La tradizione della "Madonna ’a lungo"

La vera Pasquetta per i termolesi è quella del martedì in Albis presso la chiesa di Santa Maria in Valentino. La festa trae origine dalla storia e affonda le sue radici nel 1500.

Per i termolesi doc la vera Pasquetta si festeggia il martedì in Albis, quando centinaia di residenti si recano in visita presso il santuario della Madonna della Vittoria per ripercorrere le tappe di una tradizione secolare, che affonda le sue radici nel 1500. Quella chiesetta bianca, isolata, situata all’ingresso di Termoli, è la meta di comitive e famiglie numerose, che trascorrono sui prati circostanti una giornata di allegria e spensieratezza tra bancarelle allestite per l’occasione e pic-nic all’insegna del divertimento.

La chiesa di Santa Maria in Valentino (questo è il nome originale della costruzione) fu edificata dai padri francescani nel 1545. In seguito fu distrutta dall’invasione turca capeggiata da Pialy Pascià, che la rase al suo. I francescani furono costretti ad abbandonare la chiesa e il convento che vi sorgeva accanto per non essere ammazzati. Per anni la zona rimase deserta, abitata, si racconta, solo da una sessantina di famiglie che quando i turchi si allontanarono decisero di ristrutturare il santuario. Fu un gesto di sacrificio in omaggio alla Madonna per lo scampato pericolo. Le famiglie infatti vennero risparmiate e attribuirono la loro salvezza alla grazia della madonna della Vittoria, che si crede raffigurata nell’antico dipinto anonimo che sovrasta l’altare. Da allora ogni martedì dopo la Resurrezione di Cristo sia i termolesi che gli abitanti della vicina San Giacomo degli Schiavoni si recano in pellegrinaggio presso il santuario per ringraziare la Madre di Dio. I cittadini di San Giacomo, racconta sempre la storia popolare, tentarono di "rubare" la chiesa ai termolesi e di appropriarsene. Ma non ci riuscirono. I termolesi infatti, per dimostrare la loro venerazione, decisero che per tre anni consecutivi si sarebbero recati al santuario a piedi. Così fecero, e da questo pellegrinaggio prende il nome la "Madonne a lungo", come abitualmente si chiama la chiesa ancora oggi. Madonna ’a lungo, cioè Madonna del cammino, perché i devoti arrivavano a piedi anche dalle zone più lontane. Qualcuno ci arrivava col carretto, ma i più compivano un lungo e faticoso pellegrinaggio a piedi per andare a porgere omaggio all’icona della Vittoria.

Quella tradizione non si è più fermata, anche col trascorrere dei secoli al "sacro" si è sovrapposto sempre più il "profano", tanto che oggi la consueta scampagnata sui prati intorno alla chiesetta a poco o nulla a che vedere con la religione e la devozione a Maria. E’ un’occasione comunque per riappropriarsi della storia termolese, e, perché no?, per trascorrere un giorno in allegria, insieme alla famiglia, godendo del sole, dell’aria aperta e del relax. Esattamente come recita questa bella poesia di Giuseppe Perrotta, poeta e scrittore termolese, che volle tracciare un simpatico profilo della tradizionale gita della "Madonna ’a lunghe" senza nascondere un velo di critica nei confronti dei suoi festaioli e "ingrati" concittadini.

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