Comune nel mirino

Stangata Imu: fino a 20mila euro da pagare per le zone Lucarino. Mille cittadini in rivolta

Hanno aspettato per mesi che l’amministrazione comunale riequilibrasse i valori dell’imposta da pagare per le dodici aree della città che da agricole sono diventate edificabili, definite "zone Lucarino". Ma alle promesse non sono seguiti i fatti. Ora che sono arrivate le prime cartelle esattoriali ’salate’, con gli importi retroattivi accertati dall’Ufficio Tributi e che si dovranno pagare per migliaia di euro, è scattata la rivolta dei proprietari di quei terreni. Oggi, 10 marzo, l’assemblea per dichiarare guerra al Comune. "Siamo preoccupati - spiegano - e l’amministrazione deve intervenire con urgenza o molte famiglie finiranno sul lastrico".

Quando hanno ricevuto a casa le cartelle esattoriali con gli importi Imu da pagare sui loro terreni, è venuto loro ‘un colpo’, come si suol dire. Migliaia di euro da versare nelle casse del Comune: chi 5mila, chi 7mila euro. Finanche 20mila euro. Una stangata per i mille cittadini proprietari dei terreni che ricadono all’interno della cosiddetta ‘perimetrazione Lucarino’, aree agricole diventate edificabili. Attualmente comprendono Coste di Oratino, Macchie, San Vito-Colle Longo, Sant’Antonio dei Lazzari-San Nicola delle Fratte, Sant’Antonio dei Lazzari-Colle delle Api, Colle delle Api-San Giovanni in Golfo, Colle dell’Orso, Colle dell’Orso 2, Limiti, Mascione-Polese, Tappino e Cese.

La scorsa estate, con una delibera di giunta, l’amministrazione Battista ha aumentato – e di parecchio – la quota Imu da versare: non più una tariffa unica di 8 euro a metro quadrato, come stabilito dall’ex esecutivo a guida Di Bartolomeo, bensì valori diversificati. Tutti più alti, prevedendo esborsi fino a 38 euro a metro quadrato. In sintesi: quasi cinque volte in più. Un salasso che non è stato digerito. Perché tra questi cittadini c’è chi, ad esempio, si ritrova proprietario di un terreno in zona Lucarino avendolo ereditato da qualche parente. E sul quale ora deve pagare tasse alle stelle pur non potendo ricavare un guadagno. «Dal punto di vista commerciale, quei terreni non valgono il pagamento di un’Imu così alta, che parte da 38 euro a metro quadrato», spiegano. Anche perchè a Campobasso il mercato immobiliare è fermo.

Alle promesse del Comune, che si era impegnato a diminuire le somme da versare, non sono seguiti i fatti. E quando i contribuenti si sono ritrovati a pagare l’imposta per migliaia di euro, è scattata la rivolta. È nato un Comitato spontaneo che oggi pomeriggio, dalle 15.30, si riunirà al Dopolavoro ferroviario di Campobasso per mettere a punto le iniziative per contrastare «l’abnorme aumento del valore di mercato delle aree ai fini del calcolo dell’Imu». La riunione si svolge 48 ore dopo la riunione delle Commissioni Urbanistica e Tributi che avrebbe dovuto riportare la questione in Consiglio comunale per approvare un’altra delibera che evitasse il salasso. Invece, non è successo nulla scatenando l’ira dei cittadini. Che contestano la ‘famosa’ delibera di giunta numero 175 approvata ad agosto che, denunciano, «ha rideterminato in maniera retroattiva e a partire dal 2012 i valori di mercato al metro quadro delle aree ricadenti nella perimetrazione Lucarino, permettendo all’Ufficio Tributi di contestare a tutti i proprietari il parziale pagamento dell’imposta dovuta non solo per il 2012, ma anche per gli anni successivi».

Il problema coinvolge una fetta consistente della popolazione. «Ci sono oltre mille cittadini interessati da questo problema, di cui 600 hanno chiesto il differimento dei termini di pagamento», spiegano Renato Di Soccio e l’architetto Mimmo Raspone, i referenti del Comitato. «Ci sono persone che dovranno pagare per quei terreni 3mila euro all’anno per i prossimi 7 anni. Oppure c’è chi dovrà pagare 20mila euro solo per il 2012».

Ansia, preoccupazione, rabbia: questi i sentimenti provati dai cittadini che si sentono tartassati. Hanno paura di non riuscire a saldare il debito con il Comune. «Qualcuno dovrà pagare 150mila euro. E a quanto dovrà rivenderlo quel terreno? A 2 milioni di euro? È impossibile, non ci sarà nessun costruttore interessato ad acquistarlo. In città c’è un invenduto incredibile», il ragionamento di Di Soccio. Il Comitato chiederà dunque all’amministrazione di ripristinare la vecchia aliquota. «Il Comune deve intervenire immediatamente e decidere pure sul pregresso perché arriveranno nei prossimi giorni le cartelle esattoriali con l’Imu arretrata da pagare negli anni passati. Molte famiglie sono preoccupatissime, temono di finire sul lastrico mentre il Comune non prende una decisione».
Una matassa che quindi si è complicata nel giro di otto mesi e che dovrà essere sbrogliata con urgenza.

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