campagna elettorale molisana, con i candidati che fanno a gara per presentare proposte e progetti di rilancio. Ma nessuna voce si è ancora alzata per protestare contro il mega impianto di compost che nascerà al confine tra la nostra regione e la Campania e che mette a rischio il Parco del Matese, progetto da 3500 posti di lavoro per il Molise. "Il Parco del Matese può essere la nostra seconda Fiat. Per questo, la vicenda di Sassinoro la stiamo seguendo da vicino: non solo ci allerta, ma ci dà enormi preoccupazioni", le parole del senatore uscente Roberto Ruta, che a Roma ha condotto una battaglia per la legge di istituzionalizzazione del Parco del Matese. L’aspirante governatore del centrosinistra Carlo Veneziale: "Eviteremo ogni possibilità di nocumento all’ambiente, alle popolazioni e al territorio derivante dall’insediamento della discarica attraverso un colloquio istituzionale con la Regione Campania".

Chi verrebbe in un parco dove si sente puzza di immondizia? O chi acquisterebbe i prodotti tipici molisani sapendo che a pochi chilometri dal confine con la nostra regione c’è un mega impianto di compost autorizzato, quello di Sassinoro? Oppure: chi vivrebbe in una zona la cui aria potrebbe essere inquinata dalla polveri sottili rilasciate da quel ‘mostro’ con un pericolo tumori che nessun Registro riuscirebbe a rilevare perchè in Molise ancora non è entrato in vigore? Sono i rischi della “fabbrica della monnezza” (come la definiscono gli oppositori) di cui nessuno parla, e che finora non ha trovato spazio nella fitta agenda elettorale dei candidati della Regione Molise.

Una bomba ecologica’ a una decina di chilometri da Sepino e quindi proprio ai piedi delle nostre montagne, che potrebbe far ‘abortire’ sul nascere il Parco del Matese, una risorsa fondamentale per l’economica molisana. Perché, stando ai calcoli dell’ex senatore del Pd Roberto Ruta, colui che in Parlamento ha condotto in prima persona la battaglia per l’istituzionalizzazione, creerebbe 3500 posti di lavoro.

Eppure, in questa campagna elettorale della valorizzazione turistica si parla spesso. Tanto che Molise 2.0, lista che sostiene il candidato presidente Carlo Veneziale, ha organizzato stamattina – 12 aprile – pure una conferenza stampa nella splendida Villa de Capoa per ribadire che «in realtà tante cose sono state già fatte», come ha sottolineato il candidato-giornalista Roberto Colella. Il Parco delle Morge, il Parco nazionale del Matese, il parco dell’Alto Molise: esistono già.

«Negli ultimi quattro anni sono arrivati 8-9mila turisti nel Parco delle Morge», ha spiegato. E anche per Veneziale «l’istituzione dei parchi, la presenza sul territorio di tantissime zone protette sono tutte possibilità di crescita per il territorio». Si è sbilanciato ancora di più Ruta: «Con il sistema parchi e con la ristrutturazione dei nostri borghi, anche in funzione ricettiva, nel giro di due anni siamo in grado di mettere a frutto lavori, opere e per dare occupazione a 3500 persone, indotto compreso. Senza dimenticare le filiere dell’agroalimentare e dei prodotti tipici, l’agricoltura di qualità, le produzioni tipiche di qualità. Abbiamo una Ferrari pronta, col motore già acceso. Può diventare la seconda Fiat della regione Molise».

E poi c’è l’altra faccia della medaglia: il mega impianto di compost di Sassinoro che rischia di mandare in panne il motore di questa Ferrari. Su questo ‘mostro’ c’è un silenzio assordante, quasi imbarazzante. Nella conferenza stampa di Molise 2.0 se n’è parlato solo grazie alle domande di Primonumero.
«Il Parco nazionale del Matese non è un progetto, ma è istituzionalizzato con legge dello Stato – la premessa che Ruta fa sulla vicenda – e siccome è legge dello Stato, il Parco nazionale del Matese è nato. Ora le due Regioni (Campania e Molise, ndr) dovranno definire la perimetrazione. Dunque, il Parco già esiste e non è messo a rischio come istituzione.
Al tempo stesso, stiamo seguendo la vicenda di Sassinoro perché non è che ci allerta, ma ci dà enormi preoccupazioni. Poi – la sveglia che il parlamentare uscente suona ai suoi colleghi – dovrà essere oggetto di ogni battaglia utile se dovesse esserci un solo tema di rischio ambientale da parte di chi occuperà ruoli istituzionali e sarà in Consiglio regionale dopo il 22 aprile».

La promessa di impegnarsi in questa battaglia l’ha fatta pure Carlo Veneziale che se sarà eletto cercherà un confronto con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. «La perimetrazione del Parco – la sua riflessione – è in fase avanzata. Ai territori e alle amministrazioni comunali coinvolte va spiegata la ricaduta sul territorio. Perciò, l’interlocuzione tra le Regioni interessate (stiamo parlando in linea d’aria di pochissimi chilometri) è elemento indispensabile perché ogni possibilità di nocumento all’ambiente e alle popolazioni e al territorio derivante dall’insediamento della discarica possa essere scongiurata attraverso un colloquio istituzionale con la Regione interessata (la Campania, ndr) per capire fin dove è arrivato l’iter autorizzativo di quell’insediamento industriale, quali sono stati i passi compiuti e gli elementi di condivisione per evitare fatti che possano danneggiare eventualmente i territori».

SP

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