Open day al centro diurno

Un caffè insieme e laboratori per combattere l’Alzheimer: famiglie e volontari vicini ai malati

Si chiama ’Il caffè di Enrichetta’ ed è uno spazio aperto a Termoli, al secondo piano del vecchio ospedale, e a Campobasso, in via Colle dell’Orso. Qui i malati di Alzheimer, le famiglie e i volontari possono incontrarsi e condividere momenti nel centro di ascolto ’Non ti scordar di me’ e tante varie attività di stimolazione cognitiva e ricreative personalizzate, mirate a ritardare il decorrere della malattia. L’impegno dell’Associazione Molisana Malati di Alzheimer, guidata da Antonio D’Ambrosio, che ha organizzato un open day in occasione della Giornata mondiale in un Molise che conta sempre più casi anche in Molise. L’obiettivo è quello di coinvolgere le famiglie e di alleviare il peso che una situazione di questo tipo comporta cercando di migliorare la qualità della vita delle persone che affrontano la prima fase della malattia. Anche sorseggiando un caffè insieme.

Ti ascoltano, ti guardano, ti rispondono. Ma non sempre ricordano e riconoscono. Quel sorriso, quello sguardo, anche per un solo istante ti aprono il cuore e ti imprimono nella mente un ricordo indelebile che nemmeno la malattia può cancellare con tante emozioni che si cullano dentro ogni persona. L’Alzheimer, una realtà disarmante che colpisce di più e i casi non si contano certo sul palmo di una mano, sia in Molise che in Italia, ai primi posti per l’aspettativa di vita e un paese in cui gli anziani rappresentano una fetta rilevante. Ma questo «morbo», una parola così dura, riguarda anche la fascia adulta e i primi sintomi possono essere riscontrati anche dopo i cinquant’anni. In regione, il Molise, si contano circa cinquemila malati su una popolazione di trecentomila pari a circa l’1,7 per cento della popolazione mentre in Italia sono seicentomila su una popolazione di sessanta milioni circa pari allo 0,9 per cento.

Ma questa «malattia» non può essere una questione personale. Non riguarda solo il malato, anzi, è un qualcosa di più ampio che tocca gli affetti, la famiglia, gli amici. Ma non solo come «un peso» da sopportare bensì come una presa in carico totale per accompagnare le persone colpite da Alzheimer in ogni fase della malattia cercando di assicurare una qualità della vita migliore. A Termoli, nei locali del vecchio ospedale, al secondo piano, e a Campobasso, in via Colle dell’Orso è attivo uno spazio innovativo aperto a tutti. Si chiama ’Il caffè di Enrichetta’. Un’iniziativa dell’Amma, l’Associazione Molisana Malati di Alzheimer che proprio in occasione della Giornata mondiale dedicata ha organizzato un open day per presentare all’esterno una struttura che punta alla massima inclusività.

L’associazione opera attivamente su base volontaria dal 2013 al supporto e al sostegno dei malati e dei loro familiari nella prima fase della malattia, avendo cura della tutela dei loro diritti in sede sia legislativa sia amministrativa ma offrendo loro un aiuto, in primis, concreto alla gestione della malattia. Questo attraverso varie attività di stimolazione cognitiva e ricreative personalizzate, mirate a ritardare il decorrere della malattia stessa. «È uno spazio aperto – afferma il presidente, Antonio D’Ambrosio – per i malati, per i volontari, per i giovani, che possono venir qui a leggere un libro, per chi vuole semplicemente curare un orto, attraverso l’ortoterapia, ma c’è anche la musicoterapia, chi vuole recitare, raccontare… Si tratta di recuperare memoria, tenere allenati i nostri familiari, questa metodologia associata alla socializzazione rallenta il corso della malattia»,

Sono diversi gli aspetti da considerare. «Ci sono state novità – ha osservato D’Ambrosio – sul piano dello studio e della farmacologia per la malattia, ma non risolutive. Ci sono dei percorsi tracciati dalla ricerca e speriamo che daranno dei risultati. Un dato significativo oltre all’aumento spaventoso dei malati di Alzheimer, è che non colpisce più determinate categorie e non più solo gli anziani». Quali le prospettive in questo quadro molto importante? «Nella nostra regione c’è un’attenzione particolare, di questo ne sono grato ai preposti all’attività, all’Asrem stessa che mette a disposizione degli spazi. Le prospettive sono quelle di aprire altri centri diurni e di alleviare i disagi alle famiglie, perché la nostra azione è quella di prendere in carico non sono i malati ma soprattutto di alleviare il peso che grava sulle spalle di una famiglia, e questo credo che sia uno dei compiti più importanti di cui i centri si fanno carico». (FO)

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