La sentenza

Firme false, presidente Consiglio e assessore patteggiano. 42mila euro di multa, caos in Comune

Oggi il giudice Roberta D’Onofrio si è pronunciata sul caso delle firme false per le Regionali 2013, condannando a pagare 42mila euro a testa Michele Durante e Salvatore Colagiovanni, rispettivamente presidente del Consiglio comunale e assessore alle attività produttive. La sentenza dopo il rito con patteggiamento, richiesto dagli stessi imputati che hanno avuto solo la sanzione pecuniaria, senza pene aggiuntive. Per questa ragione non vengono coinvolti dalla decadenza delle loro cariche stabilita dalle legge Severino. Ma ci potrebbero essere risvolti politici eclatanti.

Michele Durante, Salvatore Colagiovanni, Franco Antenucci, Antonio Cerio: finisce con una condanna per i quattro amministratori il caso delle firme falsea supporto di alcuni candidati in campo alle Regionali del 2013, quelle vinte da Paolo di Laura Frattura dopo l’annullamento del voto del 2011.

Oggi, 8 maggio, la sentenza del giudice Roberta D’Onofrio che ha inflitto loro una sanzione pecuniaria di 42mila euro, con sospensione della pena. Tutti gli imputati avevano scelto il patteggiamento che ha consentito loro di ottenere una riduzione della pena e soprattutto di evitare i cinque mesi di reclusione previsti nella sentenza del giudice.
Non scatta dunque la legge Severino e la conseguente decadenza dalle cariche politiche per i cinque amministratori. Restano quindi al loro posto non solo i due sindaci di Roccavivara e Ferrazzano, ma anche il presidente del Consiglio comunale di Campobasso e l’assessore alle Attività produttive di palazzo San Giorgio.

In base alle risultanze delle indagini, con diversi testimoni vennero ascoltati dalla Digos, a Durante vennero contestate quattro firme di ’Democratici per il Molise’ (lista che sosteneva il candidato presidente Massimo Romano), a D’Ambrosio cinque sottoscrizioni per ’Fare Molise’ (movimento sempre della coalizione dell’avvocato bojanese). Cinque firme vennero contestate pure a Colagiovanni per ’La Destra’ (in campo nella squadra dell’ex governatore del centrodestra Michele Iorio), altrettante sottoscrizioni a Cerio per il ’Guerriero sannita’ (lista che fu esclusa e non partecipò alla competizione elettorale), una firma per Sel e una per il Pd (entrambe appoggiavano Frattura). Infine, la Procura ha contestato ad Antenucci 5 firme per ’Grande Sud’ (lista che sosteneva Iorio). Secondo il pm Nicola D’Angelo, gli amministratori avevano «formato falsamente atti separati di dichiarazioni di presentazione delle liste attestando falsamente che alcuni cittadini, previamente da loro identificati, avevano sottoscritto l’atto in loro presenza».

Se a livello giudiziario, gli imputati se la sono ‘cavata’ con una sanzione pecunaria e il patteggiamento di cinque mesi di reclusione, dal punto di vista politico, il discorso è diverso: la condanna potrebbe non essere indolore. Il numero uno dell’assise e l’assessore aspirano a entrare a palazzo D’Aimmo candidandosi alle prossime Regionali.

Inoltre, a palazzo San Giorgio le opposizioni potrebbero formalizzare una richiesta di dimissioni nei loro confronti in nome di una questione morale che non sempre è stata rispettata. Una scelta che Michele Durante ha rimesso alla maggioranza, secondo quanto comunicato in alcune telefonate fatte a consiglieri e capigruppo e riferite dai bene informati del Municipio.
Non è la prima volta che la legislatura Battista viene scossa da casi analoghi. Basta ricordare le dimissioni ‘obbligate’ di Pasquale Colarusso, il consigliere che aveva indebitamente percepito 77mila euro in più di indennità quando era assessore allo sport nella giunta Di Bartolomeo. Oppure il rinvio a giudizio per Francesco De Bernardo, entrato lo scorso novembre nella squadra di governo del sindaco Battista.
Al tempo stesso non bisogna sottovalutare un altro aspetto: probabilmente dopo questo caso, con la multa salata comminata ai cinque amministratori, sarà più difficile trovare gli autenticatori delle liste.

Infine, nel processo sulle firme false resta da definire la posizione del sindaco di Mirabello Luciano Di Biase che ancora non ha ricevuto il rinvio a giudizio. A lui la Procura ha contestato quattro firme per ‘Rialzati Molise’, la lista vicina all’eurodeputato Aldo Patriciello e in corsa alle Regionali per sostenere Paolo di Laura Frattura. Il 12 giugno, invece, ci sarà il verdetto per il primo cittadino di Santa Croce di Magliano Donato D’Ambrosio.

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