Società & Costume

Peppino, l’ultimo banditore. Addio annunci col megafono

Per tutti lui è “Peppnucce lu Bandtore”, che per decenni ha diramato le informazioni utili alla collettività girando sulla Fiat Panda con l’impianto del megafono montato sul tettuccio. Adesso sta male, è costretto a letto e non c’è nessuno che voglia sostituirlo. Eppure la popolazione sente la mancanza di quegli annunci perchè, dice, “Internet e i manifesti pubblici non bastano a informarci”. Storia di una figura in estinzione, che ha accompagnato intere generazioni.

Quando la tv non era ancora entrata nelle case e Internet era ancora una parola sconosciuta a tutti, in molti paesi del Basso Molise c’era una sola figura a garantire l’informazione: il banditore. Un uomo che, armato di megafono, passava di strada in strada per annunciare alla popolazione le notizie utili. A Petacciato per anni questo ruolo, fondamentale anche se sottovalutato, é stata ricoperto da Peppino, per tutti “Peppnucce lu Bandtore”. Poi, col passare degli anni, complice la salute precaria del ‘mitico’ Peppino, questa figura é andata un po’ persa, e il banditore ha cominciato a uscire sempre meno spesso, fino a smettere del tutto.
 
All’inizio nessuno ci  ha fatto davvero caso, e nessuno si è reso conto della ‘perdita’. Fino a quando, nello scorso mese di settembre, a Petacciato é stata scoperta la presenza nell’acqua di batteri coliformi, e quindi é stato  vietato l’utilizzo dell’acqua a scopi alimentari. Solo che molte persone a Petacciato non hanno saputo dell’ordinanza emanata dal sindaco La Palombara, e da qui le proteste. «Dovevamo essere avvisati meglio e in tempo» si lamentò una signora direttamente in Comune, mentre da più parti si alzò una domanda: «Ma non era possibile diffondere un bando?»
Solo a quel punto la gente ha cominciato a chiedersi che fine avesse fatto Peppino il banditore, e perchè mai il suo megafono, in più occasioni indispensabile alla popolazione, non fosse entrato in funzione per avvisare dei problemi all’acqua.
 
«In realtà Peppino non sta bene già da qualche anno» rivela il cognato Giovanni, che ci spiega i segreti di una vita dedicata al “mestiere” del banditore. «A Petacciato la figura del banditore è stata attiva molti anni – comincia Giovanni, vigile urbano di Petacciato – e prima di mio cognato ce ne furono già due. Il primo, me ne raccontava mio nonno perché si parla del periodo fra le due guerre, era un certo zì Paolo, che passava di strada in strada a piedi, dacché non esistevano le automobili, attirando l’attenzione della gente con una specie di trombetta che aveva un suono molto particolare, e poi annunciava il bando con voce forte e squillante».
 
La carriera di banditore di Peppino inizia invece nei primi anni ’70. «La figura del banditore era adatta a persone che avevano bisogno di guadagnarsi qualche soldo, magari di arrotondare con quello con cui campavano – spiega ancora Giovanni – e Peppino era la persona ideale per diversi motivi. Fin da bambino infatti ha sofferto di poliomielite, e così viveva con una pensione da invalido civile cui aggiungeva quei pochi soldi che gli davano per i bandi. Inoltre Peppino era appassionato di quegli apparecchi come radio e televisione che in quegli anni cominciavano a fare la loro comparsa».
 
Una passione che Peppnucce aveva coltivato per bene. «Aveva frequentato un corso per corrispondenza alla Scuola Radioelettra di Torino e aveva conseguito la qualifica di radiotecnico». Perciò quando si liberò il posto da banditore del paese, Peppino non se la lasciò sfuggire. E così cominciò a passare per le strade del paese ogni qualvolta qualcuno gliel’avesse commissionato, prima con una Fiat 500 e poi, negli ultimi anni, con una Fiat Panda rossa, sulla quale aveva montato un impianto col microfono e megafono per poter essere udito da tutti. «Non era una figura istituzionale, cioè non era dipendente del Comune o di qualche altra ditta, così se qualcuno aveva bisogno di emanare un bando si rivolgeva a lui, trattava un prezzo accettabile, gli indicava le strade da percorrere e il gioco era fatto». Insomma, Peppino era a disposizione di tutti. «Ad esempio se qualche fruttivendolo aveva parecchia merce da smaltire si rivolgeva a lui, e allo stesso modo anche il porchettaio o il pesciaiolo». Per anni e anni infatti a Petacciato era immancabile il suo annuncio del giovedì pomeriggio: «E’ arrivata la porchetta!» che scatenava una folla di acquirenti al furgone del venditore di porchetta che ancora oggi si ferma su viale Pietravalle. C’erano poi gli annunci un po’ più “istituzionali”. «Quando l’amministrazione comunale aveva bisogno di comunicare qualcosa di importante alla popolazione non esitava a rivolgersi a lui, per questioni come la potabilità dell’acqua.
 
Allo stesso modo era lui a comunicare molte volte i comizi elettorali in tempo di elezioni». Il problema qualche volta erano i soldi. «Già, perché a volte capitava che qualcuno gli chiedeva di diffondere un bando ma non voleva pagarlo subito. Addirittura il Comune molte volta non sapeva come pagarlo, poiché lui non era un dipendente comunale». I bandi diffusi da Peppino hanno accompagnato le giornate petacciatesi per più di 30 anni fino a quando, qualche anno fa, la sua malattia si é aggravata fino a costringerlo a letto. Peppino oggi ha 65 anni, vive nella sua casa del quartiere Case Vecchie di Petacciato, assistito dalla moglie. Qualcuno può anche aver pensato che nell’era dell’informazione in tempo reale data da Internet la sua sia una figura non più al passo coi tempi, quasi sorpassata. Ma poi (come si é visto in occasione del divieto di usare l’acqua), la stessa amministrazione petacciatese si è accorta che il megafono era indispensabile, per tutte quelle persone che non possono o non sanno usare il web. Ed è stata costretta a tornare sui suoi passi diffondendo un bando per comunicare che l’acqua era tornata potabile. «Non credo che sia una figura passata di moda – conclude ancora Giovanni, il cognato di Peppino – perché la storia ha dimostrato che il banditore può ancora essere utile… Eppure nessuno ha pensato di sostituire Peppino, nè d’altra parte qualcuno  ha proposto di prendere il suo posto». D’altronde, al giorno d’oggi, chi accetterebbe di diffondere un bando per soli 5 euro?

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