Cronache

Strade disastrate, la Provincia ammette: “Non abbiamo soldi, molte resteranno chiuse”

Il presidente della Provincia di Campobasso Antonio Battista alza le mani davanti al grido di allarme dei sindaci che minacciano di dimettersi se non verrà garantita dalle istituzioni una viabilità sicura. "La situazione è più che drammatica, lo riconosco. Ma non ci sono risorse nemmeno lontanamente sufficienti, e dobbiamo fare una scelta: concentraci su alcune strade e ignorare altre, a costo di tenerle chiuse o dismetterle". Secondo i calcoli fatti dalla struttura, per risistemare i 1500 chilometri di Provinciali, servirebbero 350 milioni di euro. "Ma noi non abbiamo più fondi. Ora dipende da Regione e Governo".

Al grido di dolore di nove sindaci del Basso Molise e dell’aria tra il Trigno e il Biferno, la Provincia di Campobasso risponde con un con un grande sospiro di rassegnazione. «La situazione è drammatica, anzi: più che drammatica. Ma non abbiamo la possibilità materiale di intervenire » ammette Antonio Battista, sindaco di Campobasso e da pochi mesi presidente dell’ente destinato a scomparire se al referendum costituzionale di dicembre avesse vinto il sì. Invece ha prevalso – e di parecchio – il no, e ora l’Italia, Molise compreso, si ritrova con un centinaio di carrozzoni che hanno ancora la competenza su molte strade e su molte scuole ma senza più budget. O almeno, con un budget risicatissimo.

In provincia di Campobasso la situazione è più disastrosa che mai, e ci sono diversi Comuni che rischiano addirittura l’isolamento a causa di Provinciali chiuse – e che difficilmente verranno riaperte allo stato attuale, specie dopo il maltempo di gennaio che ulteriormente massacrato asfalto e cunette – e di Provinciali al collasso che rischiano di essere chiuse a breve in assenza di sicurezza e manutenzione straordinaria. In alcuni casi sono l’unica bretella di collegamento tra i centri abitati e la Bifernina, o la Trignina, o la Statale 16, a seconda della posizione geografica del paese. L’unico allacciamento, cioè, con le arterie principali, per le quali è competente l’Anas.

Asfalto spaccato, dislivello di decine di centimetri, allagamenti continui, smottamenti di terra: la condizione di decine di strade Provinciali è catastrofica, e minaccia di innescare una paralisi in un’ampia zona del Molise, compresa tra i comuni di Acquaviva, Castelmauro, Palata, San Felice, Tavenna e Montefalcone nel Sannio. Qui i casi più gravi, ai quali si aggiungono le criticità di provinciali-mulattiere in Comuni che vanno da un estremo all’altro del territorio di competenza provinciale: da Montenero di Bisaccia alla 163, che collega Civitacampomarano a Castelmauro, dove una frana importante di fatto vieta la circolazione dei mezzi, fino a Campolieto, Casalciprano, Castelguidone, per tornare alla zona a cavallo tra i fiumi Trigno e Biferno, per la quale il giorno dopo l’annuncio di eclatanti proteste – come la restituzione della fascia tricolore al Prefetto – l’assessore regionale ai Trasporti Pierpaolo Nanni rivendica l’interessamento della Regione. «Da parte nostra abbiamo stanziato complessivamente quasi sette milioni di euro di risorse straordinarie, non è affatto vero che ce ne siamo lavati le mani, ma è la Provincia che si deve occupare di fare le gare d’appalto per i lavori di messa in sicurezza».
Quella stessa Provincia che oggi si vede privata di risorse importanti, il cui presidente Antonio Battista alza le mani: «A partire dalla finanziaria del 2016 sono tagliati quasi 3 milioni di euro dal budget destinato alla nostra viabilità. L’ente non è in grado di garantire la manutenzione delle strade».

Sta dicendo, Presidente, che non si può fare nulla?
«Sto dicendo, e lo dico con grande amarezza ma anche con grande onestà, che la situazione è drammatica ma non ci sono i fondi necessari per poter rimettere le strade in sicurezza».

Sa che diversi paesi rischiano l’isolamento?
«Ovviamente sì, conosco bene le situazioni più critiche, soprattutto nel Medio e Basso Molise. Da quando ho assunto le redini di questo ente, che doveva scomparire e anche in virtù di questa prospettiva è stato privato di importarti risorse finanziarie, non ho fatto altro che informare costantemente, oltre alla Regione Molise, il Governo. All’ Upi (unione Province Italiane) ne parliamo di continuo, siamo tutti d’accordo: è una voce unanime, molti amministratori si sono dimessi proprio perché impossibilitati ad agire».

Qui in Molise invece si potrebbero dimettere i sindaci, i quali sostengono che il loro grido di allarme non è stato recepito dalle Istituzioni.
«Prima di essere presidente della Provincia sono il sindaco di Campobasso, e mi rendo conto benissimo di cosa significhi dover amministrare un Comune e garantire la sicurezza dei cittadini. Ma so anche che i Comuni hanno una maggiore capacità di entrata, dovuta ai tributi locali e agli oneri di urbanizzazione. La Provincia invece vive esclusivamente di risorse che vengono erogate dalle Regioni o dal Governo».

E queste risorse voi non le avete?
«Assolutamente no, e ora con il voto contrario al referendum la situazione è peggiorata. Nella prospettiva che le Province sarebbero state abolite del tutto e che la competenza delle strade provinciali sarebbe passata alla Regione oppure all’Anas, non è stato stanziato nulla. Al danno si aggiunge la beffa: abbiamo 1500 chilometri di strade e l’unica cosa che possiamo fare è una scelta».

Che tipo di scelta?
«Abbandonare le strade non funzionali e concentrarci su una sola via di accesso ai Comuni. Provo a spiegarmi: se un Comune ha due strade provinciali che collegano il centro abitato alle principali vie di comunicazione, la strada messa peggio fra le due viene ignorata e rischia di restare chiusa o dismessa temporaneamente, perché gli interventi di manutenzione dovranno essere concentrati sull’altra, quella in condizioni migliori».

In pratica una porzione vasta del Molise corre il pericolo di avere provinciali chiuse o non funzionali
«Esattamente. Io non amo lamentarmi, non voglio farlo e non lo farò, ma in moltissime occasioni ho fatto notare questa condizione. E’ un fatto disastroso e disperato, che ha una ripercussione immediata e quotidiana sulla gente, sulle popolazioni. E’ paradossale che si debba fare una scelta del genere, ma non c’è alternativa anche perché il decreto Milleproroghe non ha messo nulla in campo per la viabilità delle Province».

Quanti soldi occorrerebbero in teoria per sistemare le provinciali di Campobasso?
«Abbiamo fatto un calcolo approssimativo per difetto, posso dire che servirebbero almeno 350 milioni di euro».

Praticamente la manovra del Patto per il Molise per i prossimi anni…
«Già. E ribadisco, il calcolo è fatto per difetto. La verità è che negli ultimi 6 o 7 anni la situazione è progressivamente peggiorata: ci sono ponti che vanno monitorati costantemente, perché sono pericolosi, come quello che collega Acquaviva a Montefalcone sul quale dopo la chiusura e la riapertura proprio nelle ultime ore, in seguito al maltempo, sono stati riattivati i dispositivi. Ci sono strade provinciali che di fatto sono chiuse, come quella interna per Lucito scivolata di 50 metri a valle. E non solo. Ma intervenire dappertutto è impossibile».

E’ una visione disarmante: cosa dovrebbero aspettarsi i cittadini?
«Purtroppo senza fondi non è possibile agire. E guardi, le garantisco che non c’è più niente da raschiare nemmeno sulle indennità, visto che noi lavoriamo gratis. Ma bisogna ammetterlo: non riusciamo a far fronte alle emergenze. La competenza delle Province sulle strade è solo formale. La verità è che la loro condizione dipende dal denaro stanziato da Governo e Regioni».

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