Nei giorni scorsi il “blitz”, che ha trovato conferma ai dubbi della stessa giovane donna. Sulla vicenda sono in corso indagini mirate, che da subito hanno portato a identificare il presunto autore del reato. Si tratterebbe di un tecnologo di circa 50 anni residente in un Comune bassomolisano. L’uomo, finito per essere considerato il responsabile sulla base di elementi ancora al vaglio degli investigatori, è già stato sospeso dal lavoro. E rischia il licenziamento: la Fiat non sarà certo disposta a chiudere un occhio, e anzi secondo le voci che circolano nei reparti la stessa lettera di sospensione temporanea - ,ma senza una scadenza – dal lavoro è il primo passo per un licenziamento per “giusta causa”. Se sarà così resta da vedere. Al momento sono ancora scarsi gli elementi che possano dipingere una fotografia più chiara di quanto accaduto.
In fabbrica, dove la vicenda è stata tenuta riservata il più possibile, nei giorni scorsi di molteplici possibili cause dietro l’improvvisa lettera di sospensione del cinquantenne. Molti hanno immaginato che fosse la conseguenza di un quantitativo di droga scoperto nel suo armadietto, ma invece lo stupefacente non c’entra affatto in questo caso. Riguarda, invece, una indagine parallela, svolta dai carabinieri di Termoli e concentrata di un altro lavoratore, ma non della Fiat, nella cui abitazione è stato trovato stupefacente e sul quale insiste il sospetto di spaccio, avallato da pedinamenti e filmati girati dagli stessi investigatori che tuttavia non hanno concluso l’indagine.