Cultura & Spettacolo

In Brasile per portare il loro choro. Marco e Vittorio, musicisti che sfidano la musica verdeoro

Marco Molino con la sua marimba e Vittorio Sabelli con il clarinetto hanno trascorso 15 giorni a San Paolo per conoscere da vicino lo choro (si legge scioro) e presentare la loro versione di questo genere musicale nato oltreoceano. «La nostra musica è più europea - racconta Vittorio qualche giorno dopo il rientro a casa - più classica e da camera - aggiunge Marco - con aperture jazz e con contaminazioni frutto delle nostre esperienze personali. Il tentativo è stato particolare e anche difficile, un po’ come se un eschimese portasse la sua pizza a Napoli. Ma noi ci siamo riusciti e il pubblico ci ha premiato».

Si scrive choro e si legge scioro. È uno stile di musica brasiliano e per conoscere le sue sonorità più profonde e autentiche, scoprire i segreti e soprattutto proporre la loro “versione” «riarrangiata e con delle nostre particolarità che provengono dall’esperienza», Marco e Vittorio sono volati in Brasile «per un tentativo particolare – rivela ancora Vittorio, catapultato dalle calde temperature estive al freddo gelido dell’Italia – come se un eschimese portasse una pizza fatta da lui a Napoli, qualcuno pensa che sia qualcosa da matti. Noi ci abbiamo provato ed è andata bene».

Nella patria di un genere musicale «poco conosciuto dalle nostre parti – aggiungono durante una chiacchierata dopo il rientro dalla calda nazione verdeoro – nato proprio oltreoceano tra fine ‘800 e inizio ‘900 a Rio de Janeiro. É l’antecedente di samba e bossa nova, ha i ritmi sudafricani e prende le melodie dall’Europa dell’800, dalla polka e dal walzer». Ma per capire se il lungo lavoro di studio, analisi, scrittura della musica e prova fosse davvero riuscito, l’unico modo era volare in Brasile e sottoporre la loro musica a quelle popolazioni che con quel genere ci sono nate e cresciute. La conferma? «I bambini di cinque anni suonano lo choro con il tamburo, non strimpellano, suonano davvero. Pensa – rivela Vittorio – che quando noi suonavamo loro ci seguivano a tempo. Questo genere è nel loro dna».

Marco e Vittorio sono molisani e musicisti. Così si potrebbe racchiudere la loro vita. Marco Molino è un 23enne di Montorio dei Frentani da sempre appassionato di musica visto che la sua vita è sempre stata in mezzo a musicisti e ospiti dei tanti festival curati dal padre. Oggi con quella passione ci ha fatto un lavoro, è docente di percussioni in provincia di Napoli, specializzato nella marimba, che ha ritrovato anche in Brasile. Vittorio Sabelli invece è di Agnone, vive a San Salvo e anche lui fa il prof di musica a Petacciato, ma insegna clarinetto, con cui tenta di trovare sempre nuove strade e nuovi aspetti, e che si è portato personalmente in viaggio custodendolo gelosamente nelle 12 ore di volo intercontinentale lo scorso 3 marzo.

Insieme da un anno e mezzo hanno creato il duo Chorando Brazil e, grazie ad un incontro casuale con il musicista e percussionista brasiliano Gabriel Prado, arrivato proprio a Montorio per sentire un loro concerto la scorsa estate da Bari – dove vive -, hanno ricevuto l’invito a visitare il suo paese d’origine e lo hanno colto al volo. «Primo perchè un’occasione del genere non capita spesso, secondo perchè quella terra è meglio visitarla con chi lì ci è nato e ci ha vissuto. Grazie a lui abbiamo potuto conoscere il Brasile vero, siamo stati a San Paolo e abbiamo vissuto con lui in casa, non in albergo come turisti, ma come cittadini di quella terra, e abbiamo potuto assaporare ogni momento e ogni aspetto della vita quotidiana. Abbiamo anche visitato le Favelas, sono delle realtà molto difficili dove capisci cosa significa lottare per sopravvivere ogni giorno, ma proprio lì ci sono dei centri che accolgono i bambini e i ragazzi e insegnano loro le lingue e anche la musica perchè lì il musicista ha una funzione sociale fondamentale».

Con la loro musica riarrangiata «in chiave europea, classica e più da camera – raccontano insieme – con aperture jazz e contaminata dalle nostre esperienze di vita» hanno suonato in club e all’aperto di fronte a persone di tutte le età che hanno apprezzato la loro musica «e sapere che proprio a loro che la conoscono dalla nascita è piaciuta, è una soddisfazione che ti ripaga del lavoro e dei sacrifici e di tutte le ore trascorse a provare e a capire se potesse andare bene. Loro si sono emozionati a sentirci, hanno suonato con noi nei vari laboratori e lezioni che abbiamo realizzato in quei giorni lì. Loro ascoltano in religioso silenzio, seguono con passione, qualcosa che qui non accade».

Ora stanno lavorando ad un cd di cui svelano solo qualche aspetto. «Ci saranno le melodie brasiliane dello choro e un po’ di rock». Tornerete in Brasile? «Perchè no, il loro parere per noi vale doppio perchè loro sono preparati su questo tipo di musica. La musica è una cosa seria – rivela Vittorio – va rispettata, è comunicazione ed emozione e se qualcuno si emoziona e se riusciamo a trasmettere quello che avevamo in testa, noi siamo entusiasti, anche quando ci arrivano delle critiche perchè sono costruttive». Con questo viaggio, dopo il ritorno lo scorso 18 marzo, il duo sta lavorando al nuovo progetto e, chissà, forse ad un nuovo viaggio. «Le idee sono tante, abbiamo portato anche il nostro Molise e chissà che non solo torneremo lì, ma faremo arrivare qualcuno di loro qui per qualche evento. Abbiamo creato un ponte e vogliamo fare tante cose, a dimostrazione che qui, proprio perchè non abbiamo troppe distrazioni – conclude Marco – si possono fare tante cose e farle anche bene».

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