E in Molise? Il dato è su per giù in linea col resto della nazione. A confermarlo è la presidente dell’Aic (Associazione Italiana Celiachia) Molise, Nadia Falasca: «I numeri da noi si allineano a quelli nazionali. Abbiamo circa 900 celiaci, ci sono attualmente molte più diagnosi nella fase pediatrica, questo sì. La percentuale è in crescita purtroppo, anche perché in età adulta la malattia si annida anche in altre patologie e spesso non viene diagnosticata. Abbiamo un ritardo di diagnosi molto importante, l’età media in cui viene individuata la celiachia è di sei anni, un’età ancora elevata».
L’impressione, oltre che la certezza, è che negozi di prodotti ‘speciali’ e ristoranti che propongono menù per celiaci siano in aumento. Anche se non c’è stata onestamente una vera esplosione dalle nostre parti, dove comunque sempre più esercizi commerciali si dotano di menu e prodotti alternativi. «Il negozio è un’attività privata in cui noi c’entriamo poco. Ma sicuramente le cifre stanno lievitando, perché aumentando i celiaci cresce anche il numero delle persone che offre prodotti senza glutine» spiega la dottoressa Falasca.
Spesso si pensa che eliminare il glutine, pur non essendo celiaci, faccia bene alla salute o faccia dimagrire. «Nulla di più sbagliato – avverte la presidente regionale dell’Aic –. Ci sono sempre più persone che scelgono di mangiare senza glutine, ma non sono celiache, e magari lo fanno perché hanno delle intolleranze. A chi sceglie di mangiare senza glutine perché ritiene che possa essere una giusta scelta per un’alimentazione migliore noi tendiamo a dire nella nostra campagna che la celiachia non è una moda, ci sono studi scientifici che dicono che mangiare senza glutine non porta a un dimagrimento. Chi non ha problemi di celiachia e allergia può mangiare tranquillamente i cereali, che non vanno eliminati perché sono importanti nella dieta». Più chiaro di così… In aggiunta, la Falasca ricorda che esistono segnali che indicano la patologia: «Ci sono segnali tipici e atipici. I primi sono anche facilmente riconoscibili per via di disturbi soprattutto intestinali, e lì le analisi vengono fatte più celermente. I segnali atipici possono essere talmente tanti che l’elenco sarebbe lunghissimo. E spesso sono correlati ad altre malattie».
C’è un rapporto molto stretto instaurato con le scuole.
L’Aic ha un occhio di riguardo per le scuole: «In quelle primarie abbiamo sviluppato un progetto chiamato ‘In fuga dal glutine’, incentrato sulla diversità a tavola, sotto forma di gioco e di quaderni educativi. Mentre negli istituti superiori, da un po’ di anni collaboriamo con gli istituti alberghieri, in particolare con quello di Termoli. Nel corso degli anni abbiamo approntato un ricettario, con tutte ricette senza glutine, ma sempre nel solco della tradizione».