Cronache

4mila persone da tutta Europa, tir e camper per 2 giorni di festa abusiva. I misteri del “rave”

Una organizzazione clandestina ma imponente quella che ha trascinato migliaia di giovani a Mafalda da sabato sera a lunedì mattina per il raduno non autorizzato nel capannone della ex Smi. Un evento che ha scombussolato il fine settimana dei cittadini ma anche delle forze dell’ordine, che domenica hanno presidiato l’area senza entrare. Questa mattina alcuni giovani sarebbero stati identificati e potrebbero scattare denunce per occupazione abusiva, violazione di proprietà privata e danneggiamenti. Centinaia le auto, i tir e i camper posteggiati sul piazzale del capannone della zona industriale di Mafalda, molti con targa straniera.

Una organizzazione imponente e completamente clandestina, così massiccia da fare invidia ai principali promotori di eventi, locali e non. Almeno 4mila persone, giovani in larghissima prevalenza, arrivate da tutta Italia e da diversi Paesi europei. Una cosa che in Molise non s’era mai vista: tre tir che hanno trasportato gruppi elettrogeni professionali, impianti audio degni del palco di Madonna, birre, alcolici vari, luci stroboscopiche che manco il Cocoricò.

Centinaia di auto e decine di roulotte, accalcate nel vasto piazzale dell’ex stabilimento Smi di Mafalda (nella foto sopra. In home page l’interno del capannone durante il rave), dove da sabato sera a lunedì mattina si è svolto il rave party che ha colto di sorpresa e scombussolato la tranquilla esistenza dei cittadini del paese e anche quella della forze dell’ordine. Carabinieri e agenti di polizia nella giornata di domenica hanno presidiato dall’esterno il ritrovo, mentre le casse sparavano musica a palla, perfettamente udibile nel raggio di chilometri.
Questa mattina, mentre si allontanavano per fare ritorno a casa (non c’è stato alcuno sgombero), alcuni ragazzi sono stati identificati. «L’invasione di terreni ed edifici non prevede l’arresto in flagranza» spiegano dalla questura di Campobasso, lasciando intendere che a breve scatteranno le denunce.

Al di là dei risvolti penali che seguiranno però una cosa è certa: il «rave party» organizzato occupando un capannone della zona industriale di Mafalda non è nato dal nulla. E’ stato pianificato con cura, e probabilmente – il sospetto è quasi una certezza – con l’auto di almeno un basista. Qualcuno che conosce la zona, che ha studiato l’area e individuato il posto, quel capannone a ridosso della Trignina, al confine con l’Abruzzo, che fino a qualche anno fa ospitava la Società Meridonale Inerti. Oggi è di proprietà in parte della Dafin di Ortona. Dismesso, con società in liquidazione, privo di impianto elettrico, di acqua corrente e gas. Qui nel pomeriggio di sabato uno dei vecchi proprietari è andato a fare un controllo («di routine, capita spesso perché ci sono le attrezzature all’interno»), allontanandosi attorno alle 18. «A quell’ora non c’era nessuno, era il solito deserto» racconta.
I camion e le auto sono arrivati poco dopo, dalle 19 in poi, come ha raccontato alle forze dell’ordine il benzinaio vicino, che ha notato «un via-vai di mezzi, camper, grossi tir, auto con targa straniera che si dirigevano da quella parte».
La festa è iniziata poco dopo per andare avanti senza sosta fino all’alba, e poi ancora per tutta la domenica e ancora per l’intera notte tra domenica e lunedì. Il cancello di ferro è stato forzato e lasciato aperto per permettere ai mezzi in arrivo di sistemarsi facilmente attorno all’edificio, la cui porta d’ingresso è stata forzata senza troppi problemi. Il volume della tecno è rimasto altissimo fino a lunedì mattina, quando il grosso dei partecipanti ha cominciato a muoversi sulla strada del ritorno. E in quell’occasione alcune persone sono state fermate, mentre sono state prese le targhe di determinati veicoli sui quali sono in corso verifiche specifiche.

Domenica una decina fra carabinieri e poliziotti, allertati dalle denunce di cittadini imbestialiti e degli stessi proprietari del capannone che hanno assistito all’occupazione «incredibile della nostra proprietà», hanno tenuto sott’occhio lo stabile, senza tuttavia entrare. Secondo le stime lì dentro ballavano migliaia di persone, almeno 3mila, ma nei momenti di picco anche di più. Come sia stato possibile organizzare un evento così imponente in maniera completamente clandestina (ovviamente i rave non hanno alcuna autorizzazione) resta un mistero sul quale in queste ore la gente si interroga con un misto di divertimento, curiosità e sgomento.

Alla base del raduno musicale che ha trascinato nel fazzoletto di terra del Molise che non esiste così tante persone, che si sono spostate dal nord Italia, dalla Campania, da Roma, ma anche dalla Germania, dall’Olanda e dalla Francia, come racconta chi ha potuto leggere le targhe dei veicoli parcheggiati là fuori, una intensa attività organizzativa che si è mossa prevalentemente grazie al tam-tam dei social.

L’evento, uno dei più partecipati che la cronaca molisana ricordi, ha destato curiosità ma anche preoccupazione tra i cittadini. Per due giorni è stato di fatto “occupato” un capannone in un’area facilmente raggiungibile dallo svincolo della Trignina. Questa mattina, intorno alle otto, chi si è trovato a passare per ragioni di lavoro ha notato ancora auto, camper e altri veicoli posteggiati e avvertito ancora distintamente la musica sparata dalle casse.

Sono state tantissime le segnalazioni alle forze dell’ordine: il capannone, che in passato ha ospitato importanti realtà produttive, è stato trasformato in una sorta di mega-discoteca tra luci psichedeliche proiettate ovunque, musica a palla e migliaia di giovani che hanno finito per danneggiare inevitabilmente l’interno della struttura. Così le ipotesi di reato per le quali si procede spaziano dall’occupazione abusiva alla violazione della proprietà privata fino al danneggiamento. I danni sono ancora da quantificare, e resta da capire la matrice dell’organizzazione che potrebbe aver contato su qualcuno del posto.

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