La furia del mare in burrasca ha cancellato uno dei simboli della città, un pezzo di storia recente. Le immagini di ciò che resta del trabucco sventrato dalle onde hanno fatto il giro dei telegiornali nazionali lasciando tutti attoniti e provati perché la struttura rappresentava un luogo punto di riferimento per chi a Termoli ci vive e per chi arriva in vacanza e non poteva rinunciare a uno scatto con questo sfondo singolare. Un’antica macchina da pesca, costruita però in tempi recenti, che si lega alla tradizione, al senso identitario di una città il cui cuore batte come il rumore del mare. Ora ne resta solo lo scheletro, quello ancora in costruzione è stato spazzato via, mentre solo lo storico trabucco di Celestino ha resistito.
Tra i primi ad accorgersi di quanto accaduto l’altra notte c’è Pinella Santoro, la moglie del guardiano del faro del Paese Vecchio. Ha raccontato con queste parole la sua esperienza: «Mi sono svegliata e come mia abitudine stavo sorseggiando il caffè vicino alla finestra quando ho notato che mancava qualcosa di ciò che osservo normalmente da qui. È stata una bruttissima sensazione – ha aggiunto – basti pensare che il mare mosso sembrava talmente alto, quasi al pari del muraglione e la schiuma biancastra aveva formato come una distesa di neve. La passerella del trabucco si interrompeva di colpo. Non ricordo una mareggiata così, il vento infuriare in questo modo e i residui che a sprazzo emergevano dall’acqua come un vero e proprio relitto».
Una struttura molto suggestiva cancellata da un’ondata di maltempo. Come bucare una foto o una cartolina di Termoli al mattino, al tramonto, nei momenti in cui sono nati nuovi amori e nuove avventure di giovani e meno giovani. E pensare che le immagini dei trabucchi di Termoli sono state ammirate da milioni di visitatori all’Expo di Milano. «Amavo sedere su uno scoglio – ha osservato ancora – dal quale partiva una visuale molto suggestiva del trabucco centrale. Mi auguro ovviamente che venga ricostruito perché valorizza molto la passeggiata. I termolesi amano la loro storia, i turisti restano affascinati dai trabucchi che rappresentano un punto di interesse di non poco conto. Così come è sparito – ha concluso fiduciosa Pinella – mi auguro un giorno non troppo lontano di svegliarmi, sorseggiare il caffè e ammirare il sole che nasce con i raggi che attraversano il trabucco». (FO)
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