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Vince la svolta: “Per troppo tempo paese fermo”. Ferrara fa mea culpa: “Errori nostri”

Il voto che ha premiato Roberto Di Pardo portandolo alla fascia tricolore rappresenta indiscutibilmente un cambiamento anche generazionale per il paese adriatico. «La gente si aspetta che qualcosa si muova. Finora le segnalazioni non venivano raccolte, iniziamo col riparare la pompa della fontana di viale Pietravalle» commenta il primo cittadino convinto di aver vinto «per aver presentato la proposta migliore». Ferrara invece non scarica la colpa della sconfitta sui vecchi amministratori. «La Palombara è stato un valore aggiunto», mentre Fallica si dice «onorato del ruolo all’opposizione». Intanto si avvicina il momento della nuova Giunta, favoriti i quattro più votati.

Un primo segnale di cambiamento, si spera di sostanza oltre che di impatto, è arrivato quando non erano ancora le 10 del mattino di lunedì 12 giugno, solo cinque ore dopo la proclamazione di Roberto Di Pardo come nuovo sindaco di Petacciato. Gli operai del Comune hanno smontato la pompa dell’acqua che regola il funzionamento della fontana di viale Pietravalle. O meglio regolava, perché a memoria non si ricorda l’ultima volta che è stata vista in funzione.

«Petacciato si aspetta non solo un cambiamento, ma che qualcosa si muova» ha commentato il nuovo primo cittadino, 46enne dirigente d’azienda, dopo aver preso confidenza col suo nuovo “ufficio”, la stanza del sindaco al primo piano del Municipio. «Per troppo tempo le cose sono state ferme, le segnalazioni che arrivavano in Comune non venivano raccolte. Oggi gli operai hanno smontato la pompa e vedremo se è il caso di sostituirla o cambiarla. Sono piccole cose, ma la gente vive di questo e non di Prg o Piano Spiaggia. Chiaramente guarderemo anche a quello, e dimostreremo che guardiamo anche al futuro».

Un segnale si diceva, ma evidentemente non potrà bastare uno sfalcio d’erba – seppure non rinviabile in molti punti del paese – o appunto la rimessa in sesto di una malandata fontana per dare l’idea di una Petacciato che volta pagina. «Non credo che il voto sia di protesta verso chi c’era prima – commenta ancora il primo cittadino -. Credo che la nostra proposta fosse la migliore, una proposta di contenuto».

Chi invece deve interrogarsi sulle regioni di una sconfitta è Giuliana Ferrara. Trecento voti di distacco su 2300 disponibili e tre liste in lizza non è cosa da poco. «Ringrazio innanzitutto quelli che mi hanno votato – esordisce lei dopo aver digerito la delusione iniziale -. È stata una bellissima avventura, un’occasione per poter dire i miei propositi per lo sviluppo di questo territorio». Inevitabile però pensare ai perché del ko. «Qualcosa all’interno della nostra compagine non ha funzionato. Occorre valutare fra noi. Abbiamo voluto mandare un messaggio positivo e molto bello e ringrazio chiunque abbia dato il suo contributo, dal più piccolo al più grande».

Molti ritengono che l’operato di La Palombara negli ultimi anni non abbia fatto da turbo, bensì da freno alle aspirazioni da sindaco della giovane insegnante. «L’appoggio di La Palombara è stato positivo per chi trova positività nel suo operato e negativo per chi lo giudica negativamente. È un discorso che può valere anche per un altro ex sindaco come Angelo Greco che sosteneva Di Pardo. Per me La Palombara è stato un valore aggiunto».

E che dire dell’appoggio della Regione? E in particolare di Vittorino Facciolla, abituato a colonizzare paesi del Basso Molise e uscito dalle elezioni petacciatesi come uno degli sconfitti, dopo essersi tanto speso in campagna elettorale. «Non credo l’appoggio della Regione abbia influito – replica Ferrara -. È una questione interna a noi. Forse dovevamo essere più aggressivi, qualcosa nel messaggio non ha funzionato o siamo stati troppo morbidi. Dobbiamo discuterne e capire». Anche Di Pardo non si sbilancia sull’influenza della Giunta Frattura, ma ricorda che «a Montenero e a Campomarino quel sostegno a liste avversarie al Pd aveva pesato. Da noi non so, ribadisco che secondo me la nostra vittoria è frutto di una proposta migliore».

Terzo ma con un gruzzolo di preferenze da sottolineare Matteo Fallica. Il più giovane dei contendenti alla fascia tricolore ha totalizzato 444 preferenze, per molti un risultato oltre le attese. «Io me l’aspettavo, gli avevo pronosticato un risultato fra 350 e 450 voti» dice Di Pardo che invece è rimasto «sorpreso dallo scarto fra me e Ferrara». Anche Giuliana rivela di non aver previsto tutto quel gap dal vincitore e riconosce il bel risultato di Insieme si può. «Ha raccolto un voto di protesta, ma per quanto riguarda la completezza e il progetto qualcosa ha tolto anche a noi».

«È stato un viaggio indimenticabile, il più bello della mia vita – le parole che il neo consigliere di opposizione ha affidato a Facebook -. Ho sentito dentro di me una vocazione fortissima e ho avuto modo di esprimerla, grazie ai miei amici della lista, grazie a Petacciato. Ho realizzato un sogno meraviglioso, quello di parlare dei miei valori tra la mia gente che mi ha dato fiducia».

Un post nel quale Fallica ha rimarcato gli “appoggi esterni” che ha ricevuto in campagna elettorale. «Il presidente del tribunale, un magistrato, che a fine comizio prende il microfono e davanti una folla di gente apprezza l’impegno civico della squadra e il valore degli ideali predicati; un giornalista del Fatto Quotidiano, gli abbracci, le infinite strette di mano, persone che a fine comizio mi hanno abbracciato piangendo dicendomi “sei una speranza”».

La presenza del giudice del Tribunale di Larino Daniele Colucci, venerdì scorso in chiusura di campagna elettorale non è passata inosservata e più di qualcuno, specie nel mondo legale, ha rimarcato «l’inopportunità per una persona chiamata a giudicare di prendere posizione in una contesa politica». Ma niente che possa aver spostato chissà quanti voti a quanto pare. «Non mi ha sorpreso la sua presenza ma non credo i petacciatesi si siano fatti influenzare da presenze esterne» è l’opinione di Ferrara.

Lei e Fallica condivideranno insieme agli ex assessori Antonio Staniscia e Arnaldo Franceschini i posti in minoranza. «La gente mi ha affidato un incarico molto prestigioso di cui sono grato e onorato di portare avanti con disciplina e onore: un ruolo in opposizione. Questo è mandato che rispetterò con estrema lealtà e non lo tradirò. Sarà un’opposizione dura e intransigente» scrive Fallica. Ferrara invece annuncia «una opposizione costruttiva. Per come sono fatta su ogni questione, se sarà possibile una convergenza positiva per il bene comune io ci sarò. Se invece riterrò che non si farà il bene del paese cercherò di distruggere quei progetti».

Di Pardo intanto guarda alla costruzione della squadra. «La Giunta? Dobbiamo ragionarci su, ma credo che seguirò l’indicazione degli elettori cercando di guardare alle competenze». In prima fila per un posto da assessore quindi Antonio Di Pardo, Luisa Caruso, Nicola Del Re e la giovane Federica Capodaglio. «Parto dal presupposto che tutti i dodici componenti della lista avevano le competenze per entrare in Giunta e ho l’intenzione di coinvolgere anche i quattro non eletti per poter utilizzare anche le loro competenze».

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