Politica

Guerra in Comune sui ricorsi: “Ora basta. Sono accuse infamanti”

Il sindaco Gianfranco Cammilleri risponde agli attacchi che il gruppo di minoranza "Impegno comune" ha messo nero su bianco su un volantino affisso in paese nei giorni scorsi. «Accuse pesanti e infondate - commenta il primo cittadino - già ho dato mandato al mio legale di presentare la querela».

E’ guerra aperta tra il sindaco di Campomarino e la minoranza di ‘Impegno Comune’. Gli appelli alla collaborazione, auspicata da Cammilleri nel primo consiglio comunale, e gli stessi buoni propositi del gruppo di Marcello Catena, proclamati subito dopo la sconfitta elettorale, sono presto finiti nel dimenticatoio.

Ormai da più di un mese si è accesa una polemica che «ora ha superato abbondantemente i limiti» per dirla con le parole di Cammilleri. A scatenare la reazione del sindaco è stata la diffusione di un manifesto, affisso sulle pareti della città, in cui secondo il primo cittadino ci sono «accuse infamanti». «Si dice che sono bugiardo, che sono falso. Mi dispiace per loro ma sono tutte caratteristiche che io non ho. In questi anni mi sono costruito una credibilità e certamente non possono essere loro a infangarla. Ho infatti già dato mandato al mio legale per presentare una querela per diffamazione. La mia colpa è solo quella di avere un parere diverso dal loro».

Cammilleri ribatte punto per punto al manifesto che tanto lo ha fatto arrabbiare «parlano addirittura di brogli, probabilmente senza neanche sapere cosa significa. E’ un’accusa pesante. Non capisco perché si accaniscono contro un’elezione democratica. Abbiamo vinto con il 46 per cento dei voti dei cittadini di Campomarino, che hanno scelto noi per governare. Perché non si adoperano in consiglio? Forse perché sono sempre assenti?».

Qui Cammilleri si toglie anche un sassolino dalla scarpa: «Ripropongono probabilmente una vecchia abitudine di Catena che nella passata Amministrazione è stato presente in aula solo 3 volte. Evidentemente non sapendo fare il ruolo della minoranza si spostano su altri fronti, in piazza e nei tribunali».

Tutto è iniziato con una sentenza del tribunale civile del 25 agosto che ha dichiarato ineleggibile il consigliere di minoranza Vito D’Aprile. Dal giorno immediatamente successivo, il gruppo di opposizione ‘Impegno Comune’ ha iniziato ad accusare l’Amministrazione di non rispettare la legge, non procedendo alla surroga in consiglio.

Cammilleri ha spiegato che l’Amministrazione sta seguendo le indicazioni della Prefettura che ha comunicato di lasciare le cose come stanno e di aver fatto un’interrogazione al Ministero degli Interni. A conforto della tesi però c’è anche una legge del Tuel secondo cui la sentenza non è esecutiva fino a quando ci sono i termini per l’appello. D’Aprile, in effetti ha presentato ricorso contro la sentenza, e il 28 ottobre a Campobasso i giudici si riuniranno per decidere in merito.

Secondo Cammilleri poi saranno i giudici stessi a decidere chi eventualmente dovrà entrare in consiglio comunale. «Secondo la giurisprudenza deve entrare il primo dei non eletti della lista di D’Aprile, e non di Catena. Dunque invito Antonio Sabburro a tenere a bada le sue velleità da consigliere, perché a decidere non sarà certamente lui». «Preciso poi che a me non interessa chi entrerà in assise al posto di D’Aprile, se il suo ricorso non venisse accolto. Si tratta pur sempre di un consigliere di minoranza e che quindi non turba la stabilità di questa maggioranza».

Cammilleri poi ironizza un po’ sulle richieste avanzate per il ricorso presentato al Tar, in cui l’avvocato Martino ha chiesto di proclamare come eletto direttamente Marcello Catena e in subordine di annullare le elezioni. «Mi dispiace ma la democrazia funziona in maniera diversa» ha commentato Cammilleri, ritenendo un po’ troppo ardite le richieste di ‘Impegno Comune’.

L’ultima freccia Cammilleri la scaglia ancora contro Catena: «Nel manifesto che hanno affisso in città hanno scritto che io non ero eleggibile e che sono incompatibile perché sono dirigente in ospedale e avrei potuto captare benevolenza con i pazienti. Beh rispondo con una domanda: Mi chiedo se è più capace di influenzare le persone e chiedere il voto un medico di famiglia, come Catena, che ha la maggior parte dei pazienti proprio a Campomarino, o un gastroenterologo come me che ha che fare con utenti di tutto il Basso Molise e che non hanno poter di voto a Campomarino?»

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