Società & Costume

Ilario e il tormentone ’Nato in Molise’: “Qui tanti talenti, ma pochi sbocchi per i giovani”

Spopola su YouTube e sui social il brano "Nato in Molise" scritto e cantato dal larinese Ilario Palma e registrato grazie alla collaborazione del concittadino Antonio Vizzarri. «E’ un video a budget zero e dimostra come tutti possano realizzare progetti di questo tipo. Racconto il mio conflitto con la nostra regione dove ci sono tanti ragazzi con delle potenzialità ma poche opportunità di emergere».

In poche ore le visualizzazioni del video musicale di “Nato in Molise” hanno toccato le quattro cifre. Dopo nemmeno una settimana sono ben più di diecimila. Quasi senza volerlo, il 26enne larinese Ilario Palma e il suo amico e socio, nonché concittadino Antonio Vizzarri, stanno spopolando. O meglio il loro prodotto, una canzone molto orecchiabile che racconta pregi e difetti della nostra regione e un ritmo molto accattivante, spesso per il pubblico giovane.

Ilario, te l’aspettavi?
«A dire la verità no. Non ho fatto un video per diventare popolare, ma per dimostrare che tutti al giorno d’oggi possono creare un prodotto e che non devono temere se qualcuno dice loro che è una cavolata. E l’abbiamo fatto a budget zero».

Primo video su Youtube?
«No, anzi. Di recente insieme al mio amico Antonio Vizzarri ho realizzato un corto che si chiama “Tornare su YouTube”. Questo perché in passato ho realizzato dei video d’intrattenimento mentre ero a Londra. Poi col tempo li ho cancellati perché non mi piacevano più».

Hai vissuto a Londra?
«Sì. Mi sono diplomato al Conservatorio qui in Molise e sono partito nel 2011. Avevo valutato altre città italiane ma non ho trovato scuole di musica interessanti da seguire. Nella capitale inglese ho dovuto superare un esame prima di cominciare l’università».

Quanto è durata la tua esperienza britannica?
«In Inghilterra sono rimasto per tre anni e mezzo, ho studiato musica e mi sono laureato in quel campo. È stata dura, specie all’inizio. Non avevo un appoggio, non avevo nessuno. Però è sempre pieno di italiani. Sono cresciuto molto, ho imparato a cavarmela da solo. Dopo la laurea ho lavorato in ambito musicale, suonavo anche con orchestre indipendenti alla tastiera o alle batterie. Per due mesi ho fatto anche il cameriere in un servizio catering».

Perché hai deciso di rientrare in Italia?
«Ero partito sapendo chi ero, ma a un certo punto mi sono reso conto di non sapere più cosa volevo. Mi stavo un po’ perdendo. Londra mi iniziava a stare stretta per motivi personali. Così sono tornato in Italia».

La tua vita però rimane legata alla musica.
«Certamente. Lavoro in due scuole di musica di Roma, insegno batteria. Ho inviato il curriculum, ho sostenuto colloqui in nove diverse scuole e in due mi hanno preso».

E nel frattempo hai avviato una collaborazione con un tuo conterraneo, giusto?
«Ho conosciuto Antonio Vizzarri virtualmente mentre ero ancora a Londra. Io ho creduto in lui e lui in me ed è partita questa collaborazione. Io mi occupo del campo audio, lui del visivo. Insieme abbiamo realizzato il corto su Youtube dove fra l’altro ho fatto partecipare i mei seguaci su un’altra piattaforma che è Periscope realizzando un esperimento. Adesso ci siamo lanciati in questo video musicale».

Come viene fuori “Nato in Molise”?
«La canzone è nata quest’estate. Avevo in mente la melodia e il ritornello, ma pensavo fosse una cavolata. Poi verso fine agosto ho deciso di mettere nero su bianco. Ho scritto le prime cose che mi sono venute in mente, ma i problemi di realizzazione sono stati tanti. Il mio computer si è rotto e ho perso tutto. Ho dovuto ricominciare da zero. Antonio si è messo a disposizione per ripararmelo e solo a ottobre-novembre la traccia è rinata».

Ma il testo è tutto tuo?
«Sì, in 10-15 minuti ho scritto tutto. Avevo già in mente dei temi che avevo scritto e ho dovuto semplicemente adattare tutto con rime e metriche. Registravo e scrivevo, così la canzone si è sviluppata e l’ho completata in due o tre giorni. È venuto fuori tutto così spontaneamente».

“Nato in Molise” è un rap. È il tuo genere preferito?
«No, io vengo da tutt’altro ambiente. Ho sempre suonato rock e metal. Ma il rap l’ho sempre ascoltato volentieri».

Il ritmo entra facilmente in testa, i testi invitano a riflettere e molto spesso traggono spunto dalla realtà. Ti aspettavi questo successo?
«Non avevo pretese, non pensavo di scrivere una canzone orecchiabile. Però quando l’abbiamo fatta ascoltare a un pubblico ristretto, tutti ci hanno detto che volevano subito risentirla, dava loro un effetto “droga”. Il video poi è completamente antivirale».

In che senso?
«Non c’è niente di virale se non il richiamo a “Il Molise non esiste”. Però non ci sono belle ragazze né immagini che vanno di moda su Youtube».

Anche il video è una tua idea?
«Mia e di Antonio. Ci siamo trovati nel mio studio di registrazione “La stanza studios” e abbiamo scritto una sceneggiatura. Abbiamo deciso come realizzarlo e quando filmarlo. Il fatto di essere arrivati a registrare in autunno non ci ha aiutato a causa del maltempo».

In che senso?
«A Termoli volevamo fare una ripresa dalla spiaggia del Castello e del Borgo ma quel giorno c’era una tale nebbia che non si vedeva nulla. Nebbia che c’era solo a Termoli e non a Larino o in altri posti quel giorno».

Dove è stato registrato il video?
«Le riprese all’aperto sono state realizzate a Larino, al centro storico e davanti all’ospedale, al Borgo antico, al porto e altre zone di Termoli e a Casacalenda davanti alla statua del poeta. Le riprese interne invece in un capannone alla zona industriale di Termoli».

La tua canzone è più una critica o un elogio al Molise?
«C’è un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. In me c’è un po’ un conflitto col Molise e so di non essere l’unico a provare questa sensazione. La cosa che più mi dispiace è che ci sono tanti giovani che affrontano le giornate in maniera superficiale, spendendo le serate nei bar perché non ci sono alternative e sbocchi a livello creativo e lavorativo. Molti ragazzi vorrebbero fare altro ma non riescono. Faccio un esempio».

Prego.
«Antonio Notaro, un mio amico che ha recitato nel video e che è molto bravo, mi ha confessato che gli è sempre piaciuto recitare e sono contento di avergli dato questa possibilità. Penso che il Molise sia pieno di talenti su cui non si investe».

A te piacerebbe fare qualcosa di più per il Molise?
«Mi piacerebbe insegnare musica, sarebbe meglio farlo qui che a Roma, ma per il momento non è possibile. Per insegnare nelle scuole devi per forza conoscere qualcuno. Ripeto, non ci sono eventi culturali, si pensa solo a mangiare e bere».

Che obiettivi ti poni?
«Vorrei lavorare sfruttando le mie conoscenze e capendo la potenzialità di internet so che potrei farlo anche da casa. Poi mi piacerebbe creare qualcosa in zona per i giovani, coinvolgerli nei progetti, insegnare loro qualcosa nel campo creativo».

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