Società & Costume

Gli avvelenano i cani, lui fonda un cimitero per animali. E’ il primo in Molise. “È civiltà”

Lucio Leva, agronomo e presidente dell’associazione "Il Boschetto" gestisce come una vera e propria impresa funeraria un piccolo cimitero per animali a Carpinone. Con i suoi soci cura ogni aspetto dell’inumazione: dal prelievo della "salma" alla certificazione veterinaria. I prezzi del "funerale" oscillano dai 150 ai 350 euro. "Un servizio come questo mancava nella nostra regione ma non lo facciamo per denaro, è più un atto di civiltà che dobbiamo ai nostri amici a quattro zampe".

«Vivono con noi per dieci, dodici, a volte anche quindici anni. E in tutto questo tempo non si stancano mai di dimostrarci il loro affetto. Penso che quando arriva il loro momento sia giusto restituirgli qualcosa, una sepoltura degna in un luogo sereno rappresenta un piccolo gesto di civiltà necessario per chi, come me, ama gli animali». Sono le parole di Lucio Leva, presidente dell’associazione “Il Boschetto: uomo, natura, animali” e creatore, assieme agli altri membri del gruppo, del primo cimitero per animali del Molise.
“Il Boschetto” si trova a Carpinone, in località Fontanelle e offre ai proprietari di cani e gatti defunti un servizio simile in tutto e per tutto a quello delle vere e proprie imprese funebri. Reperibilità h24 compresa. Lucio Leva, che di mestiere fa l’agronomo (anche se la sua famiglia è titolare di un’attività di pompe funebri) è anche il proprietario del terreno messo a disposizione dell’associazione che gestisce l’attività di sepoltura degli animali.

Lucio, come è nata l’idea di un cimitero per animali?
«Ho sempre avuto cani e nella nostra regione un servizio di questo tipo non c’era per cui bisognava rivolgersi fuori regione, andare a Pescara, Foggia o Caserta. Così ci siamo rimboccati le maniche e creato “Il Boschetto” che è anche una risposta positiva alla crudeltà di certe persone che avvelenano gli animali. A me, per esempio, è successo e posso capire come ci si sente: i miei cani sono stati i primi a essere inumati qui».

E’ stato complicato aprire questo cimitero?
«L’associazione è nata a maggio e il primo progetto presentato a Comune e Asrem è stato proprio questo del cimitero. Diciamo che avere un terreno di 2600 metri con determinate caratteristiche ci ha aiutati: l’area individuata, infatti, non può trovarsi troppo vicino alle case o ai corsi d’acqua, deve essere in una zona agricola – come nel nostro caso – oppure a poca distanza da un altro cimitero».

Ma la legge cosa dice? Quando muore un cane o un gatto come ci si deve comportare?
«Bisogna smaltirli. Generalmente le persone che hanno un pezzo di terra se ne occupano personalmente seppellendoli alla buona».

Pare di capire che il vostro sia un servizio più professionale, molto simile a quello delle imprese funebri. In cosa consiste la vostra inumazione?
«Curiamo ogni aspetto: preleviamo la salma (a casa o in ambulatorio), forniamo la certificazione veterinaria in cui si dice che l’animale non ha malattie infettive (in quel caso va incenerito) e il sacco biodegradabile che aiuta il processo di mineralizzazione dei resti. Sono contenitori speciali con una barriera resistente a fluido corporei, sangue e odori».

Una volta seppellito l’animale, il proprietario può fare visita alla tomba?
«Ma certo, per cinque anni (il tempo stimato della mineralizzazione) è libero di andare al cimitero quando vuole tanto che gli forniamo anche le chiavi d’ingresso. Trascorso quel tempo, se desidera lasciare lì i resti, pagherà solo un canone annuale di 50 euro?».

Ma quanto costa fare questo “funerale”?
«Oltre a ritiro, inumazione e certificato bisogna pagare anche per il diritto alla fossa e la cancellazione del microchip. Diciamo che per un cane di taglia medio-grande si spendono complessivamente 350 euro, per uno piccolo e per i gatti 300, mentre per quelli piccolissimi come tartarughe o pappagalli siamo sui 150 euro. Forniamo anche il supporto in marmo sul quale il cliente potrà appostare una immagine in fotoceramica, stampa o incisione in base al gusto personale e al budget. Sebbene il servizio abbia dei costi voglio precisare che la nostra non è un’attività a scopo di lucro».

Però non si può negare che 350 euro per un cane sono una bella somma e non tutti possono permetterselo.
«Sono d’accordo, ma penso anche che di fondo ci sia un problema di sensibilità personale. Pur essendo molto alta la partecipazione dell’animale domestico alla vita familiare non tutti sono pronti a spingersi così ‘oltre’, E’ anche vero, però, che fino a quando il servizio non esisteva l’impedimento era anche oggettivo Ma a mio avviso resta un fatto di civiltà, quasi un atto dovuto».

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