Cronache

Un pezzo di storia in una soffitta termolese: datata l’anfora romana, ha oltre duemila anni

È di epoca romana l’anfora rinvenuta lo scorso agosto dai militari del 112 in una soffitta a Termoli. La datazione è stata possibile grazie all’ausilio della Soprintendenza dei beni archeologici del Molise che la colloca nel periodo compreso tra il II ed il I secolo a.C. Il suo utilizzo era legato allo scambio di vino ed olio con le popolazioni del Mar Egeo.

Ha oltre duemila anni l’anfora di epoca romana che venne ritrovata dai Carabinieri di Termoli l’estate scorsa. Il reperto risalente a un’epoca fra il I e il II secolo prima della venuta di Cristo è stato datato dalla Soprintendenza dei Beni archeologici del Molise. L’antica anfora venne rinvenuta dai Carabinieri del nucleo operativo di Termoli dopo una richiesta di intervento di un cittadino che l’aveva scoperta nella soffitta di un parente ormai deceduto, ed è stata affidata alle cure della Soprintendenza, come spiegato nella conferenza stampa di stamattina 6 febbraio che si è tenuta nella caserma di via Brasile.

L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione del termoleseche «ha segnalato prontamente la scoperta e ci ha permesso di metterla in sicurezza. L’Arma dei Carabinieri si impegna nella tutela dei beni culturali, grazie ai militari ed all’unità del Comando Tutela Patrimonio Comunale di Roma» come precisa il comandante del Carabinieri Fabio Ficuciello.

Il comandante ha illustrato quanto sia importante la collaborazione delle forze di polizia, anche a livello internazionale in materia di recupero e valorizzazione di beni culturali ed archeologici: «Svolgiamo queste attività sia in Italia che all’estero, grazie alla cooperazione con altre forze di polizia, anche in aree di crisi. Personalmente ho avuto l’onore di poter servire in quel reparto per quattro anni da tenente e mi sono occupato della tutela e valorizzazione dei beni culturali in Kosovo».

L’anfora, malgrado abbia un pezzo mancante, è in buono stato di conservazione ed è ricoperta di incrostazioni marine che hanno permesso il suo mantenimento. Il reperto risale al periodo tra il II e I secolo a.C. Il suo valore è altissimo in termini di storia ed apre infinite possibilità di studio: «Testimonia un periodo storico in cui Roma si è ormai espansa nel Mediterraneo e questo tipo di anfore erano utilizzate per il trasporto ed il commercio di vino ed olio presumibilmente verso il mar Egeo – spiega Egidio Incelli, funzionario bibliotecario –. I commercianti del mar Egeo commercializzavano poi con i pirati, scambiando il vino acquistato con gli schiavi che andavano a lavorare nelle tenute dove si produceva il vino».

Ad oggi sono stati recuperati 596 relitti nel mar Mediterraneo, grazie ai volumi di traffici di scambio presenti in quei secoli. Termoli, grazie anche alla presenza del porto antico di Buca, ha fornito importanti testimonianze di storia romana: «C’è il relitto delle Tremiti e la costa adriatica ha restituito numerosi relitti e continua a farlo», specifica Incelli.

Il monito finale è quello di contattare immediatamente le forze dell’ordine in caso di rinvenimenti di reperti antichi e, soprattutto, di non scavare per «evitare di rovinare gli oggetti e permetterne una datazione precisa», conclude Diletta Colombo, funzionario archeologo.

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