Cultura & Spettacolo

San Basso nella tesi di laurea di un termolese: “Era il nome di un antico e abile marinaio”

Francesco Cannarsa, 45enne che vive a Termoli da due decenni, ha presentato il lavoro finale di studi in Lettere con un convegno al Macte venerdì 12 maggio: «Il nome di San Basso ha origine antiche, deriva dal latino Bassius che è un abile marinaio trace, un nome attribuito prima agli uomini poi anche ai santi». Dopo quasi due anni di approfondimenti e analisi linguistiche, storiche e anche archeologiche e popolari, è nato il volume di 160 pagine presentato dall’utente del centro di salute mentale di Termoli all’interno del museo allestito per l’occasione con quadri realizzati dagli altri utenti.

Per gli antichi romani il nome indica il proprio destino. Interessante perciò andare a fondo e capirne di più, anche sul suo significato. E’ quello che ha pensato Francesco Cannarsa, 45enne termolese d’adozione e utente del Centro di salute mentale della città per la sua tesi di laurea in Lettere e Beni Culturali all’università del Molise.
Per il lavoro conclusivo del suo percorso di studi ha scelto di unire due elementi della sua vita e della sua quotidianità, la sua (lui è nato a Roma ma vive da 20 anni a Termoli) e nello specifico la figura del santo patrono e la linguistica. E’ nato così un volume di 160 pagine dopo quasi due anni di studi, ricerche e approfondimenti che lo hanno portato ad analizzare la figura di San Basso, una delle più controverse e al tempo stesso più interessanti, oggetto negli anni di studi da parte di esperti e di appassionati del territorio.

«Il mio lavoro si è sviluppato lungo la via della linguistica, ma anche l’archeologia, l’arte, la storia, lo studio dei popoli e quello delle tradizioni popolari e del folklore – afferma Francesco Cannarsa poco prima della presentazione ufficiale dei suoi studi all’interno del convegno al Macte venerdì 12 maggio organizzato dal Centro Salute Mentale che ha deciso di valorizzare il suo operato legato ad un aspetto fondante della città come il culto del patrono -. E’ una indagine connessa con la lingua vera e propria e il nome, Basso appunto che ha origine da una civiltà adriatica la quale attribuiva questo appellativo ai santi provenienti da determinate regioni geografiche al di là dell’Adriatico».

I santi con questo nome sono infatti diversi e numerosi, venerati lungo tutta la fascia costiera da Venezia a Bari, al di qua e al di là del mare. «Dai miei studi è emerso che il nome Basso deriva dalla Tracia (zona che attualmente appartiene al sud della Bulgaria e affaccia sul Mar Nero, ndr) e deriva dal latino Bassius che era l’abile marinaio trace, poi dagli uomini è stato attribuito ai santi per dare particolarità anche a loro».

Per questo si parla di una tradizione comune legata al santo che appartiene anche alle altre regioni d’Italia e ai territori della Croazia e dell’Albania. Esistono anche altri santi con lo stesso nome venerati a Lucera e a Cupra Marittima, a sud delle Marche dove ritengono di avere le spoglie di San Basso vescovo e martire di Nizza, lo stesso di cui si parla a Termoli sul cui corpo custodito nella cattedrale è stata fatta una ricognizione per volere dell’allora vescovo Valentinetti con l’analisi del dottor Luigi Capasso dal quale non emergono dati relativi al martirio. Studi e analisi che continuano ad interessare gli esperti e gli appassionati anche attualmente.

Nella sala del Museo di Arte Contemporanea di via Giappone, allestita per l’occasione con tele realizzate dagli utenti del Centro di Salute Mentale di Termoli che ha organizzato l’evento, di cui Francesco Cannarsa è utente e anche docente del laboratorio legato ai suoi studi come utente esperto erano presenti anche il direttore Angelo Malinconico, il vescovo Gianfranco De Luca, il sindaco Angelo Sbrocca e il vicepresidente della Regione Vittorino Facciolla.

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