Quelli che… il voto lo incrociano

La larga percentuale di voti disgiunti per le comunali di Termoli getta un’ombra sulla vittoria di Remo Di Giandomenico. Operazione "scorretta" o sacrosanto diritto degli elettori?

Remo Di Giandomenico vince, ma non stravince. Francesco Di Falco perde, ma non troppo. Alla fine il quadro che emerge dalla lettura dei dati relativi alle consultazioni elettorali di domenica e lunedì appare un po’ diverso dalle previsioni che nelle ultime settimane hanno circolato a Termoli. La percentuale in mano all’Onorevole per la conquista del Municipio adriatico è indubbiamente alta (56,65%), ma non rasenta i numeri di una ovazione di popolo. Dall’altra parte il 43,35% dei consensi andati all’avversario è nettamente superiore alle aspettative registrate in città nei giorni "bollenti" della campagna elettorale. Francesco Di Falco è uscito a testa alta da un duro confronto, e si è imposto all’attenzione pubblica come il candidato "giusto" se è vero, come è vero, che 8.589 persone l’avrebbero voluto alla guida della città. Evidentemente un ruolo importante l’ha giocato il bagaglio "centrista" del giovane avvocato, di estrazione democristiana e ispirazione moderata. Il suo successo va inquadrato all’interno di questa appartenenza ideologica. Termoli del resto riconferma la sua vocazione cattolico-popolare e lo fa alla luce anche del successo riportato dall’Udc, che diventa il secondo partito cittadino dopo Forza Italia con uno scarto veramente minimo. (I centotrenta voti di differenza tra gli azzurri e i democristiani fanno ipotizzare fin d’ora qualche temporale nel nuovo organico…)

Il ridimensionamento della vittoria personale dell’Onorevole (annunciata come schiacciante) va cercata comparando i voti riportati dai due candidati sindaci con quelli ottenuti dalle liste che li supportavano. I numeri non coincidono. E cioè: Remo Di Giandomenico ha ottenuto 11.225 voti, mentre il totale dei voti assegnati alle cinque liste che lo hanno sostenuto è di 12.916. Significa che 1690 elettori, pur votando un candidato inserito tra le cinque liste del Polo, hanno messo una croce sul nome di Francesco Di Falco. Hanno votato, in sostanza, il candidato sindaco dello schieramento opposto. Operazione che in politica viene indicata come "voto disgiunto", e che il nuovo primo cittadino della città adriatica ha duramente attaccato fin dalla notte dello scrutinio, quando è apparso chiaro come molti più elettori del previsto avessero raccolto e messo in pratica il consiglio sul quale Di Falco ha incentrato gran parte della sua campagna elettorale, vale a dire, appunto, il voto incrociato.

E’ un’operazione criticabile? In molti se lo sono chiesto. I quotidiani locali ne hanno parlato parecchio, di questo famoso voto disgiunto che ha ridotto il divario tra l’Onorevole "gattone" e il giovane avvocato della Margherita, regalando a quest’ultimo una carovana di voti che altrimenti non ci sarebbero stati. I giornali, dicevamo, hanno dato ampio spazio a questa operazione, non mancando di definirla, in più di un caso, "politicamente scorretta". Sarebbe comunque giusto spiegare ai lettori (e lo facciamo qui) che il voto disgiunto è un’operazione del tutto legale, applicata e applicabile senza alcun problema e motivata, come è accaduto a Termoli, da tensioni interne di coalizione che si traducono, nel segreto delle urne, con una croce apposta sul candidato dell’altro schieramento. Non è una novità, questo voto disgiunto. (Soprattutto tenendo conto che alle Comunali si vota il candidato, il "singolo", molto più della coalizione). E’ però una novità la larga percentuale con la quale è stato applicato nella nostra cittadina, dove una bella fetta di elettorato ha voluto dare una precisa indicazione riguardo alla scelta del sindaco.

Più di mille e cinquecento elettori hanno assegnato la loro preferenza a un candidato della CdL, ma nello stesso tempo si sono "dissociati" dalla candidatura di Remo Di Giandomenico. Andando a leggere tra le righe dei risultati appare evidente l’esistenza di una schiera (notevole) di cittadini che non volevano Remo (Di Giandomenico) sindaco. E che dovendo scegliere hanno scelto il suo avversario, in parte perché l’hanno reputato un candidato valido, in parte perché per ostacolare lo stesso Di Giandomenico. Il quale, nonostante tutto, ha ugualmente raggiunto un ottimo risultato.

Ci saranno polemiche, scontri, ci sarà (forse) la caccia al "traditore". Ma alla fine, per noi cittadini, quello che rimane è molto semplice: abbiamo un nuovo sindaco, scelto col consenso della popolazione. Abbiamo un capo dell’opposizione che, anche in virtù del risultato ottenuto, non sarà una marionetta. Abbiamo un nuovo consiglio comunale eletto democraticamente. Abbiamo, tra di noi, persone "pro Remo" e persone "contro Remo", come abbiamo persone che stimano Francesco e persone che non lo reputano all’altezza del suo incarico. Fa parte del gioco, esattamente come il voto incrociato fa parte dei diritti di tutti gli elettori, a qualunque schieramento politico appartengano.

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