Cronache

Infermiera in Svizzera, pizzaiola nella sua città. La rivoluzione di Alessia: “Mi rimetto in gioco”

Un’esperienza all’estero e poi il ritorno in Italia ma cambiando lavoro. Infermiera domiciliare in Svizzera (dopo la laurea conseguita in Molise) e ora pizzaiola a Termoli con un’attività rilevata in Corso Fratelli Brigida. Alessia D’Egidio, 30 anni, termolese si racconta e non manca di iniziativa. «Nel Canton Ticino lavoravo solo e non avevo un minimo di vita sociale. Qui ho accettato con entusiasmo di ripartire con un altro lavoro sempre impegnativo ma l’ambiente è diverso». Ogni esperienza arricchisce il bagaglio professionale e anche cambiare, in sostanza, può aprire nuovi orizzonti. E la pizzeria sta andando bene ed è diventata un luogo di ritrovo anche per tanti giovani sul secondo corso. Un modo diverso per ’festeggiare’ qualche settimana fa anche un primo maggio al femminile.

La Margherita è stata già sfornata e ora Alessia D’Egidio è alle prese con una quattro stagioni. Impasta, stende, condisce e inforna e deve stare attenta a rispettare il tempo di cottura altrimenti mentre risponde alle domande rischia di bruciare la pizza. Si sente a suo agio nei locali di Corso Fratelli Brigida dove l’attività che ha rilevato da poco si popola di tanti ragazzi che si ritrovano alla sera come un punto di riferimento anche per fare due chiacchiere sul marciapiede. Ma non solo loro. Dopo quasi quattro anni in Svizzera, nel Canton Ticino dove si parla italiano, a 30 anni ha deciso di tornare nella sua città e rimettersi in gioco. Lì non faceva la pizzaiola ma tutt’altro lavoro, l’infermiera, ma ha deciso di mollare tutto e di rientrare dopo questa esperienza.

A Termoli si è laureata in Infermieristica e dopo qualche lavoretto quasi quattro anni fa decise di partire. In Svizzera ha operato alle dipendenze di una azienda come infermiere domiciliare. Da sola, senza nessun appoggio. «Un’esperienza molto bella che ti assicura anche la crescita professionale ma anche massacrante con turni di lavoro molto duri, ti capita di uscire al mattino alle sei e di tornare la sera con giorni di riposo molto ridotti». Nella zona di Lugano Alessia ha soprattutto lavorato con la ’L’ maiuscola. «Mi sono trovata bene ma la mia vita sociale si è ridotta all’osso. L’ambiente è molto diverso rispetto a qui. Ho fatto salire anche un’altra infermiera e una assistente di cura (tipo i nostri oss) ma alla fine non ci vedevamo quasi mai per i turni diversi».

In altre parole il lavoro c’era, la paga pure ma zero vita sociale. «Non era più cosa – osserva Alessia – non riuscivo a sostenere solo carichi di lavoro lontana dai miei cari». Da qui la molla di tornare indietro ma con un bagaglio di esperienze più pesante, non come una sconfitta. «Sono tornata a Termoli e mi sono chiesta: che cosa faccio ora?». Una sera, per caso, le si presenta l’occasione grazie al passaparola di un’amica, quella di poter rilevare una pizzeria in Corso Fratelli Brigida. «Pensavo a qualcosa di autonomo, da gestire per i fatti miei e questa attività si è rivelata ideale». La giovane ha seguito un corso di formazione alla Confesercenti per personale alimentarista mentre per capire «come si fa la pizza» ha ascoltato e messo in pratica i preziosi consigli dei precedenti proprietari.

«Mi sono subito appassionata a questa nuova esperienza, non è stato difficile» racconta ancora Alessia mentre alcuni clienti prendono alcuni tranci di pizza da asporto. Da un mese la pizzeria è parte integrante della sua vita quotidiana. Da un lavoro impegnativo la giovane ha accettato un altro lavoro impegnativo ma lo ha fatto nella sua terra e questo non è poco. «Sta andando bene – evidenzia – arrivano tanti ragazzi, famiglie e ora con l’estate aspetteremo i turisti. Chiaramente siamo partiti con il boom di Pasqua e ora aspettiamo. L’impegno non manca e ci stiamo organizzando anche per gestire meglio i turni e le aperture». La pizza che «tira» di più è la diavola mentre Alessia ama la Tartufo e Funghi ma sta pensando a qualche gusto nuovo per la prossima estate.

E la divisa da infermiera? «Non l’ho abbandonata e continuo a formarmi nel settore sanitario e a seguire un master». Ma per ora niente cure e medicazioni: si deve sfornare la pizza fumante. «Ogni esperienza – spiega Alessia – ti arricchisce e ti fa capire quello che vuoi. Ai giovani che vogliono andare a lavorare all’estero consiglio di provare perché in ogni caso resterà una esperienza ma ritengo anche anche inserirsi nell’ambiente e fare vita sociale siano due aspetti fondamentali». Che cosa ricorderà della Svizzera, da Lavena Ponte Tresa dove un fiume separa i due Stati e da un lato si è in Italia e dall’altro in Canton Ticino? «Beh, sono posti bellissimi ma nella mia mente resta impressa la lunga fila di macchine che, come me, dall’Italia passa il confine per andare al lavoro da transfrontaliero. Sono tantissimi italiani. Qua a Termoli, invece, dal posto di lavoro faccio due passi e vedo il mare insieme ai miei cari. E questo non è poco, è diverso».

Più informazioni
commenta