Le trattative per il voto del 4 marzo

Pd prepara la squadra: Fanelli e Venittelli in pole, Di Pietro in bilico. Dissidi nel centrodestra

La Direzione nazionale dem ha approvato le regole per le candidature alle Politiche: stop a chi non è iscritto al Pd. Un principio che mette fuori gioco l’ex ministro, la cui candidatura non piacerebbe a Matteo Renzi. Scalda i motori l’assessore Vittorino Facciolla che ieri era a Roma, mentre il segretario regionale del Pd e l’onorevole termolese avrebbero già l’ok del partito per la candidatura in Parlamento. Intanto ha momentaneamente spento i motori l’Ulivo 2.0: la convention per la scelta del candidato presidente si farà forse il 4 febbraio o la settimana successiva. Gli ulivisti molisani attendono l’ufficializzazione della data delle Regionali che, secondo indiscrezioni, ora il presidente Frattura vorrebbe far coincidere con le Amministrative di maggio.

Calcoli, algoritmi, seggi ‘blindati’ di prima fascia e quelli di seconda fascia. Le trattative per ‘accapararsi’ il posto migliore per il Parlamento sono nel vivo. Anche perché ci sono altri dieci giorni, poi bisognerà consegnare le liste per le Politiche del 4 marzo. Una pratica che il leader del Pd Matteo Renzi vorrebbe archiviare prima, il 26 gennaio. E per questo ieri, 17 gennaio, nella direzione nazionale sono state fissare le regole del gioco. E tra queste – forse la più importante – il divieto di candidarsi per chi non sia iscritto al Partito democratico e non sia un elettore dello stesso.

Un principio che – a meno di sorprese – taglierebbe fuori dai giochi Antonio Di Pietro, che aveva annunciato la sua volontà di candidarsi da indipendente, e quindi al di fuori del Pd. Le indiscrezioni che trapelano a poche ore dalla direzione nazionale del Partito Democratico di Roma raccontano, al di là dei tentativi di “addomesticare la notizia”, che la candidatura di Antonio Di Pietro sarebbe stata bocciata direttamente dal segretario Matteo Renzi.

Eppure il suo nome era stato fatto dalla segreteria regionale anche nell’ambito di una ipotesi di strategia di tandem: l’ex ministro è considerato il nome giusto per ricucire e dunque, forse, ricomporre i pessimi rapporti tra il Pd e l’Ulivo 2.0 di Roberto Ruta.

Chi invece sembra aver già staccato il pass per un posto in Parlamento sono le due donne del Pd molisano: Laura Venittelli e Micaela Fanelli. Il nome della deputata uscente è sul tavolo romano. E lei avrebbe avuto alcune garanzie, sempre secondo i rumors che circolano nei corridoi di Palazzo, da esponenti del Pd di primo piano. L’altro nome è quello della segretaria regionale Micaela Fanelli, che ora ha bisogno di un compagno di avventura per la corsa al Parlamento.
Non è ancora possibile escludere in via assoluta che la casella venga occupata alla fine da Roberto Ruta, sebbene tra il senatore uscente e i vertici regionali del Pd i contatti – perfino quelli telefonici – si siano interrotti da un pezzo.

Sul piano regionale, nella ripartizione dei collegi uninominali e plurinominali, i candidati dovranno “tirare”. Ossia portare voti, un requisito indispensabile per un partito che annaspa, almeno secondo i sondaggi. L’obiettivo è vincere o comunque convincere quanti più elettori possibile, e da questo punto di vista non ci dovrebbero essere sconti o eccezioni, tantomeno per il Molise.
Perciò restano in piedi il nome del giornalista Domenico Iannacone, che finora pur senza declinare drasticamente l’invito non ha comunque accettato nulla, e anche quelli di Carlo Veneziale e di Vittorino Facciolla, quest’ultimo presente a Roma mercoledì 17 gennaio con Micaela Fanelli, Paolo di Laura Frattura e Laura Venittelli.

La griglia dei nomi verrà definita dai dirigenti locali del Pd, che stasera sono stati convocati da Micaela Fanelli per la riunione della segreteria. Ma alla fine le scelte saranno vagliate da Roma: è chiaro che con una partita delicata come quella che si giocherà il prossimo 4 marzo non sarà possibile bypassare la volontà di Renzi.

In stand-by invece l’Ulivo 2.0. La convention di sabato 20 gennaio per la scelta del candidato alla presidenza della Regione è stata rinviata. Forse si terrà il 4 febbraio, o sette giorni dopo. Tutto dipende dalla data delle Regionali. Il governatore uscente Paolo di Laura Frattura sembra intenzionato a convocare i comizi elettorali dopo l’ok del Consiglio regionale alla modifica alla legge elettorale regionale. Dovrebbe essere confermato il voto del 22 aprile, ma secondo indiscrezioni si potrebbe andare alle urne a maggio accorpando Regionali e Amministrative.

QUI CENTRODESTRA

Filbrillazioni scuotono il centrodestra. La causa non sono le candidature, ma la ripartizione dei collegi. Ieri il colpo di scena di Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa: «’Noi con l’Italia’-Udc rompe con il resto della coalizione», l’annuncio a sorpresa. Il motivo? Vengono considerati pochi i seggi assegnati: solo 13 sull’uninominale, mentre 155 andrebbero a Forza Italia, 129 alla Lega, 51 a Fratelli d’Italia. L’obiettivo della quarta gamba è ottenerne una trentina. Per evitare di rompere l’unità della coalizione le diplomazie sono al lavoro per cercare di trovare la quadra. Oggi lo stesso presidente Silvio Berlusconi ha incontrato i due ’dissidenti’ per provare a ricucire lo strappo.

In Molise ‘Noi per l’Italia’ punterà su Michele Iorio a cui sarebbe stato offerto il seggio plurinominale alla Camera dei Deputati. Un’ipotesi che però non piacerebbe all’ex presidente. Che probabilmente, è il ragionamento di alcuni esponenti del centrodestra, potrebbe accettare a questo punto l’ancora di salvataggio offerta da Forza Italia – e dunque un seggio sicuro – in cambio del sostegno incondizionato al giudice Enzo Di Giacomo alle Regionali. Un’offerta in tal senso è già stata avanzata da tempo dalla coordinatrice azzurra Annaelsa Tartaglione.

Equilibri e tattiche delle Politiche potrebbero modificare il quadro delle alleanze alle Regionali. A cui si inizierà a pensare, dicono gli addetti ai lavori, dal 5 marzo, dopo il voto a Roma. E per questo, secondo uno dei rumors più ‘esplosivi’ dell’ultima ora, nel caso in cui a Roma il Pd subisca un sonoro ko anche gli ultimi centristi molisani (per intenderci, il gruppo che fa riferimento a Pierpaolo Nagni) potrebbero mollare Paolo di Laura Frattura e sostenere la ‘santa alleanza’ che fa capo ad Aldo Patriciello.

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