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La lista di simili asserzioni dà proprio l’impressione di non avere fine. A queste, si aggiungono poi le raccomandazioni ossessive dei nostri nonni o genitori che da decenni ci ripetono la stessa cosa: mettere in frigorifero contenitori di alimenti caldi fa consumare più corrente, fa lavorare di più la pompa e quindi rovina il frigo più in fretta. Una semplice e banale questione di buon senso, insomma, che andrebbe rispettata per proteggere il frigorifero da un precoce invecchiamento.
Il problema, però, sta nel fatto che per secoli, il buon senso ci ha fatto credere che la terra era piatta e abitata da una sola parte perché, si diceva, non si è mai visto nessuno camminare testa in giù, appeso al solaio… E chissà se non ci converrebbe interrogarci anche sulla validità del buon senso in cucina ?
Se prendiamo due bicchieri uguali e li riempiamo dello stesso volume di acqua, l’uno con acqua a venti gradi, l’altro con acqua a novanta gradi, e li mettiamo entrambi in surgelatore nelle stesse condizioni, cosa succede ? Ebbene, quello caldo si ghiaccia per primo. Perché ? E se li mettiamo non in surgelatore bensì in un normale frigorifero? Anche in questo caso, il bicchiere con l’acqua calda si raffredda per primo. Come mai ? Tutto questo non va a ritroso di ogni buon senso? Perché la quantità di energia elettrica consumata dal frigorifero per congelare il bicchiere di acqua calda è inferiore all’energia elettrica richiesta per portare a termine la stessa operazione col bicchiere di acqua fresca ?
Questo fenomeno strano viene chiamato "effetto Mpemba", dal nome del giovane studente tanzaniano che per primo lo evidenziò nel 1963 avendo notato che l’impasto da gelato congelava prima se lo si metteva tiepido, e non freddo, nella gelatiera.
Le ipotesi non mancano, quello che manca, invece, è una chiara e univoca spiegazione scientifica capace di chiarire i diversi fattori che entrano in gioco in questo fenomeno molto complesso. Quantità di gas disciolti nei liquidi in funzione della loro temperatura, e movimenti di convezione la cui forza e intensità variano a seconda della temperatura del liquido sembrano contribuire al fenomeno. Come esattamente, non lo si sa ancora a ben cinquant’anni dalla "scoperta", ma quello che si sa, invece, è il dato di fatto: acqua e preparati caldi messi in frigo si raffreddano prima.
Il mistero dell’acqua calda continua a resistere. E con lui restano senza un fondamento solido, nel limbo dell’incertezza, i sedicenti consigli di "buon senso" relativi alla temperatura dei cibi da mettere o meno in frigorifero…!