La terra di nessuno: guarda la gallery

Terminal, incendi e degrado dopo anni di abbandono. E alle 21 scatta il coprifuoco

Da vent’anni il simbolo del degrado cittadino è la stazione degli autobus di piazza San Pio da Pietralcina: assenza di servizi, anche i più elementari, e abbandono da parte delle Amministrazioni, hanno reso la struttura pericolosa, tanto che - dopo la chiusura del bar alle 21 - c’è il "coprifuoco". E’ nei locali al coperto mai inaugurati che da anni trovano riparo i senzatetto. Una vasta umanità si è introdotta nella sala d’attesa chiusa al pubblico devastandola. L’ultimo episodio meno di una settimana fa dove un africano ha appiccato un incendio mentre cercava di scaldarsi. Due anni fa si era parlato della privatizzazione, ma il progetto è ancora in alto mare.

Venti anni fa a Campobasso fu realizzato una moderna stazione per gli autobus con una grande sala d’attesa al coperto, servizi igienici efficienti, scale attrezzate per il trasporto dei disabili, biglietteria, uffici e persino una terrazza panoramica.
Il terminal era stato pensato per essere il miglior biglietto da visita per chi arrivava nel capoluogo. Ma decenni di abbandono, per un’opera mai aperta al pubblico, lo hanno reso il peggior modo per dare il benvenuto ai circa 10mila pendolari che ogni giorno arrivano (o partono) da piazza San Pio da Pietralcina.

Di servizi non c’è neppure l’ombra: gli unici sono quelli offerti dal piccolo “Bar del Terminal”, che mette a disposizione bagni o tavolini al caldo dove mangiare qualcosa durante l’attesa o quando fa freddo e piove a dirotto.
Una vasta umanità frequenta il Terminal: oltre ai pendolari locali, infatti, sotto la gigantesca pensilina all’aperto si può incontrare un po’ di tutto. Gli stranieri sono tantissimi: africani, indiani, pakistani, ma anche europei dell’est e sudamericani. «Si può tranquillamente dire che questo sia il luogo più multiculturale di Campobasso» racconta la titolare del bar.

La situazione cambia dalle 21: quando il bar chiude e il numero di autobus in partenza o in arrivo cala sensibilmente, al Terminal, privo di telecamere, scatta il coprifuoco. Risse e atti vandalici sono diventati la quotidianità. Nei locali mai aperti della stazione da anni trovano riparo i senzatetto. Bottiglie vuote e cartoni di vino sono ovunque. E c’è persino chi appicca incendi. La scorsa settimana un extracomunitario nel tentivo di scaldarsi ha dato fuoco a qualche cartone e pezzo di legno introducendosi nella sala d’attesa da una delle porte forzate del Terminal. Perdendo di vista il fuoco ha incautamente causato un rogo che ha distrutto diverse vetrate.

Più che per i danni l’episodio preoccupa per la questione sicurezza sebbene, questa è la buona notizia nella cattiva, nessuno si è fatto male. Eppure il problema resta: il Terminal è una terra di nessuno e sembra senza soluzione.
Sono passati già due anni da quando il consigliere comunale Lello Bucci annunciò un bando per l’affidamento ai privati della struttura.
Riqualificare l’intero sito era (ed è) nelle intenzioni dell’Amministrazione guidata da Antonio Battista che voleva non solo privatizzare il Terminal ma anche dotarlo di segnaletica, potenziare la rete stradale per collegarlo meglio al vicino quartiere San Giovanni e persino realizzare nuovi parcheggi.
I propositi sono rimasti tali nel 2016 e nel 2017.
Che il 2018 sia l’anno buono?

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