Cronache

L’ospitalità, il cibo, i paesaggi. “Il Molise a piedi è una scoperta. Fatelo anche voi”

Le giovani Maria Clara e Giulia, protagoniste del progetto "Due passi in Molise", raccontano a primonumero.it le emozioni di un viaggio «in una regione della quale sapevamo pochissimo». In pochi giorni hanno scoperto «che a livello naturalistico è una perla. Ma la cosa fondamentale è farlo camminando, perché è un modo differente di vedere le cose». Confessano di essere rimaste «imbarazzate per l’ospitalità di chi ci ha aperto le porte di casa». E intanto progettano già un ritorno.

L’ospitalità molisana le ha imbarazzate. La bellezza dei paesaggi le ha colpite. Più in generale, il Molise le ha sorprese. Anche per cose meno belle, come rifiuti, strade dissestate e cartine introvabili. Ma è sicuro che Maria Clara e Giulia, le giovani protagoniste di “Due passi in MoliseIn cammino nella regione che non c’è””, si sono innamorate della nostra regione. Tanto che stanno già pensando di fare un secondo viaggio. «Perché ci sono un sacco di posti che non abbiamo visto e che vorremmo visitare». Magari ancora a piedi, la vera forza di quest’avventura. «La particolarità è proprio quella. È un modo diverso di affrontare la vita e di guardare le cose» raccontano davanti a un aperitivo in piazza Duomo, durante la loro giornata termolese.

Sorridono, raccontano, scherzano, ricordano, spiegano. Sono coinvolgenti, entusiasmanti, straripanti. Amiche da molti anni a Torino, la città in cui abitano, oggi Giulia e Maria Clara hanno 29 e 28 anni. Nella vita si occupano, rispettivamente, di teatro e scrittura. Del Molise sapevano poco o nulla fino a qualche mese fa. «Volevamo esplorare un posto camminando. Abbiamo pensato a Santiago de Compostela, ma abbiamo cambiato idea perchè troppo frequentata d’estate. Ci siamo dette: perché non restare in Italia, visto che ci sono tanti posti che non si conoscono?».

Ed ecco spuntare fuori l’idea della “regione che non c’è”. «Era in ballottaggio con la Basilicata, ma di quella terra qualcosa sapevamo». Del Molise no, ed è stata questa la fortuna. «Abbiamo pensato che essendo una regione piccola si poteva camminare bene. Poi su internet abbiamo scoperto i tratturi e abbiamo scelto il nostro itinerario tramite quelli». Le due ragazze torinesi hanno partecipato e vinto un concorso lanciato dalla piattaforma Fuorirotta ottenendo anche un finanziamento. «Sono stati decretati vincitori undici progetti su quattrocento domande. Insieme al nostro, anche altri per esplorare Mali, Colombia o Sri Lanka».

L’idea era di percorrere a piedi, per quasi un mese, gran parte del Molise. Di viaggiare con la forza delle sole gambe e dell’animo, di cercare ospitalità in giro e di condividere il cammino su Facebook, con una pagina che oggi conta oltre 5mila fans e poi con un reportage che verrà pubblicato su fuorirotta.org. Quindi si sono affidate all’ospitalità dei molisani. «Siamo rimaste imbarazzate dall’ospitalità ricevuta. Non una cosa ostentata, ma spontanea. Non ce l’aspettavamo così. Molti ci hanno aperto le porte di casa. Gli incontri più significativi sono stati con chi non sapeva nulla del nostro viaggio».

Alcune scene rimarranno nella loro memoria per tanto tempo. «Salutiamo Angela, che ci ha inseguito per regalarci le mozzarelle. Altri ci hanno caricati di panini». E per dormire? «Alcuni ci hanno contattato via mail offrendoci un letto per dormire. In altri casi chiediamo in giro. Ovunque troviamo qualcuno che magari ha un amico che può ospitarci. Abbiamo anche una tenda con noi, tutto quello che chiediamo è uno spazio per montarla, ma finora non è stato necessario».

La tappa termolese, fra la sera del 27 e la giornata del 28 agosto, è trascorsa fra le visite alla Cattedrale e ai Trabucchi, un giro su Corso Nazionale e al Meridiano fino a un tuffo in mare prima di partire verso Campomarino. Il percorso prevede ora di risalire il Molise fino a Campobasso, dove è fissato l’arrivo nel primo fine settimana di settembre.

Camminare stanca ma per loro è bellissimo. «Siamo partite con quindici chilometri al giorno, adesso siamo su una media di 22-23. Allenate? No, però anche prima eravamo in movimento. La stanchezza si sente ma non possiamo fermarci. A Ferragosto ad esempio, da San Giuliano del Sannio a contrada Tappino, a Campobasso. C’era una salita che sembrava non finire mai. Eravamo sfinite, quando nonna Iolanda ci ha salvato invitandoci alla grigliata che stavano preparando».

Sottolineano quello che può sembrare un particolare ma per loro è fondamentale. «Tutti ci chiedono perché in Molise, nessuno perché a piedi. È un modo differente di affrontare la vita, di avere uno sguardo sulle cose. A piedi i posti li attraversi davvero, non ti scorrono davanti mentre sei seduto. È tutto più vivo e denso. Siamo sicure che non avremmo apprezzato così tanto il Molise se non l’avessimo visitato in questo modo perché il paesaggio fa molto».

Clara e Giulia ritengono che il Molise dovrebbe sfruttare di più questa risorsa. «Ci sono associazioni che se ne occupano, maservirebbe metterle in rete. E poi è impensabile che non ci siano cartine geografiche. In questo modo chi vuole venire in Molise per camminare è scoraggiato a farlo». Non è l’unica pecca per la nostra regione. «Abbiamo anche trovato rifiuti gettati durante il nostro cammino e strade ridotte molto male. C’è una sorta di abbandono che andrebbe trasformato, non nell’ottica di un turismo di massa, ma per una nuova forma di attrazione delle persone. Anche rivalutando i tratturi»

Fortuna che i lati positivi sono superiori a quelli negativi, a cominciare dalla cucina. «Tutti ci dicevano che saremmo tornate a casa in forma. Sì, ma ci torneremo in forma tonda» scherzano a proposito delle prelibatezze assaporate. E poi la natura che le ha stregate e che è già un richiamo fortissimo per un ritorno. «Non ci aspettavamo il verde dell’Alto Molise, ci sono tanti posti che vorremmo visitare in un prossimo viaggio. Alivello naturalistico il Molise è una perla».

Intanto c’è da finire questo. La strada è ancora lunga fino a Campobasso. Chi vuole può unirsi a loro per brevi tratti. «È bello, si incontrano persone diverse, che non si conoscono e magari nasce qualcosa». Non offritevi però di dare loro un passaggio in macchina. «Non se ne parla proprio. Tradiremmo noi stesse».

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