Emergenza neve

La Regione chiede lo stato di calamità. L’agricoltura conta i danni, molte scuole chiuse

Dopo cinque giorni di nevicate e burian, altra breve ma intensa spolverata in tarda mattinata a Termoli, mentre sembrava esserci un lento miglioramento delle condizioni meteo in molti centri. Il presidente Frattura ha annunciato la richiesta di stato di calamità per la Regione Molise. Rimane il rischio ghiaccio: pericoli sulla provinciale che collega Petacciato alla statale 16, mentre in molti centri i marciapiedi sono lastre scivolose, così come nei quartieri periferici termolesi. Molti i paesi che hanno deciso di tenere le scuole chiuse anche giovedì 12 gennaio o addirittura per l’intera settimana. Intanto la Coldiretti annuncia danni gravissimi per l’agricoltura.

Il presidente Paolo Frattura ha annunciato di aver chiesto al governo nazionale la concessione dello stato di calamità per la Regione Molise. «Oggi in Giunta regionale abbiamo deliberato la richiesta diretta alla Presidenza del Consiglio dei ministri – spiega Frattura – un intervento e un sostegno da parte dello Stato centrale si rendono, a nostro avviso, necessari per affrontare tutte le serie conseguenze del maltempo che dallo scorso 5 gennaio continua a colpire il Molise con nevicate di straordinaria portata».
Per il presidente della Regione, «i caratteri di eccezionalità degli ultimi eventi meteorologici, individuati e segnalati nella puntuale relazione stilata dal nostro Servizio di protezione civile, ci sono tutti per ottenere, come ci auguriamo, il riconoscimento dello stato di emergenza».Quanto alla stima dei danni «procederemo non appena superate le fasi più critiche di questa pesante ondata di maltempo ancora in corso» ha concluso Frattura.

Intanto oggi a Termoli una rapida ma intensa nevicata sulla costa dopo timidi raggi di sole. La mattinata di mercoledì 11 gennaio sembrava benaugurante dal punto di vista del meteo. Dopo cinque giorni di neve e gelido burian, il Basso Molise pareva poter dire basta e invece un’altra nevicata intensa ma con poca coltre bianca posata al suolo sulla costa molisana. L’emergenza si va allentando, specie considerando che il peggio pare passato. Ma i rischi, in strada e sui marciapiedi, sono ancora evidenti per il ghiaccio. Così molte scuole dell’entroterra rimarranno ancora chiuse mentre l’agricoltura inizia la conta dei danni provocanti dal maltempo.

A Termoli pochi fiocchi si sono trasformati attorno alle 12,30 in una nevicata molto copiosa che ha ricoperto di patina bianca le macchine e i prati ma non le strade, almeno per ora. A tratti più che neve sembrava graupeln, quella “neve molle” simile a grandine che già si era verificata lo scorso 5 gennaio in città. Ben presto il nevischio si è comunque trasformato in pioggia, anche se la colonnina del mercurio è ancora ferma su temperature vicine allo zero.

Stanotte infatti una leggere spolverata di neve ha colto impreparati alcuni centri del Basso Molise. E’ il caso di Petacciato, dove la provinciale 51 che collega il paese alla statale 16 era una vera lastra di ghiaccio stamattina. Molti i cittadini costretti a fare marcia indietro per evitare di provocare degli incidenti. Le auto slittavano con estrema facilità ed era difficoltoso tenere il controllo dei mezzi. Un paio di furgoni sono rimasti bloccati nel ghiaccio in attesa dei soccorsi. Insomma un pericolo evidente.

Così come diversi pericoli sono stati evidenziati sui marciapiedi ghiacciati di tanti paesi del Basso Molise, Termoli compresa. Soprattutto i quartieri periferici come Porticone e San Pietro in queste ore presentano rischi per l’incolumità dei pedoni visto che la neve scesa ieri si è ghiacciata nella notte.

Nevicate che invece hanno risparmiato gli altri Comuni dove però gli accumuli dei giorni precedenti faticano a essere smaltiti. Si sta lavorando per ripristinare la circolazione nelle arterie viarie più ostruite. Nella foto a destra, il sindaco di Montefalcone del Sannio, Gigino D’Angelo, su un pezzo di strada appena riaperto grazie all’utilizzo di apposite turbine.

Ma nonostante il lento miglioramento del meteo, che preannuncia temperature più miti a partire da domani, molti sindaci dell’entroterra hanno deciso di prolungare le ordinanze di chiusura delle rispettive scuole. E’ il caso di Montenero di Bisaccia, dove giovedì 12 gennaio non si farà lezione. Stesso discorso per Larino, Palata, Colletorto, Bonefro, Tavenna, Mafalda e Montecilfone, mentre a Ripabottoni e Casacalenda niente lezioni anche venerdì 13. Chiuse tutta la settimana infine le scuole di Montefalcone del Sannio. E’ possibile che nelle prossime ore arrivino ulteriori ordinanze di chiusura, ma è molto improbabile che questo avvenga per i centri costieri e quelli limitrofi. Aperti, salvo contrordini, gli istituti scolastici di Termoli, Campomarino, Petacciato, Guglionesi, San Martino, Portocannone e San Giacomo.

Proprio dalla costa arriva anche il comprensibile sfogo da parte di un genitore al quale la chiusura dei plessi termolesi non è andata affatto giù. «Sono un genitore “violentato” e danneggiato da una assurda ordinanza inerente le scuole chiuse – scrive questo cittadino -. Ma vi sembra possibile che nel 2017 le scuole a Termoli saranno chiuse per il secondo giorno a causa di una neve invisibile? Leggo di disagi in alcuni istituti causati sopratutto dalla cattiva gestione dei rispettivi dirigenti, questo non ha nulla a che fare con la neve e con una ipotetica situazione di pubblico disagio causato dalla neve, i riscaldamenti non li ha spenti la neve».

Il genitore mette in risalto come non mandare a scuola i bambini voglia dire creare un grosso impedimento a tutti quei cittadini che lavorano e non possono badare ai figli di giorno. «Chi rappresenta tutte quelle famiglie che stanno subendo un danno e che non hanno la possibilità di stare con i propri figli a casa, soprattutto quando parliamo di minori che hanno bisogno della presenza dei genitori? Nessuno pensa al danno economico causato da insensate ordinanze, chi paga per questo? E’ facile fare di tutta l’erba un fascio ed insabbiare l’inefficienza dei dirigenti scolastici e pubblici con un’ordinanza che penalizzare al tempo stesso le scuole con dirigenti efficienti e le famiglie che pagano per ricevere un servizio che viene inspiegabilmente sospeso».

Ricominceranno regolarmente invece le lezioni e gli altri appuntamenti didattici delle tre sedi universitarie molisane. Lo ha comunicato proprio la direzione dell’Unimol con una nota: «​Da domani, giovedì 12 gennaio, si dispone in tutte le sedi universitarie di Campobasso, Pesche-Isernia e Termoli, la ripresa delle normali attività didattiche, formative, nonché di eventuali sedute di esami».

Tuttavia non mancano le cattive notizie. Il maltempo che da quasi una settimana sta flagellando l’intera regione crea grossi danni alle colture e quindi all’intera economia molisana. Lo rileva la Coldiretti Molise apprezzando l’apertura del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, che si è detto disponibile al riconoscimento dello stato di emergenza per il quale la Regione Molise e la Provincia di Campobasso si stanno muovendo.

«Non è ancora possibile quantificare le perdite subite – spiega il direttore regionale di Coldiretti, Saverio Viola – in quanto i settori colpiti spaziano dall’agricoltura, con le colture orticole ed arboree per arrivare alla zootecnia, passando per i danni alle molteplici infrastrutture dei settori sopra menzionati. In queste ore – aggiunge Viola – stiamo procedendo con più approfonditi controlli presso i nostri soci al fine di avere un quadro preciso della situazione e procedere con le eventuali richieste di sostegno».

A quanto pare è proprio la zona del Basso Molise a pagare il prezzo più alto per quanto riguarda le produzioni orticole a pieno campo (finocchi, rape, cavolfiore, broccoli, verze, insalate e carciofi) che «hanno subito danni ingentissimi da gelature, facendo registrare una perdita, ad oggi, di oltre il 50 per cento del raccolto. Lo stesso dicasi per le colture arboree, specie frutteti vari, oliveti e vigneti, anch’esse flagellate dal gelo. La situazione non è molto diversa nella zona di Bojano e Cercemaggiore dove i danni agli alberi da frutto si sono sommati a quelli dovuti dal mancato ritiro del latte dalle stalle, in taluni casi anche per quattro giorni consecutivi».

Nella zona di Matrice invece la prolungata mancanza di energia elettrica ha impedito la mungitura delle mucche causando agli animali la mastite alle mammelle, «un’infiammazione – aggiunge Coldiretti – che impedisce di commercializzare per almeno 10 giorni il latte dei capi che ne sono colpiti, con evidente ricaduta economica negativa per gli allevatori. A tutto ciò vanno inoltre sommati i danni provocati dal crollo di capannoni e rimesse agricole».

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