Proiettato "La storia di Pia"

Promotori dell’ iniziativa il Circolo del Cinema Lumiere e la Provincia di Campobasso.

La storia di Pia, come il regista stesso ha suggerito è "una storia d’amore", infatti l’amore costituisce la forza e la premessa dei fatti. Pia è una donna molisana (è di Roccavivara) e ha un grande desiderio: ritrovare i suoi due fratelli Domenico e Antonietta, che nel dopoguerra il padre ha venduto ad un’organizzazione che si occupava di adozioni-vendita di bambini italiani in America. In questa rete di adozioni italo-americane erano implicati Chiesa e Vaticano: si trattava di un vero e proprio mercimonio, di una speculazione a spese di quanti dopo la guerra erano costretti ad una vita di stenti. Pia non si dà pace, deve ritrovare i suoi fratelli. Indaga ostinatamente, ma non incontra altro che un muro di omertà. Arriva fino in America e dopo tante porte sbattute in faccia, ritrova i suoi fratelli.

Emblematico l’incontro: tanta felicità, ma anche tanta tristezza. Felicità determinata dal semplice incontro, dall’abbracciarsi, dall’essere l’uno per l’altro e allo stesso tempo tristezza perché quello stesso momento è rievocazione di indelebili sofferenze e inevitabile incomunicabilità "non solo linguistica" e solitudini. Il film è un documentario (lo stesso Basile Sallustio si definisce un documentarista) e come tale è una testimonianza storica e anche un motivo di riflessione su quanto di analogo accade oggi in Italia, in cui i ruoli si sono ribaltati "non più un’Italia che vende, ma un’Italia che compra". Nel film comunque non vi è mai una nota polemica, mai una visione parziale dei fatti e dei protagonisti. Non si tratta di un film-denuncia o almeno non lo è nelle intenzioni del regista: "sono gli stessi protagonisti ad autodefinire le posizioni e talvolta ad autocondannarsi".

Il film è stato poco pubblicizzato e proiettato in pochissime sale italiane, tra queste il "Lumiere" di Termoli. Promotori di questa iniziativa gli amici del "Circolo del Cinema Lumiere" e l’Amministrazione Provinciale. Sono intervenuti e hanno introdotto il film il presidente del "Circolo del Cinema Lumiere" Lino Lapenna e il Presidente della Provincia Antonio Chieffo. Presenti anche la protagonista Pia Di Lisa, il regista Basile Sallustio e l’antropologo Galasso.

Certamente Termoli non poteva rimanere insensibile ad un tale evento! Avrebbe significato ignorare una parte di storia che riguarda noi Molisani più di chiunque altro. Gli amici del "Circolo del Cinema Lumiere" hanno sottolineato proprio questo aspetto: la storia come consapevolezza di ciò che siamo stati e di ciò che siamo in quanto Molisani.

Dunque un film per non dimenticare e per migliorarsi. E’ intervenuto anche il regista, che come è già stato detto, ne ha sottolineato l’aspetto sentimentale: "la storia d’amore". A quanti gli hanno domandato se nel film ci fossero degli intenti polemici, ha detto che si è limitato a guardare e filmare le cose, a raccontarle nella loro verità, per ciò che erano e sono state. La protagonista ha invece esplicitamente invitato il pubblico a non prestarsi mai a simili giochi che peraltro non giovano a nessuno. Infatti ha dichiarato che quanto avrebbe dovuto essere la migliore risoluzione a una grave condizione di povertà si è rivelata nient’altro che una tragedia per la protagonista stessa, per i suoi fratelli e anche per la famiglia di adozione. Infine ha detto che sono quanto mai preferibili fame e miseria ad una vita priva degli affetti più cari.

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