I conti in tasca

Spese col bancomat della Regione: Scarabeo deve restituire 16 mila euro

A seguito di una verifica fatta dal servizio Risorse finanziarie sulle carte di credito degli assessori sono emerse irregolarità nell’utilizzo del bancomat in dotazione all’ex assessore del Pd: tra il 2013 e il 2015 Scarabeo ha speso 16 mila euro di soldi pubblici "non rientranti nell’ambito delle missioni istituzionali" come scrivono dalla Regione. Lui ha accettato di restituire a rate quanto dovuto e spiegato che il suo "è un atto grande correttezza, moralità e responsabilità". I controlli hanno riguardato tutta la Giunta ma a nessuno sono state fatte contestazioni: il budget a disposizione per ciascun componente dell’esecutivo quando si trovano fuori dal Molise per lavoro si aggira intorno ai 300 euro al giorno per vitto e alloggio. Chi ha speso di più in missioni (ma in maniera cogrua), è Facciolla (21.500 euro), seguito da Frattura (12 mila euro) e Nagni (4 mila euro). Petraroia non ha mai voluto la carta di credito: "Pago tutto di tasca mia" ha detto l’ex vicepresidente della Regione.

La Regione Molise ha chiesto indietro 16 mila euro all’ex assessore Massimiliano Scarabeo per spese ingiustificate sostenute con la carta di credito regionale. Un paio di mesi fa, precisamente il 12 febbraio scorso, il servizio Risorse finanziarie ha comunicato che “a seguito di controlli abbiamo chiesto al consigliere Scarabeo la restituzione di euro 16.077,01 per spese sostenute in qualità di assessore nel periodo 2013/2015 non rientranti nell’ambito delle missioni istituzionali”.
Pochi giorni dopo l’esponente del Partito democratico ha fatto sapere di voler restituire il denaro rateizzando il suo debito in dieci tranche da 1.607.70 da detrarre sulla sua indennità da consigliere. Causale: “restituzione somme per spese prive di documentazione giustificativa”.

Prima del suo arresto, avvenuto il 12 giugno 2015, Scarabeo (come del resto tutti gli assessori e il presidente Frattura), aveva un bancomat a disposizione per pagarsi vitto e alloggio quando viaggiava fuori dal Molise per conto della Regione.
Dal sito internet di Palazzo Moffa leggiamo che da aprile 2013 a settembre dello stesso mese Scarabeo ha speso 1033 euro. In tutto il 2014 le spese istituzionali che gli sono state rimborsate ammontano complessivamente a 2528 euro (di cui la più onerosa è quella da 1208 euro per una missione in Croazia in cui è stato dal 5 al 7 novembre 2014). Mentre il dettaglio spese del 2015 arriva appena a 140 euro.
In totale la mezza legislatura di Massimiliano Scarabeo è costata per le missioni istituzionali 3700 euro. Oggi però il servizio diretto da Pietro Notarangelo, il dirigente che prepara le buste paga degli assessori e si occupa del Bilancio della Regione Molise, gli ha fatto sapere che oltre ai 3700 euro spesi correttamente ce ne sono altri 16 mila che l’ex assessore ha speso senza una valida ragione. E infatti ne ha chiesto la restituzione adducendo, come motivazione, che l’ex assessore non avrebbe fornito valide pezze d’appoggio al suo frequente strisciare la carta a spese dei contribuenti.
Intervenuto in una discussione su un gruppo chiuso di facebook lo stesso Scarabeo ha precisato «che non è mio costume vantarmi di ciò che, purtroppo, nel tessuto politico attuale, rappresenta una atto di grande correttezza, moralità e responsabilità. Per quanto sia infatti fisiologico che negli uffici regionali preposti procedano alla verifica della inerenza delle spese sostenute e a proprio giudizio siano legittimati a disconoscerne talune – queste le parole dell’ex assessore – (a ragion del vero non tutte insuscettibili di contestazione) non tutti senza alcuna contestazione, sono pronto a restituire ciò che l’ente ha ritenuto non inerente all’attività politica… mi spiego meglio – conclude nel suo post – : sono uno dei pochi a non essere stato mai coinvolto in contenziosi dinnanzi alla Corte dei Conti». In parole povere: l’ex assessore in pratica si fa vanto di aver accettato di restituire i denari che aveva speso senza motivazione.

Scarabeo non è entrato troppo nel dettaglio delle spese che, a suo dire, avrebbe potuto anche contestare (ma non l’ha fatto infatti sta pagando a rate). E non ha fatto capire neppure se i soldi che oggi gli vengono chiesti indietro perché spesi in maniera ingiustificata li avrebbe dati indietro ugualmente se il dirigente delle Risorse finanziarie non glieli avesse richiesti dopo aver fatto accurate verifiche. Quelle stesse verifiche che sono state fatte anche sulle carte di credito degli altri assessori senza che, nel loro caso, siano emerse contestazioni di alcun genere.
L’unico «che una sola volta» come ci riferisce, ha usato in maniera impropria la carta di credito è Pierpaolo Nagni: «Ma si trattava di poche decine di euro ed è stata una svista che io stesso mi sono preoccupato di segnalare all’ufficio che mi ha detratto la somma dall’indennità il mese successivo».
Nagni ha speso per le missioni 609 nel 2013, 1550 nel 2014, 1700 nel 2015 e per i primi tre mesi del 2016 appena 278 euro per un totale di 4150 euro. «Cioè in media neppure 120 euro al mese anche perché io specie quando vado a Roma non dormo quasi mai in albergo e preferisco tornare a Campobasso»
Il sistema adottato dal Servizio regionale non permette di ‘sgarrare’: «Ogni mese – ci spiega Carlo Veneziale, arrivato in Giunta a febbraio 2016 – entro il 10 dobbiamo rendicontare le spese sostenute con la carta e fornire non solo le fatture di alberghi e ristoranti in cui abbiamo mangiato o dormito durante le missioni, ma anche la relativa autorizzazione alla missione e una certificazione della presenza che dica che quel giorno io ero lì».
Lo conferma anche Vittorino Facciolla: «Rispetto al passato abbiamo ridotto moltissimo le spese, io prenoto l’albergo sui siti online per trovare quello più conveniente e spendo sempre meno della metà del budget a disposizione che ammonta a circa 300 euro al giorno per vitto e alloggio. Per quanto riguarda me non ho mai avuto nessun tipo di contestazione».
Il neo vicepresidente della Giunta è uno di quelli con l’elenco di missioni più vasto. Ha speso 3640 euro nel 2013 (sempre da aprile a settembre), circa 7mila euro nel 2014 e quasi 11mila euro nel 2015 per un totale che supera i 21500 euro. Più parsimonioso di lui il governatore Paolo Frattura, capace perfino di stare tre giorni in Albania (dal 13 al 15 maggio 2015) spendendo meno di 20 euro. Evidentemente era ospite del governo di Tirana.
Frattura nel 2013 ha speso in totale euro 3.478,23, nel 2014 euro 2.818,94 e nel 2015 euro 5.991,33: la somma fa euro 12.288,50.
Non ha mai preso la carta di credito «né il telefono, né il tablet» l’ex numero due della Regione, Michele Petraroia. «Non ho mai chiesto rimborsi per le missioni perché ho sempre preferito pagare tutto di tasca mia» ha detto l’ex assessore.

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