Cronache

Soldi del gruppo Idv per spese non istituzionali: ora devono restituire 40mila euro

Cristiano Di Pietro, Carmelo Parpiglia e Cosmo Tedeschi condannati in appello dalla Corte dei Conti a restituire i soldi del gruppo politico utilizzati impropriamente nel 2012 secondo i giudici contabili. Respinto il ricorso che i tre esponenti politici avevano presentato dopo la sentenza di primo grado: anche per Roma hanno speso per finalità non istituzionali i fondi del gruppo consiliare che ora non esiste più.

Cristiano Di Pietro, Carmelo Parpiglia e Cosmo Tedeschi dovranno restituire alla Regione Molise 40mila euro. Lo ha deciso la prima Sezione Giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti che oggi a Roma ha emesso la sentenza definitiva sul danno erariale provocato dai tre esponenti politici tutti e tre finiti nell’occhio dei ciclone per il periodo in cui rappresentavano l’Italia dei Valori a palazzo Moffa. Secondo quanto stabilito dai giudici, i tre utilizzarono impropriamente i soldi del gruppo politico, non spendendoli per fini istituzionali.

Nella sentenza è scritto infatti che i tre «non hanno usato in maniera corretta i finanziamenti previsti, sostenendo spese non riconducibili a esigenze e finalità istituzionali del gruppo consiliare stesso». Gruppo che all’epoca era l’Idv, partito poi lasciato da Di Pietro, Parpiglia e Tedeschi. In particolare è stato riconosciuto che Tedeschi li usò per fare campagna elettorale, mentre gli altri due per altre spese non istituzionali.

Così aveva stabilito la Corte d’Appello in primo grado a Campobasso e così ha ribadito la prima Sezione Giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti a Roma respingendo il ricorso presentato dal legale dei tre, l’avvocato Salvatore Di Pardo, confermando quindi il verdetto dei giudici molisani. L’unica variazione emersa in appello è il ricalcolo delle somme da restituire che scende da 44mila a 40mila euro.

Il maggiore danno erariale, quasi la metà del totale, è stato riconosciuto a Cosmo Tedeschi, l’unico a non essere più consigliere regionale. Siedono invece ancora fra i banchi di quello che oggi è palazzo D’Aimmo sia Cristiano Di Pietro, attualmente delegato alla Caccia e molto noto per essere figlio dell’ex ministro e pm Antonio Di Pietro, e il suo collega Carmelo Parpiglia, attualmente delegato allo Sport della Regione Molise. Parpiglia ha voluto commentare la notizia facendo notare «la Procura della Repubblica, dopo aver indagato, non ha trovato niente di penalmente rilevante archiviando perché il fatto non sussiste. Si è trattato di un mero errore contabile riferito al contratto dell’addetto dello stampa dell’epoca».

Sempre per danno erariale erano già stati condannati dalla Corte dei Conti altri due esponenti politici, l’ex assessore all’Ambiente Filoteo Di Sandro e l’attuale rappresentante della maggioranza Fattura nonché delegato alla Protezione Civile Salvatore Ciocca.

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