Cronache

Depuratore, ultime ore per riparare condotta. In Procura nessuna richiesta dissequestro

Scade sabato 31 marzo il termine dato dal Gip del Tribunale di Larino alla Crea per riparare la condotta sottomarina guasta che da mesi provoca lo sversamento in mare di reflui maleodoranti, come accertato da un’inchiesta dalla Procura. Alla magistratura frentana oltretutto non è ancora giunta alcune richiesta da parte dell’azienda romana per ottenere il dissequestro dell’impianto, pur tenuto in funzione per ovvi motivi legati all’igiene pubblica. La società che gestisce il depuratore dovrebbe comunque terminare in tempo il lavoro. A breve dovrebbe tenersi l’udienza preliminare.

I lavori di riparazione della condotta del depuratore del porto di Termoli non sono ancora terminati, ma probabilmente entro sabato 31 marzo, data di scadenza dell’ordinanza di riparazione del Gip di Larino, sarà tutto completato. Poche ore di lavoro, almeno fino a oggi 28 marzo, separavano i sommozzatori della Sub Service dall’ultimare l’operazione.

Sono trascorsi oltre quattro mesi da quando la Procura di Larino sequestrò l’impianto pur ordinando di mantenerlo in funzione per chiare ragioni di igiene pubblica, dato che pur in pessimo stato, l’impianto resta di vitale importanza per smaltire i reflui prodotti da gran parte della città.

Da allora però i lavori hanno tardato parecchio. Il sindaco di Termoli, nominato nell’ambito della stessa ordinanza quale custode del depuratore, fece realizzare una conferenza di servizi che si è conclusa ai primi di gennaio. Ottenute le autorizzazioni si è partiti con l’appalto e quindi coi lavori, particolarmente rallentati per il maltempo che ha imperversato soprattutto a febbraio.

I sommozzatori hanno lavorato alcuni giorni a inizio marzo, poi ancora poco a causa del mare agitato delle scorse settimane. Adesso pare mancare poco affinché la riparazione della condotta fallata possa dirsi completa. Anche per questo non è stata ancora inviata alla Procura di Larino alcuna richiesta di dissequestro da parte della Crea o del Comune. Lecito aspettarsi che la richiesta giunga in Tribunale ai primi di aprile.

Intanto l’inchiesta che vede coinvolte sette persone, tra cui il sindaco Angelo Sbrocca e i vertici della società romana, è arrivata a conclusione e si attende di conoscere l’esito dell’udienza preliminare per capire se ci sarà un processo e nei confronti di chi, per l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale.

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