Cronache

Sanità dall’ospedale a domicilio, arriva il primo infermiere di comunità del Molise

Da lunedì prossimo 15 gennaio Petacciato avrà un’ostetrica a disposizione un giorno a settimana e un infermiere, cosiddetto di comunità, in ambulatorio bisettimanalmente. «Potrà eseguire medicazioni sul posto o andare a casa a seconda delle richieste degli utenti» ha spiegato il dottor Giovanni Giorgetta, direttore del distretto sanitario di Termoli. Il sindaco petacciatese Roberto Di Pardo ha confermato l’impegno per portare servizi più vicini ai cittadini puntano all’ambulatorio in comune nei prossimi mesi e ha rimarcato il lavoro del presidente Frattura. «Ha rimesso a posto i conti ed è grazie al suo lavoro se abbiamo una buona sanità». Il governatore ha invitato a guardare al settore con una nuova prospettiva. «Il protagonista è il paziente che si cura a casa e non va a intasare l’ospedale».

Un infermiere a disposizione una mattina e un pomeriggio a settimana, un’ostetrica pronta a visitare le pazienti ogni lunedì. E molto presto la possibilità di fare il pap test e le visite diabetologiche. Nuovi servizi sanitari a Petacciato, dove stamattina in sala consiliare è stata presentata ai cittadini l’iniziativa fortemente voluta dall’Amministrazione comunale e sposata dalla direzione sanitaria e dalla Regione.

Presenti, tra gli altri, il presidente regionale Paolo di Laura Frattura, il direttore sanitario Asrem Antonio Lucchetti, quello amministrativo Antonio Forciniti, il direttore del distretto sanitario del Basso Molise Giovanni Giorgetta, oltre al sindaco di Petacciato, Roberto Di Pardo. In sala una folta rappresentanza di medici e personale del settore sanitario, amministratori locali fra cui i sindaci di Montenero Nicola Travaglini e di Mafalda Egidio Riccioni, una folta rappresentanza della Misericordia di Termoli, e gente comune, a un certo punto parecchio spazientita dal forte ritardo con cui la presentazione è iniziata, per altro in un orario in cui molti sono a tavola per il pranzo.

Si comincia lunedì prossimo per quello che è stata annunciata come la prima attivazione in Molise dell’infermiere di comunità. «La Lombardia ha fatto da apripista, finalmente con Petacciato iniziamo anche in questa regione – ha detto la presidente del collegio degli infermieri Maria Cristina Magnocavallo -. L’infermiere di comunità sarà l’anello di congiunzione fra la struttura sanitaria e i cittadini, è una figura riconosciuta dalle norme, è autonoma e collabora con gli altri operatori della sanità. Sarà al centro fra famiglia, medico di base e struttura sanitaria».

In cosa consisterà il servizio? A margine dell’iniziativa l’ha spiegato il dottor Giorgetta, precisano che a Petacciato verrà avviata una fase sperimentale. «L’infermiere sarà presente in ambulatorio il mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 18 e il venerdì mattina dalle 8 alle 14. La sua attività andrà coordinata coi medici di base, potrà fare sia medicazioni in ambulatorio che visite a domicilio su esigenza dei pazienti. Inoltre avrà funzione si prevenzione, svolgendo periodicamente riunioni di famiglia nelle case per valutare e consigliare».

L’ostetrica invece avrà orari differenti: opererà nello stesso ambulatorio ogni lunedì sia di mattina che di pomeriggio dalle 8 alle 17,30 con una breve pausa pranzo attorno alle 14,30. Per ora il luogo prescelto è quello della guardia medica del paese, ma il Comune ha già messo a disposizione dei locali al piano di sotto del municipio. «Con il contributo dell’azienda sanitaria verranno sistemati in breve tempo» ha sottolineato il sindaco.

Proprio Di Pardo ha riferito come «sette mesi fa nelle nostre linee programmatiche annunciammo la volontà di realizzare un ambulatorio in comune coi medici di base. Oggi quel sogno è un progetto, puntiamo ad aprirlo quanto prima. Il secondo punto era attivare dei servizi sanitari. A ottobre ho conosciuto il direttore Forciniti cui avevo proposto quest’idea da far partire entro dicembre 2018. Lui mi ha risposto “perché non farlo entro dicembre 2017?”. Oggi siamo qui, giusto qualche giorno dopo».

Di Pardo ha poi tessuto le lodi del presidente Paolo di Laura Frattura. «Quando le istituzioni lavorano in sinergia le cose funzionano. A Frattura va dato atto che se abbiamo una buona sanità è merito di quanto ha fatto. Non si può non tener conto del passato, Frattura ha ereditato un grosso disavanzo sanitario e la sua mano si è vista a partire dal 2014. Al 2017 siamo arrivati al pareggio di bilancio. Se possiamo attivare questi servizi vuol dire che la Regione ha lavorato bene».

«A Petacciato – sono state le parole del dottor Giorgetta – abbiamo riscontrato una grande risposta nell’attivazione del fascicolo sanitario elettronico, con circa 1100 adesioni, quasi un primato». Giorgetta ha aggiunto che «dal primo febbraio nell’ambulatorio dove ci saranno l’ostetrica e l’infermiere di comunità si potrà fare anche il pap test».

«La partecipazione all’attivazione del fascicolo sanitario digitale è stata brillante» ha commentato Antonio Forciniti. «Stiamo allargando il giro e alzando l’asticella, i servizi verranno portati dove c’è bisogno». «Questo è un ulteriore elemento per eliminare lo squilibrio che c’era prima fra ospedale e territorio nella distribuzione delle risorse» ha dichiarato Antonio Lucchetti.

Proprio su questo si è soffermato il Governatore. «Abbiamo ereditato una sanità con sette distretti sanitari, che forse servivano solo per nominare sette direttori e un blocco del turn over per dieci anni, col personale sanitario in fuga». Per Frattura è il momento di cambiare la prospettiva. «Va preso in carico il paziente per assisterlo a casa, basta coi medici autoreferenziali, siamo a un percorso in trasformazione. Per un problema cardiaco va a fare la prova da sforzo in una Casa della Salute e non sta ricoverato cinque giorni in ospedale. Le liste di attesa si accorciano se il sistema funziona». Quindi un altro passaggio sui conti. «Eravamo la regione Cenerentola, oggi abbiamo superato il limite della sufficienza e questo grazie all’organizzazione. I cittadini stanno dando timidamente fiducia a questo sistema in cui il paziente si cura a casa ed evita di intasare gli ospedali». (sdl)

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