Cronache

Il mare marrone? Era la perdita del depuratore. La nuova condotta scaricherà a 2 km

Il fenomeno della chiazza scura in mare registrato per mesi vicino al porto era la conseguenza del guasto alla condotta. La conferma arriva a conclusione dei lavori di riparazione, ultimati domenica 31 luglio. La perdita individuata dai sommozzatori - che hanno lavorato per conto della Crea - si trovava proprio in quel punto, dove il tubo era bucato. Ora è stata sostituita la condotta sottomarina con una tubatura nuova di 12 metri, collegata all’impianto che al momento scarica a 250 metri ma che, appena saranno concluse le verifiche e finito il collaudo, sboccherà in mare aperto, a due chilometri dalla terraferma.

Sembra la scoperta dell’acqua calda, e in effetti lo è. E se non proprio dell’acqua calda, di sicuro dell’acqua sporca. Quella di colore giallastro o marrone che per mesi, specialmente nelle giornate di pioggia, ha creato una chiazza maleodorante sotto gli scogli della passeggiata dei trabucchi. Il depuratore del porto di Termoli, finito sotto accusa, è il responsabile del fenomeno, riconducibile, come si è sempre ipotizzato, a un guasto della condotta sottomarina.

Guasto che ha dirottato il flusso dei reflui in uscita dall’impianto, sputandoli sotto gli scogli invece che in mare aperto. «Il punto di rottura individuato dai sommozzatori – spiega il responsabile tecnico di Crea, la ditta che gestisce l’impianto per conto del Comune – si trovava proprio lì, sotto gli scogli. Il movimento del mare e la posizione particolare potrebbero aver allargato il buco, innescando il fenomeno che era sotto gli occhi di tutti».

Il problema, in teoria, è stato risolto con la sostituzione di 12 metri di condotta sottomarina nuovi di zecca, riallacciati al tubo che appena saranno concluse le verifiche e ultimato il collaudo sboccherà a due chilometri dalla costa, dunque in mare aperto. Sempre teoricamente perciò il problema della chiazza che ha contaminato l’acqua del mare non dovrebbe ripresentarsi, anche perché la vecchia fognatura che sfocia in quel punto e che ha funzionato proprio per la rottura del tubo dovrebbe essere riassorbita da quella nuova, che lunedì mattina è stata riposizionata sul fondale con le prime prove tecniche di tenuta, che andranno avanti per qualche giorno o qualche settimana.

«Dipende da quello che troveremo e dall’assenza di ulteriori ostacoli – precisa ancora Santini – ma speriamo di poter riattivare la condotta subito dopo Ferragosto. I test dipendono anche dal tempo, e hanno bisogno che il mare sia il più calmo possibile. Abbiamo comunque iniziato le verifiche sui due chilometri di condotta sottomarina».

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