Made in molise/14

Il pastificio in rosa che fa i cavatelli come quelli di nonna. E vende anche negli Emirati

Nata da una scommessa tra padre e figlia, "Spighe Molisane" è il pastificio tutto in rosa molisano. «Io, mia madre e le mie tre sorelle gestiamo l’azienda», confida Lina la più grande delle Petraglione. Nato nel 2002, dopo 14 anni il marchio "Spighe Molisane" è presente nei maggiori mercati nazionali e mondiali del settore. Con oltre duemila clienti solo in Molise, è in forte ascesa anche nel resto del mondo dove spiccano metropoli quali New York e Singapore. «Con la perdita di papà nel 2012 abbiamo avuto un momento di sbandamento e di paura - afferma Lina -, ma oggi siamo consapevoli e coscienti della forza e della qualità del nostro marchio e della nostra pasta», dove spicca il cavatello alle cercese. «Quando ci dicono che ricorda, per forma e sapore, quello fatto a casa dalla nonna, è il complimento più bello che si possa ricevere, perchè dimostra la genuinità e la qualità del prodotto».

Le cose belle e buone esisteranno finché esisterà da un lato l’impegno a tramandarle, e dall’altro la voglia di conoscerle, raccontarle e produrle. Anche in versione moderna. E’ il tratto che contraddistingue il pastificio “Spighe Molisane” di Cercemaggiore, in provincia di Campobasso.
L’azienda nasce nel 2002 quasi per gioco, frutto di una scommessa tra la figlia più grande e il capofamiglia. «Mi ero appena diplomata – racconta Pasqualina, detta Lina -non avevo più voglia di studiare, e allo stesso tempo non volevo pesare sulle tasche dei miei genitori. Così chiesi a mio padre cosa potevo inventarmi per soddisfare le mie esigenze». Il caso vuole che padre e figlia hanno in comune un “amore”, quello per l’arte della pasta fatta in casa. «La nostra passione era ed è il mondo pastario. Mia nonna mi ha tramandato l’abilità a fare cavatelli e la pasta in casa in generale. Ho passato molte ore della mia adolescenza con lei a preparare i pranzi della domenica: mani sporche di farina e uova».

Così, facendo leva su questa passione comune, «diamo vita a Spighe Molisane». L’azienda, sin dal 2002, è gestita da sole donne. Mamma Vincenza e le quattro sorelle Petraglione: Lina, Katia, Patrizia e Maria.

Ai cancelli dello stabilimento, immerso tra il verde dei prati della montagna molisana, si fa trovare la più “anziana” delle amministratrici, Pasqualina, di appena 32 anni. Che apre la porta sui segreti e sulla storia di un pastificio giovane e laborioso, che porta in giro per l’Italia e per il mondo il meglio della produzione made in Molise.


I primi anni di vita dell’azienda sono i più duri ma anche i più entusiasmanti. Da un lato la passione e l’impegno profuso dalle giovani imprenditrici, dall’altro le difficoltà e le responsabilità che la gestione di un’azienda comporta. «Ricordo che durante i primi tempi di produzione, sarebbe meglio dire di avvio dell’attività, – racconta Lina, responsabile commerciale e della comunicazione aziendale – ci siamo fatti forti dell’esperienza imprenditoriale di papà: lui ci ha tracciato la strada, ci ha insegnato i primi passi per intraprendere questo percorso lavorativo. Se non ci fosse stato lui, sarebbe stata ancora più dura».

Papà Michele è titolare di un’impresa di perforazione del suolo, con appalti in Italia e nel mondo. Mette a disposizione delle sue giovani quattro figlie tutta l’esperienza lavorativa acquisita negli anni non entra mai nella nuova società e soprattutto non abbandona la sua attività di perforazioni. Lui è la guida, «una sorta di TomTom che indica solo il percorso da seguire».
Gli inizi son duri per tutti, e come in tutte le attività anche le sorelle Petraglione devono faticare molto prima di farsi un nome nel panorama pastario regionale.
La produzione, nei primi anni di vita dello stabilimento, si attesta sui due tre quintali giornalieri. «Non potevamo produrre di più perchè il nostro raggio d’azione era limitato, dovevamo puntare tutto sulla qualità per farci conoscere e apprezzare». Qualità, che ovviamente, viene presto riconosciuta da tanti. «I cavatelli sono stati e saranno sempre il nostro pezzo forte. Due sono i formati che produciamo: cavatelli all’uovo, come vuole la tradizione cercese, e quelli senza uova».

Le paste “Spighe Molisane” vengono lavorate artigianalmente e curate in ogni fase di produzione, dalla selezione della semola al prodotto finito. La semola, esclusivamente di grano duro e di primissima qualità, deriva dal cuore del chicco di grano, la particolarità è la totale assenza di crusche o di punti neri, solitamente presenti nelle semole in cui il grano viene lavorato per intero. Di colore giallo intenso simile all’oro, la rende unica nel suo genere. Le varie trafile al bronzo, utilizzate nel processo produttivo, regalano al prodotto la porosità e la ruvidezza della pasta fatta in casa. Inoltre, all’impasto ottenuto solo con semola superiore ed acqua, non viene aggiunto nessun conservante o colorante. «E’ la nostra caratteristica principale – continua Lina- quella di rimanere il più fedele possibile alla pasta fatta in casa, alla tradizione della nostra gente. Abbiamo una macchina formatrice che praticamente è come se sostituisse le dita della mano: non ha un nome particolare, ma è come se la pasta prodotta fosse quella fatta dalla nonna sul tavolo di casa la domenica mattina a mani nude».

Il processo produttivo dei secchi «è molto lento e delicato: la pasta viene asciugata lentamente in essiccatoi a basse temperature, in modo da garantire un’omogenea evaporazione dell’acqua per non danneggiare il prodotto ed in contenuto nutrizionale e proteico della pasta, rendendola altamente digeribile quindi adatta ad ogni fascia di età».

I primi dieci anni di vita passano in fretta, l’azienda cresce e con essa le responsabilità e le capacità imprenditoriali delle quattro giovani sorelle. Il 2012, però, è un anno strano. Anzi nero. Nonostante “Spighe Molisane” ottenga la sua prima certificazione Icea (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale) in merito alla produzione di pasta fresca e secca biologica, dando così un’ulteriore conferma di qualità dei suoi prodotti, viene a mancare papà Michele. «Papà lavorava in Africa con la sua impresa di perforazioni – racconta con occhi arrossati Lina -precisamente in Nuova Guinea. Lì ha contratto la malaria, malattia che lo ha portato via a soli cinquanta anni». Michele con il suo bagaglio di esperienze, seppur mai entrato nella gestione amministrativa dell’azienda, lasciando piena autonomia decisionale alle proprie figlie, è stata la persona che più ha consigliato e protetto le giovani imprenditrici di Cercemaggiore. «La perdita di papà è stata terribile sia sotto il punto di vista dell’affetto familiare ma anche da un punto di vista lavorativo: era venuto a mancare il nostro faro».

Perdita che per alcuni mesi lascia confuse le ragazze. «Quattro anni fa, io che sono la più grande avevo 28 anni, eravamo davvero giovanissime e non nego che abbiamo avuto settimane e mesi nei quali andare al lavoro non era più come prima: avevamo una sensazione di smarrimento, di confusione e di vuoto. La morte di papà ci aveva fatto diventare di colpo adulte, tutte.Però siamo riuscite a riprenderci e a fare della nostra “paura” la nostra grande forza».

Così, dopo mesi di transizione Pasqualina, Katia, Patrizia e Maria si rimboccano le maniche e iniziano, ognuna nel proprio settore di competenze a studiare e a specializzarsi. Lina inizia a occuparsi in maniera professionale del settore commerciale, comunicativo e del marketing aziendale a 360 gradi. Katia si occupa del settore produttivo, non solo inteso come prodotto finito ma dell’intero ciclo produttivo: dalla semola, al grano sino all’impacchettamento della pasta. Al quale si aggiunge l’abilità della stessa nel saper riparare, qualora ve ne fosse l’urgenza, anche gli stessi macchinari. Infine Patrizia e Maria si occupano della parte burocratica e amministrativa, mentre mamma Vicenzina è nella produzione.


Il nuovo, o meglio il rinnovato assetto aziendale, fa compiere balzi in avanti importanti per le sorelle Petraglione: non solo oggi produce all’incirca 50 quintali di pasta giornalieri suddivisa in 17 formati tra pasta fresca, pasta fresca trafilata al bronzo e pasta fresca all’uovo trafilata al bronzo; ma nel 2015 si aggiudica anche il prestigioso premio internazionale “Bellavita Awards” di Amsterdam.
«Sembrerà banale, ma per noi non lo è – continua Lina -: sentirsi dire dai nostri connazionali all’estero che la nostra pasta ricorda quella fatta in casa dalle nonne o più in generale dalle massai di una volta, è qualcosa di straordinario e unico. Un riconoscimento che ci onora».


In Molise “Spighe Molisane” conta oltre duemila clienti tra negozi e ristoranti. Mentre nel resto del Paese è possibile trovare il marchio negli scaffali dei negozi di Abruzzo, Puglia, Lazio e Campania.«L’Abruzzo, dopo il Molise, è la regione dove siamo meglio rappresentati. In Puglia e in Campania, regioni dalle quali provengono anche parte delle nostre semole, stiamo crescendo, così come nel Lazio».

Ma il pezzo forte è all’estero: Germania, Svizzera, Francia e Emirati Arabi. Inoltre, da gennaio del 2016 anche a Singapore e New York. «In ognuno di questi Paesi e città abbiamo un nostro grossista o un distributore che attraverso un rappresentate porta negli esercizi commerciali del posto la nostra pasta, il nostro marchio».
“Spighe Molisane”, dunque, è un’azienda tutta al femminile con una media di trent’anni. Sulla catena di montaggio si avvale dell’esperienza di mamma Vincenza e della professionalità di Katia, più altri due collaboratori esterni in periodi di massima produttività, come lo è quello estivo.
Inoltre con il pastificio di Cercemaggiore collaborano anche alcuni fattorini del posto per il trasporto della merce.
Oltre alla qualità del prodotto, uno dei punti di forza è la stretta collaborazione, visione e partecipazione alle fiere. «Una volta al mese mi reco fuori per fare la degustazione del prodotto con possibili nuovi clienti sia all’Italia che all’estero. Cerco di essere presente a tutte le fiere del settore e soprattutto non faccio mai mancare la mia presenza e la mia consulenza verso i nostri clienti e grossisti».

Oggi, dunque, i cavatelli cercesi di “Spighe Molisane” così come i fusilli spaccati, i maccheroni al ferro, i strozzapreti, le orecchiette, le trofie, i cecatelli, i cazzarielli, le taccozze, le pantacce, i paccheri, i calamari, le tagliatelle, le fettuccine e altri ancora; non solo un biglietto da visita pieno di scelta ma anche delle pietanze di qualità e genuinità ricche di sapore che sta facendo innamorare il mondo. Quello stesso sapore, semplice e gustoso, di una pasta fatta in casa dalla nonna la domenica mattina.

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