Cronache

Folla di giovani ai funerali di Maurizio. “Anche se dalle nuvole ballerai sempre insieme a noi”

La chiesa di San Pietro apostolo non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto partecipare ai funerali di Maurizio Lombardi, il 28enne di Termoli morto per le conseguenze di un incidente con lo scooter avvenuto il 3 agosto lungo la strada principale di Rio Vivo. Tantissimi giovani hanno voluto essere presenti alla messa celebrata da padre Enzo Ronzitti per stringersi in un grande abbraccio alla famiglia. «Vedendo qui così tanti giovani – ha affermato il sacerdote - significa che Maurizio ha seminato nel nostro cuore la sua presenza, non è passato come da un albergo ma come da una casa, e si è fermato, e ha creato questo rapporto di amicizia, ha creato questo rapporto di accoglienza, questo amore. Quindi noi da oggi abbiamo una grande responsabilità, poiché ogni dono è anche responsabilità. Abbiamo la responsabilità di accoglierlo nei nostri cuori, a casa nostra, e quando scriviamo ballerai per sempre insieme a noi significa proprio questo». Un lungo applauso ha accolto la bara portata in spalla dagli amici. all’uscita dalla chiesa.

Un abbraccio immenso, formato da tanti, tantissimi giovani. Dentro e fuori la chiesa di San Pietro apostolo. Hanno voluto esserci, per stringersi alla famiglia di Maurizio Lombardi, per dire «siamo sempre con te e non ti dimenticheremo». Una chiesa che non è riuscita a contenere così tante persone sotto il sole battente. Un dolore troppo grande per i genitori Dino e Rosa, per la sorella Katia, per la fidanzata e per tutti coloro che non ancora riescono a credere, ad accettare che il giovane di 28 anni di Termoli non sia più tra loro. Un giorno di festa, quello del 3 agosto, che in un istante si sia trasformato in una tragedia. Uno scooter che si schianta contro un palo lungo la strada principale di Rio Vivo, dopo poco tempo, la notizia in ospedale che Maurizio non ce l’ha fatta. Le lacrime degli amici, quel senso di vuoto, una bara chiara circondata da un affetto vero e sincero per «salutare» un ragazzo che tutti hanno ricordato per il suo sorriso.

La messa è stata celebrata da padre Enzo Ronzitti insieme a don Silvio Piccoli. Un pensiero anche da don Nicola, che non ha potuto partecipare e dal vescovo, Gianfranco De Luca, che ha dedicato la prima processione di San Basso, quella dal porto al mercato ittico, proprio a Maurizio. Nell’omelia, padre Enzo ha cercato di trovare nell’affidamento a Dio e nel suo amore un motivo per aggrapparsi alla fede quando non è facile parlare, trovare le parole giuste per alleviare uno strazio che non si può spiegare: «È la resurrezione di Cristo, anche la Santa messa di oggi è un mistero di resurrezione, perché non potremmo vivere in eterno senza mangiare della vita, e Cristo si è proposto come il pane della vita. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Mangiamo dell’amore nelle nostre famiglie, nelle nostre relazioni, nelle nostre amicizie, perché solo l’amore è per sempre. Tutto il resto è destinato al niente. Solo l’amore, quindi – ha osservato padre Enzo – ci può concedere oggi la speranza e la certezza che Maurizio vive per sempre. In quel ’per sempre’ che voi avete scritto sulla porta c’è veramente l’atto di amore di ognuno di noi… sicuramente della sua famiglia, di ogni amico e di ogni persona che si è portato in questa chiesa per cercare di capire, di capire perché, di capire come sia stato possibile. Questa esperienza ci fa comprendere che tutti noi siamo inadeguati nel cercare parole e nel tentare di consolarci di fronte ad un dolore così grande. Non esiste parola che possa dare consolazione. C’è solo l’esperienza di quell’amore che fa nascere un figlio e che lo fa resistere per sempre. L’amore di Dio ce lo consegna da custodire perché ogni vita, quindi anche quella di Maurizio, è cosa preziosa, da custodire sempre. Noi siamo i custodi della vita Dei nostri figli, ma siamo anche custodi della vita gli uni degli altri, perché la vita di ognuno di noi è sempre la cosa più preziosa che c’è. Ma questa vita ha bisogno di essere un dono per sempre, altrimenti rischia di opacizzarsi, di offuscarsi, di annullarsi».

«Vedendo qui così tanti giovani – ha aggiunto padre Enzo – significa che Maurizio ha seminato nel nostro cuore la sua presenza, non è passato come da un albergo ma il passato come da una casa, e si è fermato, e ha creato questo rapporto di amicizia, ha creato questo rapporto di accoglienza, questo amore. Quindi noi da oggi abbiamo una grande responsabilità, poiché ogni dono è anche responsabilità. Abbiamo la responsabilità di accoglierlo nei nostri cuori, a casa nostra, e quando scriviamo ballerai per sempre insieme a noi significa proprio questo. Voglio rivolgere un piccolo pensiero a Dino, Rosa, Katia… e dire loro che nel mentre Maurizio se ne andato vi ha un po’ dato la compagnia di tutta questa gente, vi ha fatto genitori di tanti giovani che amano Maurizio. E se il dolore stringe il cuore, la fede lo allarga, e dice che anche il vostro cuore deve diventare una casa, una casa più grande per ospitare tanti amici, tante persone che hanno condiviso questi pochi anni, questa primavera della vita che in un giorno bello come la festa del nostro santo patrono ha visto nevicare. E sì, esiste anche la neve di primavera. E se voi siete la primavera, a volte la neve brucia, brucia i fiori e noi ci chiediamo perché. Ma il fiore di per sé è già un dono, perché ha in sé già un frutto. È un dono anche se è dura poco. Ecco perché vi dico che siamo tutti responsabili nel far vivere per sempre Maurizio. Esistono e resistono solo le cose che si amano, quelle che non si amano muoiono presto. Perciò mentre noi viviamo questa esperienza di amicizia non stiamo facendo altro che costruire la nostra dimora nella casa di Dio, dove c’è posto per tutti. Anche una scintilla luminosa come Maurizio lascia una scia, e gli occhi attenti riescono a seguirla quella scia- Questo seme richiede maggiore amore tra di noi, gesti da non rimandare a domani, responsabilità da assumere di fronte alla vita. Non facciamo volare i petali della primavera della vita, ma restiamo uniti, collaboriamo, rinnoviamo il valore della famiglia, perché qui rappresentiamo una grande famiglia che si ritrova nella casa di Dio».
All’uscita dalla chiesa, la bara è stata portata in spalla dagli amici tra gli applausi e una grande commozione. Un gesto per rinnovare un affetto fortissimo. E poi uno striscione affisso sulla porta che resta impresso nel cuore di tutti: «Anche se dalle nuvole ballerai sempre insieme a noi».

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