Il molisano Carozza conquista i giudici a The Voice Russia: "Per i sogni volo anche all’estero"
In abito scuro e papillon è salito sui gradini che conducono al palco, ha salutato con un cenno della testa l’orchestra, il numeroso pubblico e anche i giudici, che come vuole la tradizione di The Voice, sono rigorosamente accomodati sulle grandi poltrone rosse ma di spalle. Non vedono, ma sentono perfettamente chi canta. E per
Antonello Carozza, il trentaduenne nato a Campobasso, hanno ascoltato una voce che ha saputo interpretare alla perfezione un brano storico della tradizione musicale italiana. Antonello si è seduto al grande pianoforte nero posizionato al centro del palco e ha suonato e intonato
“Il Mondo” di Jimmy Fontana. Chissà però se pubblico e giurati hanno compreso quelle parole, scritte nel 1965 e ancora attuali, tanto da essere scelte da un trentenne per l’occasione di una vita, visto che il programma televisivo non è quello della versione italiana in onda da qualche anno su Rai Due, ma
quello sulla tv russa.
Stesso format, stesso programma, stesse regole: Antonello Carozza ha tentato un nuovo talent, dopo la sua partecipazione ad Amici nel 2006, ma questa volta non in terra italiana,
bensì in Russia, dove non è la prima volta che arriva per cantare. Nel 2009 infatti aveva partecipato
come concorrente al New Wave Festival, un festival estivo molto popolare trasmesso sul canale statale, ottenendo il secondo posto e tornando poi nel 2012 come produttore di un altro molisano Costanzo Del Pinto.
«Ero molto emozionato – ha raccontato in una telefonata Termoli-Bergamo, dall’aeroporto in attesa di imbarcarsi per Mosca – ero terrorizzato perché sapevo che c’erano pochi posti disponibili nelle squadre, ormai le
audizioni, le Blind, stavano per concludersi e quindi ero consapevole del fatto che avrebbero scelto con maggior accuratezza, girandosi solo per
chi li avrebbe colpiti con la sua voce. Di fronte a tanta gente ho cantato e non nego che mi tremavano le gambe anche perché loro sono seduti e sono di spalle, in quel momento
sei nudo, solo con la tua voce e devi impegnarti tanto.
Ma quando ho visto che si erano girati in due ho tirato un sospiro di sollievo, ce l’avevo fatta almeno ad entrare».
Impossibile sapere a che punto del suo nuovo percorso sia, «per esigenze di contratto», ma visto che è in viaggio per Mosca, qualcosa bolle in pentola e deve essere di sicuro qualcosa di buono legato al talent russo tra i più seguiti e trasmesso su Channel One il venerdì sera.
Di russo invece sa poco, «giusto qualche parola, ma ho il traduttore che è il mio manager Vladislav Yakovlev, oppure
parlo in inglese, lì amano e apprezzano le cose italiane, per questo hanno buon gusto e infatti amano la nostra musica, perciò ho portato quel brano, lo conoscono perché è stato interpretato anche dai tenori, come
Bocelli».
La sua coach è Pelageya, «una cantante folk rock russa molto molto famosa, ha inaugurato i Giochi Olimpici Invernali di Sochi nel febbraio del 2014 durante la cerimonia di apertura, mentre Dima Bilan ha vinto nel 2009 l’Eurovision Song Contest a Belgrado e l’anno successivo è stato organizzato lo stesso evento in Russia, il più costoso della storia. Poi ci sono Alexander Gradsky e Leonid Agutin, un cantante, produttore, arrangiatore.
Sono tutti molto famosi in Russia e molto apprezzati, il bello è che sono diversi tra loro e questo permette di vedere sul palco tanti stili per le differenti scelte dei coach».
La sua famiglia lo appoggia, «come in tutto quello che faccio, certo - aggiunge - non è certo come
quando ho chiamato per dire loro che ero a Sanremo». Ci torneresti? «Mi sto allontanando da lì, adesso sono all’estero e sono stato selezionato come unico italiano tra diecimila candidati. Le mie soddisfazioni le ho avute in Italia, ultima in ordine cronologico l’Eurovision Song Contest per cui sono stato nominato dalla Rai e da professionisti che organizzano Sanremo come
presidente della giuria italiana, ho raggiunto il massimo della notorietà perchè mi è stata
riconosciuta la professionalità e di questo non posso che essere felicissimo».