Cronache

Pianta molisana anticancro: studi confermano proprietà benefiche

Prosegue con ottimi risultati la ricerca sulle proprietà benefiche anticancro del Prunus spinosa Trigno, pianta che cresce in Alto Molise. È stato infatti pubblicato online sulla rivista “open acces” lo studio “Cytotoxic and Apoptotic Activities of Prunus spinosa Trigno Ecotype Extract on Human Cancer Cells” in cui si dimostra che, in vitro, il preparato svolge azione antiproliferativa, conduce le cellule cancerose tumorali umane di diversa origine all’apoptosi, ossia all’autodistruzione, e che esso non è tossico per le linee cellulari sane.
La ricerca, mirata a verificare le potenzialità anticancro basate sull’estratto di una pianta autoctona – l’ecotipo “Trigno” di Prunus Spinosa, è nata dall’intuizione di Franco Mastrodonato, presidente della Società italiana di Medicina Biointegrata e del chimico farmeceutico Giovanni Occhionero della Biogroup, è stata condotta in collaborazione con il team guidato da Stefania Meschini dell’Istituto Superiore di Sanità e ha ottenuto l’autorizzazione per il passaggio alla fase di sperimentazione animale.
«Gli studi in vitro – spiegano gli esperti – sull’estratto di Prunus Spinosa Trigno + Nac (un complesso di vitamine e aminoacidi in grado di attivare le reazioni volute all’interno della cellula) hanno mostrato, in particolare, che circa l’ottanta per cento di alcune linee cellulari tumorali trattate con Prunus Spinosa + Nac, sono state condotte all’apoptosi entro 24 ore dal trattamento.
La ricerca è stata portata avanti rispettando i più severi canoni scientifici di condotta e di controllo e ha permesso, utilizzando rigorosi criteri di evidence, di approfondire le dinamiche che portavano alla morte le cellule cancerose, mostrando come esse a contatto con la molecola, subissero un depotenziamento dell’attività della membrana mitocondriale che rappresenta la riserva di energia della cellula malata».
«Prunus Spinosa + Nac, attualmente prodotto come integratore alimentare – ci tengono a precisare i responsabili della ricerca – non è attualmente un farmaco né rappresenta, nel modo più assoluto, un’alternativa alle cure oncologiche tradizionali, ma può essere assunto unicamente come integrazione ad esse e solo sotto parere e controllo di un esperto».

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