Una notte da film

Deve partorire nel bel mezzo della bufera, tre spartineve la scortano in ospedale

Alle tre di questa mattina, nel bel mezzo dell’emergenza neve, Mirella ha rotto le acque. «Con una settimana di anticipo e nel momento peggiore», racconta Antonio, suo marito che da quel momento si è mobilitato per accompagnarla in ospedale e far nascere la loro bambina. «Ho chiamato immediatamente carabinieri, ambulanza, sindaco, spartineve, l’intero paese è sceso in strada per aiutarci». Alle 8 finalmente il lungo corteo è partito alla volta del San Timoteo: tre spartineve facevano strada all’ambulanza, dietro Antonio con suo fratello e suo nipote. «Siamo arrivati alle 10, dopo due ore di viaggio, e non è ancora nata, ma almeno siamo arrivati. Adesso da qui non mi muovo».

Sembra quasi una storia di quelle dei film. Le pellicole un po’ romantiche e un po’ comiche con il lieto fine. Ma la loro storia è vera, accaduta questa notte, nel bel mezzo della bufera di neve che ha imbiancato quasi l’intero Molise e ha bloccato inevitabilmente anche le strade.

Mirella, 32enne belga, alle tre di questa mattina ha rotto le acque nella sua casa di Castelmauro dove vive con suo marito Antonio, 37enne che in paese ci è nato e conosce bene cosa significa convivere con la neve. «Appena me lo ha comunicato mi sono mobilitato, è la mia prima figlia ed è in anticipo di una settimana. Ho chiamato carabinieri, 118, sindaco, spartineve, chiunque; mi spostavo dalla camera da letto alla cucina per chiederle come stava e nel frattempo chiamavo per avere aiuto». La loro casa si trova fuori dal paese, è una delle ultime abitazioni nella zona alta di Castelmauro dove è caduto un metro di neve, «e in alcuni punti anche di più, davanti alla nostra porta di casa la neve era altissima».

«Ho chiamato il primo spartineve – racconta Antonio, quando ormai il peggio è passato – ma non poteva uscire di casa, però c’era bisogno di uno di loro per permettere al 118 di arrivare fino a casa mia e prendere mia moglie, io non potevo di certo accompagnarla in auto e avevo paura di non arrivare in tempo».

La notizia corre in paese, dove in tanti cominciano a dare una mano per aiutare la coppia. «I carabinieri sono arrivati a casa, dalle 4 del mattino ho cominciato a suonare alle porte dei miei vicini di casa e mentre ero in giro ho incontrato anche un ragazzo che con la pala si faceva strada per prendere i cavi con cui far ripartire lo spartineve, abbiamo raggiunto il proprietario del mezzo che si trovava sulla strada per cercare una batteria da sostituire sul mezzo, è arrivato anche un meccanico e abbiamo trovato quella del suo fuoristrada. Per raggiungere di nuovo lo spartineve ho rotto il muro di neve con il mio corpo per fare strada a tutti gli altri, ma poi non è nemmeno partito. Lo so – afferma Antonio – sembra strano e assurdo, anche per me era lo stesso. Ad un certo punto ho pensato che sarebbe nata a casa, erano pronti anche a quello».

A piedi e senza mezzi, i medici sono arrivati nella sua abitazione, mentre l’ambulanza non ha potuto raggiungere l’ingresso. «Sono arrivati tre spartineve ma non riuscivano a liberare la strada, alla fine ci ha salvato l’intervento della turbina – continua Antonio – ma quando eravamo pronti i medici nell’ambulanza mi hanno detto che io non potevo andare con loro; mentre io cercavo in tutti i modi di poter stare con mia moglie durante il viaggio, i miei concittadini hanno cominciato a pulire la neve intorno alla mia auto insieme alla vigilessa e in meno di cinque minuti siamo partiti».

Così alle 8 del mattino, cinque ore dopo la prima chiamata, Antonio e Mirella sono partiti alla volta di Termoli. Scortati da tre spartineve, l’ambulanza e l’auto hanno raggiunto dopo due ore di viaggio il San Timoteo dove Mirella è stata ricoverata in ginecologia. «Quel momento in cui siamo passati davanti alle abitazioni con tutti gli abitanti che ci salutavano, mi ha ricordato il giorno del nostro matrimonio, quando il lungo corteo ha attraversato il paese». E adesso non resta che aspettare l’arrivo della loro prima bimba. «Vi faremo sapere, questa bimba la conoscono tutti ancora prima della sua nascita – afferma Antonio, emozionato all’idea – Io da Termoli ora non mi muovo più».

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