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Donato Mainella, l’arrotino di Frosolone che a 80 anni si è rimesso in gioco

Ogni mattina arriva dal paese in provincia di Isernia a Campobasso con l’autobus, scende al terminal e in sella alla sua bici gira per la città affilando forbici e coltelli. Il suo mezzo di trasporto è anche un laboratorio ambulante: «Nel ‘53 ho brevettato questa invenzione assieme a un fabbro e ancora ci lavoro». Oltre che di lame, Donato si è occupato anche dei giardini di papa Giovanni Paolo II, ha lavorato per una grossa impresa di costruzioni in Svizzera e dal 1995 è tornato in Molise. «Le mie foto sono in parecchi uffici pubblici della regione»

E’ stato il giardiniere di papa Giovanni Paolo II. Conosce e ricorda ancora piuttosto bene il tedesco per via dei tanti anni passati a lavorare in Svizzera. Detesta la robaccia cinese e s’inorgoglisce quando qualcuno lo riconosce in televisione oppure vede la sua foto negli uffici pubblici della regione.

Donato Mainella è così. Un arrotino semplice solo perché si è portati a pensare che il suo mestiere lo sia. In realtà, quest’uomo di quasi 82 anni ha una vita straordinaria alle spalle. E due anni fa si è rimesso in gioco. Ancora una volta.

«Ogni mattina – ci racconta in sella alla sua bici-laboratorio mentre affila un coltellino in una traversa di via Mazzini – prendo l’autobus da Frosolone alle 6.05. Alle 7.30 arrivo al terminal di Campobasso e pedalando arrivo in questa zona per rendere taglienti, lame, coltelli e forbici».

La particolarità del suo mezzo «brevettato da me nel ‘53 con l’aiuto di un fabbro» è che una volta smontata la corona dalla ruota posteriore e piazzata al centro del telaio, la bici si trasforma in una bottega ambulante in grado di rendere taglientissime le lame. Il signor Mainella ci mostra come, dopo averle affilate sulla ruota che lui fa girare con una pedalata scattante, l’incisione di uno straccio di stoffa diventi chirurgica.

Del resto anche in quel campo vanta una certa esperienza: «Ho lavorato per un periodo anche all’ospedale Gemelli di Roma, tutti venivano da me per affilare bisturi e strumenti di precisione, anche se era un secondo lavoro perché all’epoca curavo i giardini del Vaticano. E il papa, quando passava, mi salutava sempre».

Nel 1995 Donato è tornato a vivere nella sua Frosolone dove ci invita ad andare «ma dove dico io» per l’acquisto di un paio di forbici: «Quella roba da due euro che si trova in giro lasciatela perdere, tanto la paghi e tanto vale. Mentre le cose buone durano 100 anni».
Parola di esperto!

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