Viaggio nel polo fieristico: guarda le immagini

Impianti, arredi e persino i sanitari: pagato miliardi, oggi è tutto sfasciato

Doveva essere lo spazio per le esposizioni più importante del Molise all’interno della Cittadella dell’economia di contrada Selvapiana: anni di incuria e disinteresse hanno reso i 4 mila metri quadri espositivi inutilizzabili. I ladri hanno portato via ogni cosa, dagli impianti elettrici alle prese a muro: chiunque può entrare perché non ci sono né custodi né telecamere e i portoni sono sfondati. La Regione sta per concedere un finanziamento al Comune di Campobasso da 500 mila euro, sarebbe l’ennesimo visto che la struttura è stata pagata miliardi di lire e ristrutturata già due volte sempre con i soldi pubblici. In più la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi se anche l’Unioncamere lascerà la parte funzionante, cioè il Polo dei servizi in cui ci sono gli uffici dell’ente camerale. Il presidente Paolo Spina ha già inviato una lettera di disdetta del contratto di locazione al Municipio: "Ci costa troppo, abbiamo dovuto riparare anche il tetto e in più ci sono le spese di fitto".

Non c’è rimasto più nulla nel gigantesco polo fieristico nato all’interno della Cittadella dell’Economia di contrada Selvapiana. Impianti elettrici, arredi, sanitari, estintori, persino le prese a muro: hanno rubato tutto e senza alcuna difficoltà visto che nessuno sorveglia più da anni i 4mila metri quadri dell’area al coperto in cui si svolgeva la più importante fiera campionaria della regione: Moliseinfiera.
Quel Polo è costato miliardi delle vecchie lire. Soldi pubblici gettati alle ortiche. Una struttura, quella sorta di fronte allo stadio comunale, che le regioni confinanti ci invidiavano: una superficie immensa con tutti i servizi annessi: dalla biglietteria al bar. L’ideale per le fiere espositive e i grossi eventi. Lo spettacolo che si para davanti agli occhi di chiunque voglia fare un giretto lì dentro (alcuni degli ingressi sono stati sfondati) è desolante: devastazione ovunque e importanti infiltrazioni di acqua. Praticamente è inutilizzabile.

Accanto al Polo fieristico c’è anche il Polo dei servizi e quello degli eventi. La “stecca”, così viene chiamato il corpo orizzontale gestito da una decina di anni da Unioncamere che lì ha i suoi uffici. Ma forse ancora per poco. Il presidente dell’ente camerale Paolo Spina ha infatti già scritto una lettera al Comune avvisando che entro sei mesi lascerà i locali per i quali sborsa un consistente assegno mensile di affitto.
I due fatti – il degrado dello spazio fiera da una parte e il preavviso di chiusura anticipata del contratto di locazione – sono solo apparentemente scollegati. Perché in realtà se anche la “stecca” dovesse restare vuota farebbe velocemente la stessa fine del Polo fieristico. L’intera Cittadella infatti è priva di telecamere di videosorveglianza. Il custode che c’era prima è morto (anche se la sua famiglia vive ancora lì) e non è stato rimpiazzato. Le istituzioni, col Comune in testa a tutti, sfruttano poco e niente quegli spazi. Domani e dopodomani (21 e 22 maggio) dentro e fuori la palestra del Polo eventi ci sarà una due giorni di attività inserita nella manifestazione “Il bello delle donne”. Ma erano anni che lì il Comune non organizzava nulla, infatti lo spazio esterno è diventato un magazzino per le vecchie campane della raccolta differenziata.

All’interno della Cittadella c’è poi un altro corpo di circa 200 metri quadri in cui da sei anni il Centro socio-educativo Giorgio Palmieri (che fa capo alla cooperativa Sirio) svolge le sue attività. L’accordo col Comune non prevede affitto mensile, ma almeno i locali vengono utilizzati da qualcuno e le famiglie di 15 ragazzi con problemi legati allo spettro autistico e alla disabilità hanno un posto in cui portare i loro figli dopo la scuola.

Fare un calcolo di quanto sia costata l’intera Cittadella dell’Economia è molto complicato anche perché, nei decenni, ha avuto molti “padri” ed è stata interessata più volte da lavori e ristrutturazioni.
Originariamente la struttura era nata per riqualificare l’area in cui sorgevano la vecchia Centrale del latte e il Frigomacello di Campobasso. Il polo fieristico era lì dove è ora già negli anni Novanta, ma all’epoca c’erano sì e no le pareti (come si può vedere in questo documentario del 1996 caricato su Youtube dal giornalista Maurizio Oriunno). Il primo importante intervento di risistemazione fu finanziato dal Patto territoriale del Matese, uno strumento di programmazione dei fondi comunitari e statali che faceva capo alla Camera di Commercio di Campobasso guidata, nel 1997, da Enrico Colavita. In tutta Italia i Patti territoriali erano 10, quello molisano rientrò tra quelli scelti dalla Commissione Europea per stilare azioni di sviluppo locale e accedere ai fondi che alla fine degli anni Novanta arrivarono copiosi in Molise: «Il P.T.O Matese – come scrisse proprio Colavita su Impresa e Stato, una rivista della Camera di Commercio – ha ricevuto poco più di 99 miliardi di finanziamento di cui 33,5 di fonte comunitaria e circa 65,7 miliardi circa di fonte nazionale».
Decine di iniziative furono realizzate dal «promotore dei promotori», cioè dalla Camera di Commercio. Compresa la riqualificazione della Cittadella che già aveva ospitato le prime edizioni di Moliseinfiera.
Erano quelli gli anni in cui a Palazzo san Giorgio governava il centrosinistra, prima con Augusto Massa poi con Peppe Di Fabio.
Nonostante i lavori appena fatti per una decina di anni l’Expo del Molise non si è più svolta. Sul punto le versioni sono discordanti, ma pare non avesse ancora tutte le carte in regola per la sicurezza. Il 24 ottobre 2007 Regione Molise, Comune di Campobasso, Provincia di Campobasso, Unioncamere Molise e Patto Territoriale del Matese riaprirono i battenti del Polo ulteriormente migliorato dal punto di vista delle sue strutture per la nuova edizione di Moliseinfiera. Qualche mese prima era nato anche il Polo dei servizi inaugurato il 18 maggio 2006. Presidente della Camera di Commercio in quegli anni era l’attuale governatore del Molise Paolo di Laura Frattura.
Tornato fruibile ha ospitato diverse iniziative come Piacere Molise nel 2008, eventi sportivi nella palestra, un Salone dell’auto d’epoca, uno dedicato alla sposa, una fiera sui temi dell’orientamento e la formazione e nel 2010 anche gli Stati generali dell’economia: insomma per qualche anno la Cittadella ha funzionato. Poi gli equilibri politici sono cambiati: il centrodestra è arrivato anche al Comune di Campobasso con l’elezione vinta nell’estate 2009 da Gino Di Bartolomeo (Forza Italia).
Nella sua legislatura il Polo fieristico è rimasto quasi sempre chiuso. «Non ci sono soldi neppure per un gelato» ripeteva sempre l’ex primo cittadino che per risparmiare su tutto alla fine ha sprecato: l’intera struttura, abbandonata e senza neppure mezzo evento l’anno, è andata in malora. Tanto che oggi il Comune sta per chiudere un nuovo accordo con la Regione Molise pronta a investire 500mila euro sulla Cittadella.
Denaro che, molto probabilmente, non rimetterà in sesto neppure la metà del Polo fieristico viste le sue attuali condizioni.

Per di più si rischia di bruciare anche la “stecca” se Unioncamere dovesse andare via da lì: «Le spese per la manutenzione sono alte, circa 45 mila euro l’anno. Il sistema di riscaldamento non è adeguato – dice il presidente Spina – e abbiamo anche risistemato il tetto spendendo 12 mila euro. Senza contare che tutti gli arredi li abbiamo pagati noi».
Quando Unioncamere è arrivata alla Cittadella non pagava un vero e proprio canone di locazione avendo partecipato alle spese per la ristrutturazione. L’ex sindaco Di Bartolomeo invece cambiò l’accordo e pretese 36mila euro più iva l’anno «un costo per noi visto che non la scarichiamo». Questi soldi, circa 44 mila euro, sommati a quelli per la manutenzione ordinaria, costano all’Unioncamenre quasi 100 mila euro l’anno.
Con l’arrivo di Antonio Battista al vertice di Palazzo San Giorgio si stava cercando di tornare all’accordo iniziale: niente fitto, ma sorveglianza e manutenzione ordinaria.
La trattativa però va avanti da un anno e mezzo e se c’è già la disdetta del contratto dobbiamo presumere che non sia andata a buon fine. A meno che in questi sei mesi il sindaco non scenda a compromessi con l’ente guidato da Spina pronto a chiedergli anche indietro i soldi della riparazione del tetto. E a riportarsi fino all’ultima penna bic comprata con i soldi dell’Unioncamere.

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