In consiglio regionale

Fra grandi manovre e accordi segreti. Totaro via dal Pd, Nagni e Parpiglia verso il centro

Il Partito Democratico ha perso il capogruppo in Consiglio regionale: Francesco Totaro è fra gli scissionisti confluiti, con Danilo Leva, nei Democratici Progressisti: "Una scelta dettata dal cuore". A rappresentare il Pd restano solo, oltre a Frattura, il consigliere Domenico di Nunzio, l’assessore Carlo Veneziale e Massimiliano Scarabeo, che però in concomitanza dell’assembea chiede un Pd "aperto, plurale e diverso". Intanto Nagni e Parpiglia sono in procinto di chiudere un accordo con un partito di centro, probabilmente con lo stesso Alfano.

Il Partito democratico ha perso un altro ‘pezzo’ importante: il capogruppo in Consiglio regionale, Francesco Totaro, ha fatto sapere che non rinnoverà la sua tessera e rassegnerà le dimissioni dall’incarico che ricopre dall’inizio della legislatura. Totaro ha deciso di seguire l’esempio del deputato Danilo Leva e di confluire nel nuovo movimento dei “Democratici e Progressisti”, capeggiato da Bersani, Epifani e Speranza.
L’addio dell’ex capogruppo dem è stato ufficializzato via facebook il 25 febbraio scorso: «La politica – ha scritto Totaro – non è immobilismo per questo… si parte per un nuovo inizio. Ancora una volta sono prevalse le ragioni del cuore. Ed ho scelto».

Prima di lui aveva già scelto una via diversa dal Pd l’ex vicepresidente della Regione, Michele Petraroia, oggi con Sinistra italiana. E prima ancora, seppur mai in maniera formale, dal Pd molisano guidato dalla segretaria Micaela Fanelli aveva preso le distanza l’ex assessore Massimiliano Scarabeo il quale, però, entro il 28 febbraio, del Pd potrebbe ritrovarsi addirittura capogruppo al posto del dimissionario Totaro. Nel gruppo a palazzo D’Aimmo, infatti, ci sono rimasti solamente lui e Domenico Di Nunzio «che è già presidente della prima commissione».
Pertanto, in una logica meramente spartitoria degli incarichi, da domani Scarabeo potrebbe prendere il suo posto.

Lo stesso, a poche ore dall’assemblea pubblica indetta dalla Fanelli, ha invocato la ricostruzione di un Pd «aperto, plurale, diverso. Un partito che sia la proiezione della nostra speranza e della nostra volontà di tornare ad ascoltare la gente e per ridare fiducia ai cittadini. Auspichiamo che il Pd torni ad essere il partito della partecipazione e della condivisione. Ma anche il partito in grado di dare risposte chiare e leali su alcuni problemi tragici del Molise. La politica non può essere arida gestione del presente, ma organizzazione e programmazione del futuro».
La critica espressa da Scarabeo non è molto distante da quella sostenuto da Totaro il quale ha motivato il suo addio dal Pd spiegando che «non è più il partito plurale e aperto in cui credevamo, quello che difende le fasce deboli. Con l’arrivo di Renzi abbiamo assistito a una trasformazione che lo ha reso il partito dei potenti. Trasformazione che si è verificata anche in Molise».

Un esempio su tutti? La sanità: «La visione del centrosinistra si è persa, non si può partire dal presupposto che pubblico e privato siano la stessa cosa. Per questo, pur restando con tutti e due i piedi nella maggioranza e nella coalizione, su alcune scelte, marcheremo le differenze. Il mio impegno non cambierà e lavorerò per far sì che si possa trovare l’unità di un nuovo centrosinistra nella nostra Regione che rimetta insieme tutte le anime perse in questi anni».

I toni e il clima sono già quelli da campagna elettorale. «Primarie senza Patriciello per costruire l’alternativa a Frattura» il nuovo impegno di Totaro e dei Democratici e Progressisti (Dp).

Se da un lato il Pd molisano è spaccato e svuotato riflettendo fedelmente la crisi che c’è a livello nazionale, dall’altro potrebbe anche trarre nuova linfa con l’ingresso di Vittorino Facciolla. Gli osservatori sono in attesa di sapere cosa farà il vicepresidente della Giunta regionale, uomo vicino al Pd del presidente Frattura ma da sempre con un piede fuori dalla porta. C’è chi lo dà già tra i prossimi tesserati del Pd e chi ritiene che Facciolla manterrà la sua indipendenza politica potendo contare su un bacino elettorale importante. Molto dipenderà dai progetti futuri del vicepresidente e dalle sue ambizioni politiche. Fedele al Pd resta invece Carlo Veneziale tra i firmatari dell’appello all’unità lanciato dalla segreteria regionale alla vigilia del congresso nazionale.

Grandi manovre in questi giorni anche tra gli ex dell’Idv. Col progressivo disinteressamento alla politica di Tonino Di Pietro, l’assessore Pierpaolo Nagni e i consiglieri Carmelo Parpiglia e Cristiano Di Pietro hanno iniziato a guardarsi intorno dopo che il Tonino nazionale avrebbe fatto capire in maniera chiara di non avere intenzione per ora di continuare a fare politica. La creatura da loro fondata per dare appoggio a Frattura, ‘Il Molise di tutti’ sembra già aver esaurito la sua funzione. E andare alle elezioni con una etichetta tanto sconosciuta potrebbe penalizzarli. Il centro sarebbe la nuova casa degli ex Idv, che dietro le quinte starebbero già lavorando per stringere un accordo con i vertici politici di un partito di centro. L’assessore Nagni, precisando che «il Pd non è mai stato il partito dal quale sono attratto, o nel quale mi sento a casa» spiega con cautela che «stiamo valutando se restare nella lista civica oppure aderire a un partito di ispirazione e area popolare, ma non c’è stato ancora nulla di ufficiale».
I beninformati però sostengono che la trattativa sarebbe a buon punto. E che tra le varie opzioni una in particolare starebbe allettando i molisani in cerca di nuova casa. Un accordo con Angelino Alfano, pronto a chiudere il Nuovo centrodestra per un progetto di respiro popolare e moderato.

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