Cronache

Nido via Verga, 70 bambini a rischio. Consegnato studio su vulnerabilità: “Meglio demolirlo”

I risultati delle indagini e delle verifiche eseguite sull’asilo comunale di Vazzieri parlano chiaro: l’asilo presenta troppe criticità, è inadeguato, meglio abbatterlo e ricostruire da zero. L’esito dello studio è arrivato sulla scrivania del sindaco il 3 maggio scorso ma nessuno ha ancora detto pubblicamente nulla. Ora si attende la decisione (ricostruzione o interventi migliorativi) e la conseguente chiusura del Bianconiglio, l’unica struttura pubblica della città per bambini al di sotto dei tre anni.

Irregolarità geometrica, armature e dettagli costruttivi inadeguati, dubbi sulla resistenza del calcestruzzo e coperture pesanti: i pericoli per l’asilo nido comunale di via Verga sono tutti nero su bianco nello studio sulla vulnerabilità sismica che il 3 maggio scorso l’Università ha consegnato al Comune di Campobasso.
Ora il sindaco Antonio Battista non ha scuse: quell’asilo, l’unico pubblico della città per bambini al di sotto dei tre anni, non può essere tenuto aperto. Non nelle condizioni accertate dal gruppo di lavoro del professor Carlo Callari al quale è stato affidato il compito di esaminare tutte le scuole di Campobasso consigliando anche la soluzione.
Nel caso del Bianconiglio di Vazzieri quella «ottimale» è di demolire e ricostruire da zero. Consiglio che il primo cittadino potrebbe anche ignorare preferendo la seconda via che consiste nella «programmazione di interventi strutturali sull’edificio esistente».

Il nido in questione è capace di ospitare fino a 70 bambini (come sottolineavano da Palazzo San Giorgio all’apertura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2017/2018): le verifiche e i sopralluoghi eseguiti lasciano pochi spazi ai dubbi: quell’asilo va chiuso e al suo posto sarebbe meglio che ne sorgesse uno nuovo di zecca che rispetti la legge da punto di vista della sicurezza strutturale, dell’efficienza energetica e dell’edilizia scolastica.
Da quando i risultati dello studio sono arrivati sulla scrivania del primo cittadino (il 3 maggio scorso) neppure una sillaba è stata pronunciata sull’accertata inadeguatezza del nido.

Sebbene manchino una serie di dati «necessari alle analisi» nelle sue considerazioni conclusive Callari spiega chiaramente perché l’asilo «che presenta criticità» andrebbe demolito.
Tanto per cominciare la struttura presenta «significative irregolarità sia in pianta che in elevazione»; l’armatura «che è stata progettata per soli carichi verticali oggi risulta inadeguata». Inoltre, si legge sempre nella relazione, «rispetto alle norme vigenti all’epoca del progetto della struttura in esame le attuali norme tecniche sono molto più esigenti sia in termini di quantità che di dettagli costruttivi delle armature». Fa pensare anche la resistenza del calcestruzzo: le prove eseguite sulle carote di calcestruzzo (si tratta di campioni estratti dalla scuola, ndr) sono «molto basse». E sono valori bassi non solo rispetto alle norme attuali ma anche «per le norme tecniche a cui fa esplicito riferimento la documentazione del progetto originale». Sono poi «troppo pesanti» le 5 coperture a doppia falda complete di solai di sottotetto che insistono sulle travi e non è neppure escluso «il rischio di sfondellamento dei solai essendo presenti degli effetti del distacco tra travetti e pignatte».

Insomma, se proprio Battista non volesse abbattere e ricostruire dovrebbe intervenire con un mucchio di soldi per mettere in sicurezza l’asilo nido. E l’analisi costi-benefici (comprensiva di tutta una serie di verifiche, prescrizioni e indagini su terreni, fondazioni, travi, solai eccetera) andrebbe paragonata alla prima soluzione rappresentata per capire se è davvero più conveniente della demolizione calcolando anche i tempi di esecuzione di questi interventi migliorativi e i suoi effetti sulla regolarità delle attività didattiche. Si tratta, del resto, dell’unico nido pubblico della città.
(AD)

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