Cronache

Riapre l’iperbarica, ma a mezza giornata. E il “nuovo” centro da 3 milioni, mai finito, marcisce

Lunedì 16 maggio torna in funzione, dopo 4 mesi, la camera iperbarica del Vietri che però si trova nel vecchio ospedale aggi adibito a hospice. Per Frattura la dimostrazione che "non vogliamo smantellare nulla", anche se la struttura sarà aperta solo al mattino per carenza di personale. Spostarla in ospedale - come sarebbe logico - costerà comunque svariate decine di migliaia di euro, e intanto c’è un altro paradosso: il nuovo centro iperbarico, costato finora 3 milioni di euro di fondi del post terremoto, è già vecchio e malandato. Mai finito e mai aperto, oggi avrebbe bisogno di almeno altri 200mila euro per adeguare locali. Senza costare il costo dei macchinari.

Ci sono una buona e una cattiva notizia. La prima è che la camera iperbarica del Vietri di Larino, chiusa da febbraio anche in seguito a una visita del Nas. sarà riattivata lunedì 16 maggio. La struttura da 5 posti di ossigenoterapia, risorsa preziosa per la medicina di tutto il centro sud, verrà riaperta ai pazienti dopo mesi di stop e, precisa il presidente della Regione e commissario alla Sanità Frattura, «sarà in funzione 6 giorni su sette».

La notizia cattiva, quella che i vertici regionali e Asrem non dicono, è che l’iperbarica funzionerà a mezzo servizio. Sarà cioè aperta al pubblico soltanto al mattino, dalle 8 alle 14.
In ogni caso, per il malmesso ospedale frentano coinvolto da una riconversione in casa della salute e centro di lungodegenza dopo la graduale soppressione dei reparti (l’ultimo è il Pronto soccorso trasformato in punto di primo soccorso gestito dal 118), è un fatto positivo.

Per Frattura la dimostrazione che «non c’è nessuno smantellamento in atto, piuttosto l’avanzamento di una riorganizzazione dei servizi rispondenti all’efficienza, all’appropriatezza e alla sostenibilità, i soli parametri che assicurano ai nostri cittadini livelli di qualità certificata».
Il Commissario alla sanità commenta la riapertura così: «Torniamo a garantire un servizio di centrale utilità, atteso a Larino e importante per tutto il Molise».

Restano i tanti dubbi legati carenza di anestesisti e chirurghi a supporto della struttura, figure che ormai a Larino non esistono più, visto che non si opera da un pezzo ma che pure, spiegano i tecnici della iperbarica, sarebbero importanti per consulenze sui pazienti bisognosi di trattamenti salvavita o di terapia con ossigeno per lesioni, gangrene, avvelenamenti.

La struttura peraltro si trova dove c’era il vecchio presidio frentano e dove oggi c’è l’hospice, nel centro di Larino. L’obiettivo della Asrem è spostarla nell’ospedale Vietri a Piano San Leonardo. Una operazione che costerà – a occhio e croce – almeno 50mila euro. Somma ingente e forse spropositata se paragonata alla qualità e alla vetustà delle strutture.
Il vero “scandalo” però è un altro. A due passi dall’ospedale infatti marcisce quello che doveva essere il nuovo e fantascientifico Centro Iperbarico del Molise, una struttura costata finora 3 milioni di euro ma mai finita e di conseguenza mai aperta, che necessiterebbe di almeno 200mila euro per essere finita e venire inaugurata.

E’ stata realizzata nel 2007, grazie ai fondi del controverso articolo 15 per la ripresa produttiva post-terremoto che l’ex presidente Michele Iorio ha generosamente elargito ai territori colpiti da calamità naturali. L’edificio nelle intenzioni doveva ospitare una camera iperbarica da almeno 15 posti, essere cioè un centro di ossigenoterapia all’avanguardia. La gara d’appalto era stata fatta e il vincitore era risultata una impresa pugliese, Dieci anni e dieci direttori di lavori dopo l’opera è una costosissima incompiuta che, ancora prima del taglio del nastro, risulta già vecchia e malandata.

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