Cronache

Cassiere e commercianti, lavoro pericoloso: “Noi col terrore delle rapine armate. Troppi balordi”

Dopo la rapina alla Ip di Fiardi, il colpo con un grosso coltello al market Sigma. E prima ancora la rapina alle Poste alla Fontana e quella in sala slot con un coltello. Termoli registra una nuova ondata di rapine messe in atto da balordi, tossici, criminali improvvisati che potrebbero reagire in maniera violenta. E i dipendenti delle attività prese di mira ammettono la paura nello svolgere un lavoro notoriamente “tranquillo” che di questi tempi si rivela rischioso.

Cosa si prova trovandosi faccia a faccia con un balordo che, impugnando un’arma, pretende di avere tutti i soldi in cassa o la merce presente nell’attività commerciale dove si sta svolgendo il proprio lavoro? Un misto di paura, ansia ed adrenalina generati dall’incertezza della situazione e del suo epilogo. Perché potrebbe finire tutto in una manciata di secondi e senza vittime, dopo aver soddisfatto le richieste, oppure terminare in tragedia qualora il malvivente decida di non essere soddisfatto del bottino o se qualcuno provasse a reagire.
E’ questa la sensazione che hanno provato le persone coinvolte nelle rapine a mano armata che, negli ultimi giorni, sono salite agli onori di cronaca per la violenza e la vicinanza degli eventi: da inizio gennaio, infatti, nelle attività commerciali presenti nel comune bassomolisano, regnano paura e preoccupazione per l’escalation di furti quasi quotidiani.

Queste impressioni diventano concrete parlando con le commesse, i baristi, i cassieri coinvolti, loro malgrado, nei furti. Lavori ambiti, soprattutto in un periodo di crisi economica, che nell’immaginario comune sono considerati senza rischi, metodici, ma che all’improvviso rischiano di diventare pericolosi per via della scia di criminalità che li vede protagonisti, loro malgrado.

«Tremo ancora, mentre ti racconto cosa è successo», ammette una cassiera, «E’ successo così in fretta che non riesco a ricordare nulla», racconta un’altra. Il primo pensiero, naturalmente, è quello di scappare, cercando di avvisare anche i colleghi presenti: «Sono fuggita via appena ho visto il coltello – racconta la cassiera di un supermercato – Ho avvisato i miei colleghi ed insieme abbiamo raggiunto l’uscita sul retro, di corsa. Da lì abbiamo visto la scena del malvivente che, innervosito dalle difficoltà di aprire la cassa, ha deciso di scardinarla per portarla via con sé. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo dopo averlo visto scappare lontano». La paura è ancora maggiore per le persone che hanno già vissuto l’esperienza della rapina: «E’ già la terza volta, ormai viviamo nel terrore che possa succedere di nuovo», aggiunge la ragazza.

Il peggio arriva nelle ore successive alla rapina quando si iniziano a ricordare i dettagli, quelli che prima erano solo frammenti di qualcosa, come ad esempio il modello di maschera indossata, la corporatura, i vestiti indossati dal malvivente. La stessa paura viene vissuta anche da coloro che hanno subito un tentativo di furto e che temono possa trasformarsi in rapina a mano armata dopo il fallimento del primo colpo: «Non sono riusciti ad entrare, anche se ce l’avevano quasi fatta – raccontano i titolari di un’attività – Temiamo che possano riprovarci durante le ore di apertura». Ed il pensiero di poter rivivere nuovamente la scena spaventa al punto che, in molti, trovano difficile tornare sul luogo di lavoro.

I controlli da parte delle forze dell’ordine non mancano, ma la città è in continua espansione e resta il problema cronico della carenza di personale utile a coprire un territorio così vasto. E’ sulla scorta di queste considerazioni, unite alla paura crescente, che alcuni commercianti stanno seriamente valutando la possibilità di organizzare delle ronde cittadine per sentirsi più sicuri.

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