Cronache

Distributori di cannabis light vicino alle scuole, scoppia la rivolta. Il Comune corre ai ripari

L’apertura del self service di erba light è diventato un caso in città, soprattutto perchè il negozio si trova a pochi passi delle scuole e dall’Università. Non potendo bloccare l’attività commerciale, liberalizzata dalle normative in materia sul consumo e sulla vendita di marijuana senza il principio attivo, l’amministrazione Battista sta preparando un regolamento per disciplinare le prossime aperture. Ma oggi, 29 giugno, in consiglio comunale sarà presentato un ordine del giorno per chiedere al sindaco di bloccare attività di questo tipo in città.

Il negozio non è stato inaugurato, ma da quando la città è stata tappezzata di mega manifesti con una gigantesca (e inconfondibile) foglia di marijuana è scoppiato un caso. In via Scardocchia aprirà un distributore self service della cosiddetta ‘cannabis light’, funzionerà 24 ore su 24.
Tutto legittimo dal punto di vista giuridico: parliamo di un prodotto legalizzato da quasi un mese, con una concentrazione di thc inferiore allo 0,6%, quindi senza effetti “da sballo” ma soltanto rilassanti. Molti usano l’erba ‘light’ per i decotti, ad esempio.

Nulla è cambiato nemmeno dopo il parere espresso dal Consiglio superiore di sanità e del pronunciamento del Consiglio di Stato: è stato evocato il principio di prevenzione, un po’ come quando tempo fa è stato stabilito un limite per mettersi alla guida dopo aver consumato alcol.

Dunque il 34enne titolare dell’attività commerciale ‘Joint 24’, lo stesso della pizzeria ‘That’s amore’ che sorge accanto, potrà aprire regolarmente. In Comune la sua richiesta è arrivata lo scorso 19 giugno e pare che tutto sia in regola.
Nonostante ciò, la sua presenza a pochi passi da tre scuole – il liceo classico ‘Mario Pagano’, il liceo artistico ‘Manzù’ e l’istituto ‘Sandro Pertini’ – ha mandato in tilt i genitori di parecchi studenti. «Come faccio a essere sicura che mio figlio non riesca a procurarsi la cannabis? Quei distributori funzionano come le macchinette per le sigarette?», si chiede una mamma preoccupata mentre passa in via Scardocchia. La location non è proprio l’ideale. E lo ha fatto notare pure la Questura che ha inviato una nota di richiamo al Suap e all’Asrem.

E più di qualche reazione c’è stata pure a palazzo San Giorgio, dove alcuni consiglieri hanno chiesto un confronto in commissione. Ieri, 28 giugno, la riunione a cui ha partecipato l’assessore alle Attività produttive Salvatore Colagiovanni. Innannzitutto, per il Comune è impossibile frenare l’apertura di negozi del genere, disciplinata dalle normative nazionali. «Abbiamo le mani legate. Siamo sicuri che il commerciante abbia seguito un iter corretto e trasparente – le sue parole – e avrà chiesto le necessarie autorizzazioni, ma faremo ulteriori verifiche sulle macchinette: funzioneranno come quelle per le sigarette, per le quali occorre la tessera sanitaria per dimostrare di essere maggiorenni e poi il prodotto viene erogato? Ci sono insomma degli aspetti da chiarire».
Come primo atto la commissione ha chiesto al sindaco di firmare un’ordinanza per bloccare l’apertura del distributore self service di via Scardocchia, mentre oggi – 29 giugno – in consiglio comunale tre consiglieri di maggioranza primo firmatario il presidente della commissione Molinari (assieme ad altri quattro colleghi di maggioranza) presenteranno un’ordine del giorno per chiedere sempre al primo cittadino di prendere provvedimenti per limitare i nuovi punti vendita, un po’ come avvenuto già per i pub di via Ferrari.

Nel frattempo in Municipio si lavorerà ad un regolamento che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 1 settembre per delimitare le aree in cui esercizi di questo tipo potranno essere aperti: ad esempio, saranno vietati vicino alle scuole e ai luoghi di culto. Una limitazione che vale attualmente anche per le sale slot.
«Nel nostro statuto – l’osservazione di Pilone, contrario all’apertura del punto vendita assieme a Tramontano e Ambrosio – abbiamo esplicitato la contrarietà a tutte le forme di dipendenza (come l’alcol e il gioco d’azzardo), ora non possiamo permettere che tali esercizi aprano vicino alle scuole. Anche se la legge lo permette, noi amministratori dobbiamo trovare le formule per evitare questa sorta di anarchia».

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