Società & Costume

L’orto digitale: le verdure si comprano via blog

L’innovativo progetto di Francesco Travaglini, 37 anni, ‘agricoltore tecnologico’ di San Martino in P. che vende attraverso il diario online ortaggi di stagione, olio e formaggio. I suoi clienti vivono nel nord Italia e sono anche venuti in Molise a conoscere la fattoria. “Il segreto del successo è il rapporto di fiducia e la possibilità di seguire attraverso il blog le varie fasi della coltivazione e del raccolto”. E tra poco via al “frutteto digitale”: gli abbonati diventano comproprietari di alberi di mele e vigneti usciti dal mercato.

Sparpagliate nel nord Italia, fra Bergamo e Torino, ci sono una trentina di famiglie che fanno spesa a Larino. Acquistano cavoletti di Bruxelles, melanzane e peperoni rigorosamente made in Molise, prodotti in maniera naturale e di qualità certificata. La campagna presso la quale si riforniscono è in realtà un’azienda agricola, che risponde al nome di “Parco dei Buoi”. Esattamente 24 ore dopo l’ordinazione, la verdura fresca, stipata in apposite cassette, arriva sulla tavola dei clienti, a seicento o anche ottocento chilometri di distanza dall’orto.
Merito di un blog, per la precisione il blog di Francesco Travaglini, 37enne agricoltore (per scelta) di San Martino in Pensilis, che a Larino è proprietario, con la moglie Pia, di un piccolo caseificio, di un oliveto e naturalmente di un orto. Un orto vero, dove crescono ortaggi di stagione. Ma anche un “orto digitale”, cioè un progetto che si articola sul web.
 
Francesco, ci spiega questa idea?
«Il funzionamento è molto semplice. All’inizio della stagione faccio un budget di previsione, cioè spiego alle persone che leggono il mio blog cosa voglio produrre e i costi di acquisto e trasporto degli ortaggi, che variano a seconda del periodo. L’orto estivo prevede peperoni, melanzane, pomodori, zucchine. Quello invernale cime di rape, broccoletti e cavoli. Quindi si parte con gli abbonamenti»
 
Cioè gli interessati si iscrivono?
«Esatto. Si prenotano, mi indicano la quantità di ortaggi che vogliono comprare. C’è la possibilità di fare una spesa small, medium e large, quest’ultima per i ristoranti che hanno bisogno di molta roba in cucina e fanno ordini di circa 300 chili. Quando i prodotti sono pronti, lo comunico sul blog e il giorno dopo le cassette arrivano nelle case delle famiglie abbonate. Ho una convenzione con un corriere espresso. Inoltre, alla verdura, ho abbinato olio e formaggio di pecora, prodotto nella mia azienda e nel piccolo caseificio che con mia moglie abbiamo deciso di avviare»
 
Sembra molto interessante. Sono interessanti anche i prezzi?
«Sono meno alti di quello che si potrebbe immaginare. Diciamo una media di 3 euro al chilo. Certo, il target dei miei clienti è particolare: sono persone istruite e benestanti, che amano mangiare prodotti che hanno un sapore e sono coltivati in maniera naturale. Il blog serve anche a questo, a tenerli aggiornati su tutto quello che succede nell’orto. Per esempio, se devo usare qualche pesticida per eventuali malattie delle piante, io lo scrivo, aggiungendo anche i tempi di assorbimento dei prodotti. Quest’anno c’è stata una grave carenza di acqua, e i miei clienti erano perfettamente consapevoli che la qualità degli ortaggi non era elevata come l’anno scorso»
 
Insomma, si è creato un rapporto di fiducia…
«Sì, un filo comunicativo costante. Il bello è che molti clienti sono anche venuti in Molise, a conoscere la fattoria e a vedere l’orto. Hanno passato una settimana da queste parti e sono rimasti molto contenti…»
 
Quindi il suo agro-blog, chiamiamolo così, è anche un traino per il turismo.
«Penso proprio di sì. E mi auguro che l’esempio venga seguito dai colleghi. In Molise c’è bisogno di idee nuove, anche perchè il comparto agricolo sta attraversando una crisi forte, e quindi è necessario il contributo creativo di tutti noi per fronteggiare l’emergenza ed evitare di dover chiudere bottega…»
 
Oggi un grande tema su cui si discute è quello degli ogm.
«Già. E infatti anche per questo mi è venuta un’altra idea, il ‘frutteto digitale’, un frutteto della frutta estinta, che non è più commercio. Ci sono mele, uve da tavola, susine che stanno scomparendo o sono già scomparse. Il progetto prevede di piantare a Parco dei Buoi questi semi particolari, che si possono acquistare su una grande banca dei semi online piuttosto che dalla multinazionali, e avviare una serra per autoprodurre le piantine. Il vantaggio di questa frutta è il sapore, che riporta a tempi antichi…»
 
Anche in questo è previsto  l’abbonamento?
«Sì, abbiamo iniziato a raccogliere adesioni e a breve faremo una cerimonia di inaugurazione della frutta estinta. La formula è particolare: si può diventare soci di questo frutteto pagando una quota di 60 euro sulla quale, fra tre o quattro anni, e cioè quando comincerà il raccolto, riconoscerò agli abbonati un interesse. Così saremo tutti comproprietari del frutteto»
 
Ma a lei queste idee come vengono?
«Beh, l’importanza del web nella mia attività l’ho intuita nel 2005, grazie a Tombolini, il curatore di una meravigliosa blog farm, che aggrega molti diari online che parlano di alimentazione e natura, dal produttore di riso all’esperto vinicolo, specializzati in commercio elettronico. Vendere sul web prodotti tipici di qualità è una grande possibilità, che ho ritenuto di dover sfruttare. E poi, a dire la verità, è divertente, anche se molto impegnativo. Fortuna che adesso a San Martino in Pensilis, dove vivo, c’è l’Adsl grazie a una ditta privata. Prima, fino a qualche mese fa, era davvero una situazione da incubo».
 
Lei è un pioniere del blog agricolo in Molise. I suoi colleghi non seguono l’esempio?
«Mi auguro che lo facciano, che ci sia voglia di far rinascere questa terra, ricca di potenzialità. Per il Molise servirebbe un’inversione di rotta, soprattutto nel settore agrario. L’idea del contadino molisano è quella di accontentarsi del minimo, anche le cooperative funzionano male, si aspetta sempre una mano dalla politica. Ma le cose funzionerebbero meglio se ognuno di noi s’impegnasse per promuovere progetti concreti, idee nuove».
 
Se lo dice lui, agricoltore tecnologico con all’attivo un progetto davvero nuovo, finito anche sulla stampa nazionale, bisogna credergli.

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